Attualità
La settimana rossa
Un pezzo di storia italiana poco conosciuto
Il periodo antecedente la Grande Guerra fù foriero di tumulti e caotiche intenzione per la giovane Italia, congiunta ufficialmente il 17 Marzo del 1861 senza però che i buoni propositi stipulati dagli Italici si traducessero in un felice matrimonio. Soltanto il carnaio della Grande Guerra edificherà nel sangue il mito dell’Italia unita, rigenerata nella dance macabre delle trincee che iniziarono la fine dell’Europa. I primi del ‘900 vide il sorgere di movimenti culturali e avanguardie artistiche che coll’azione influenzarono la politica rendendo difficilmente distinguibili i confini dell’una e dell’altra; la fine della Belle Epoque rese maggiorenne il Belpaese che smise gli abiti dell’ossequioso cortigiano nei confronti dei Fratelli maggiori Inglesi e Francesi, per tentare di emanciparsi col genio Italico che tanto rese grande il continente Europeo. Tali avanguardie cominciarono a mettere in discussione la Monarchia e il parlamentarismo trasformista che rese i Liberali ottocenteschi padroni del giogo politico fin dagli uffizi del Cavour.
D’altro canto le istanze governative rimanevano saldamente in mano ai LIberali personificati degnamente da Giolitti, che ben si pose al teatrino dei convenevoli tra Destra e Sinistra storica quale assoluto gran cerimoniere. Casa Savoia aveva purtroppo deciso di perseguire il ruolo di conquistatore, più che di unificatore, scelta resa emblematica da Vittorio Emanuele che decise per il mantenimento della numerazione di successione adottata dai Savoia. Nessun primo Re d’Italia, dunque, piuttosto Esarca come ai tempi di Odoacre.
Alle rimostranze dei cittadini delusi dai governi del regno e che protestavano per le condizioni di indigenza cui erano costretti si preferì rispondere coi Beccaris, che a Milano tinse col sangue dei popolani il selciato di Porta Ticinese.
A tal proposito Giosuè Carducci indicò ciò che accadde durante il 1898 come le cinque giornate al rovescio, tracciando un tragico parallelismo rispetto allo slancio insurrezionale che diede il là ai moti rivoluzionari del ’48.
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