Seguici su

Cultura

La Storia della Brigata Catanzaro, i grandi sacrifici dei calabresi nella Prima Guerra Mondiale

Tutta la storia della Brigata Catanzaro, che nella Prima Guerra Mondiale si sacrificò sul Carso e poi sul Cadore in modo assolutamente eroico, nonostante un episodio di rivolta che la rese famosa

Pubblicato

il

Il nome Brigata Catanzaro evoca una delle pagine più drammatiche, eroiche e, al contempo, dolorose della storia militare italiana durante la Prima Guerra Mondiale. Costituita all’inizio del conflitto con fanti prevalentemente calabresi, siciliani e pugliesi (141° e 142° Reggimento Fanteria), si guadagnò presto l’appellativo di “Veterana del Carso” per l’eccezionale valore dimostrato nelle battaglie più sanguinose del fronte.

La Brigata fu impiegata in modo logorante e quasi ininterrotto nei settori più contesi, come il Monte San Michele e l’Altopiano di Asiago, subendo perdite elevatissime: si parla di oltre 17.500 soldati tra morti, feriti e dispersi. Le bandiere dei suoi Reggimenti furono decorate con la Medaglia d’Oro e d’Argento al Valor Militare, a testimonianza di un coraggio innegabile che la rese un vanto per l’Esercito Italiano. Si comportà in modo incredibilmente coraggioso, con missioni d’attacco quasi disperate, eppure portare a termine con coraggio.

Questo eroismo, tuttavia, ebbe un prezzo disumano. Dopo due anni di inferno in trincea, lo stress fisico e psicologico raggiunse un punto di rottura nel luglio del 1917. La Brigata era da poco rientrata nelle retrovie di Santa Maria la Longa (Udine) per quello che doveva essere un promesso periodo di riposo, finalmente concesso dopo l’estenuante impiego in linea. La sera del 15 luglio 1917 l’annuncio inatteso e brutale del suo immediato ritorno in prima linea sul Carso, disattendendo la promessa, fece esplodere la disperazione repressa.

Quello che ne seguì fu il più grave episodio di ammutinamento e rifiuto collettivo della guerra nell’Esercito Italiano. I soldati si ribellarono, armati di fucili e bombe a mano, scontrandosi con gli ufficiali e i carabinieri in un vero e proprio atto di sedizione. La rivolta fu sedata nella notte con l’intervento delle forze lealiste. Per dare un “esempio” e ripristinare la disciplina, il comando militare diede l’ordine di procedere con la temuta “decimazione”: l’esecuzione sommaria di un soldato ogni dieci (anche innocente o scelto a sorte), pratica che non era mai stata applicata prima nell’esercito italiano.

Dodici fanti, estratti a sorte dalla 6ª Compagnia del 142° Reggimento, furono fucilati il giorno dopo e frettolosamente sepolti in una fossa comune. Questa decisione brutale macchiò la gloria della Brigata e trasformò un atto di disperazione in un trauma storico, ponendo gli uomini della Catanzaro al centro di un dibattito sulla giustizia militare e sul terribile logoramento umano della Grande Guerra. Questo evento non è narrato nel video, perché trattato separatamente, ma volevamo ricordarvelo.

La Brigata tornò al fronte ancora sul Carso , per essere poi spostata nell’area del Cadore, fatto che la salvò durante la rotta di Caporetto. Passò in questa fetta di Veneto, combattendo, il resto della Grande Guerra, per vederla passare il Piave  negli ultimi giorni, per la marcia finale verso una meritata vittoria.

Buona visione

 

E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento