Attualità
La «sorpresa» inflazionistica di Powell: un cambio di teorema completo. Che farà la BCE?
Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha annunciato un importante cambiamento nella politica della FED relativamente al problema del “Controllo dell’Inflazione” cessando di considerare il 2% come un tetto e dedicandosi a controllare la cosiddetta “media dell’inflazione”, cioè passando ad una situazione in cui questo limite può superare tranquillamente il 2% purche una sorta di media di lungo periodo si mantenga attorno a quel valore.
Semplificando: con la nuova strategia del “Inflation Averaging” apre ad una situazione in cui la FED non interverrà nel contenimento dell’inflazione, almeno sino a quando questa non diventi così alta da superare la compensazione dei momenti attuali di inflazione bassa. Quindi ‘Inflation Averaging’ significa “non preoccuparti degli aumenti dei tassi o di qualsiasi normalizzazione dei tassi, siamo così disperati di ottenere l’inflazione che la incoraggeremo e vogliamo che i mercati la adorino … è un modo per rassicurare i mercati che non ci sarà mai un altro aumento del tasso di interesse! ” (parole di Bill Blain) , tranne , ovviamente, eventi imprevedibili.
Un cambiamento degli obiettivi inflazionistici della FED si porta dietro un cambiamento anche per quanto riguarda le strategie legate alla disoccupazione ed al lavoro: la dichiarazione della FED parla ora di una politica indirizzata verso “carenze di occupazione dal suo livello massimo” piuttosto che dalle “deviazioni” da un valore di disoccupazione strutturale, come si diceva precedentemente. Questo cambiamento rappresenta uno spostamento verso una risposta asimmetrica circa il divario occupazionale per cui un tasso di disoccupazione inferiore al tasso naturale stimato non è di per sé una ragione sufficiente per inasprire la politica monetaria.
In altre parole, se la disoccupazione raggiungerà un nuovo minimo storico nei prossimi anni, questa non sarà più una condizione sufficiente per una politica restrittiva. La nuova dichiarazione ora descrive anche il livello massimo di occupazione come un “obiettivo ampio e inclusivo”. In un certo senso Willliam Vickrey con la sua ricerca per la piena occupazione è entrato alla FED ed ha cacciato un po’ di austeri germanici con le loro elucubrazioni sul NAIRU e sul NAWRU, per sostituirle con il semplice concetto della “Piena Occupazione”.
naturalmente la politica della FED non diventa una follia di stampa da un giorno all’altro, ma accetterà un valore inflazionistico superiore al 2% senza isterismo e senza interventi immediati, rassicurando quindi i mercati che la politica monetaria resterà generosa per un lungo periodo di tempo. Del resto la FED ha come obiettovo la stabilità dei mercati finanziari per cui la sua politica farà di tutto per mantenere il valore dei mercati finanziari stabili ed elevati per un lungo periodo di tempo. Musica per le orecchie di Trump in questo periodo di campagna elettorale. “rischi per il sistema finanziario che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi del Comitato”. In breve, il vero mandato della Fed rimane quello di mantenere elevati i mercati.
La mossa di Jerome Powell viene a colpire anche la BCE e viene a mandare letteralmente il tilt i tedeschi. Basta leggere la Welt di oggi per capire che si sta diffondendo il panico perchè tutto questo va contro il credo fondamentale dell’economista tedesco: il debito e l’inflazione sono il male assoluto e bisogna soffrire perchè tutti siamo toccati da questo peccato originale. Infatti i risultati del cambio di politica monetaria saranno i seguenti:
- l’inflazione interna, se non vedrà un simile movimento da parte degli altri paesi, porterà ad una leggerà , ma progressiva svalutazione del dollaro. Questo ridurrà il surplus commerciale europeo, tedesco in primis, nei confronti degli USA. Anche se è vero che ormai si profila un nuovo “Asse d’acciaio” che parte da Pechino, passa per Mosca e giunge a Berlino, comunque questa transizione non sarà senza doloro perchè i paesi del Sud Europa, questa volta, non potranno riassorbile le produzione dell’industria tedesca. In attesa di esportare tutto a Pechino o a Teheran, ponendosi in diretta rotta di collisione con Washington, a chi venderanno i tedeschi?
- se la politica economica della BCE non verrò modificata in modo più espansivo e, soprattutto, permanente, l’effetto di contrapposizione fra blocco anglosassone e blocco europeo avrà, come effetto, quello di far apparire ancora più restrittiva la politica europea, mandando ancore più in negativo i tassi europei e quindi aumentando la pressione speculativa sugli asset tedeschi. Esattamente quello che la BuBa vorrebbe evitare…
Una buona politica per la BCE sarebbe quella di riprendere l’ultimo Mario Draghi che aveva consigliato una politica monetaria simile, anche se più light, nella quale l’inflazione al 2% veniva considerata come un obiettivo morbido e superabile in un’ottica di media. Poi è arrivata la Lagarde e come prima cosa parlò, sotto dettatura tedesca, di ridefinire gli obiettivi di inflazione, abbassandoli. Ora Covid-19 e politica della FED mettono queste velleità in forte dubbio, tranne che non si voglia un euro a 1,5 sul dollaro, un’Europa deindustrializzata ed una festa continua per redditieri e speculatori. Non scherziamoci troppo: qualcuno pare ancora sognare l’euro agganciato all’oro…
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