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Politica

La Sentenza di Roma è talmente assurda da essere inapplicabile

La sentenza di Roma non solo è impossibile da applciare, ma anche in netto contrasto con quanto attuato da altri starti europei. Ora è tempo di un chiarimenti definitivo e generale.

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In latino esiste la frase che afferma “Ad impossibilia nemo tenetur”; nessuno è tenuto a compiere imprese impossibili. Eppure la sentenza curiosa della giudice Luciana Sangiovanni da Roma spinge verso questa direzione, utilizzando, una sentenza della Corte di Giustizia Europea ed estendendola al limite. Così facendo però pone la base per la demolizione della sentenza stessa, anzi forse, finalmente mette il fondamento per una revisione completa dei rapporti giuridici fra legislazione nazionale ed europea.

Passiamo a considerare la questione per punti:

La sentenza europea di riferimento

La sentenza di riferimento della CGEU, ripresa da Musso,  afferma:

La designazione di un paese come paese di origine sicuro dipende (…) dalla possibilità di dimostrare che, in modo generale e uniforme, non si ricorre mai alla persecuzione quale definita all’articolo 9 della direttiva 2011/95, tortura o pene o trattamenti inumani o degradanti e che non vi sia alcuna minaccia dovuta alla violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato internazionale o interno. Le condizioni stabilite in tale allegato devono essere rispettate in tutto il territorio del paese terzo interessato affinché quest’ultimo sia designato come paese di origine sicuro. (…) L’articolo 37 della direttiva 2013/32 deve essere interpretato nel senso che: essa osta a che un paese terzo sia designato come paese di origine sicuro qualora talune parti del suo territorio non soddisfino le condizioni sostanziali per una siffatta designazione, enunciate nell’allegato I di tale direttiva.

Se estendiamo la definizione di “Tutto il territorio nazionale” anche l’Italia NON è una nazione sicura. Senza voler fare un pedissequo elenco di casi potremmo ricordare le denunce di torture nelle carceri, o il caso Cucchi, e parliamo di casi saliti agli onori delle cronache. Se le condizioni inumane “devono essere rispettate in tutto il territorio del paese” Allora neanche l’Italia rispetta questo criterio, il tutto sancito da sentenze CEDU. Però se l’Italia non è sicura, quale lo è ?

Appare evidente che qualsiasi norma, presa in modo letterale, giunge a limiti assurdi. Sta al giudice interpretarla in modo che sia coerente con la realtà dei fatti.

Mandiamo centinaia di migliaia di turisti in un “Paese non sicuro”

Altra assurdità deriva dal fatto che, se l’Egitto fosse un paese così insicuro per il rispetto dei diritti, allora l’Italia nel 2023 ha mandato 800 mila turisti in un luogo pericoloso. Il Ministero degli Esteri dovrebbe subito intervenire, vietando i limitando il turismo in quel paese. Oppure, semplicemente, è insicuro come gran parte dei paesi del mondo?

La Germania consegna gli afgani al governo talebano, ma li va bene

Poi c’è il clamoroso caso della Germania che ha rimpatriato 28 cittadini afgani lo scorso 30 agosto, consegnandoli direttamente al governo Talebano. Quindi l’Afghanistan è un paese sicuro e l’Egitto, o il Bangladesh no ? Chi ha interpretato correttamente la legge? La Germania o l’Italia? Non è che la Germania può farlo solo perché governata dal socialdemocratico Scholz?

L’Estonia effettua il 98% di espulsioni in modo forzato, anche in questo caso verso paesi, come la Russia, dove non c’è certezza di assenza di violazioni dei diritti umani. Anche l’Estonia sbaglia?

Finalmente ci saranno dei chiarimenti

Domani è stato convocato un consiglio dei ministri che verrà a compiere due valutazioni:

  • la prima chiarire in modo definitivo la lista dei paesi che sono sicuri e quelli che non lo sono, in modo che la decisione non sia contestabile;
  • iniziando comunque l’impugnazione della decisione del giudice di Roma;
  • sarebbe perfino utile che qualcuno prenda l’iniziativa di una norma di legge che stabilisca in modo definitivo l’inviolabilità dei confini e la superiorità dell’art:52,  quello che impone ai cittadini la difesa dei confini, su qualsiasi diritto europeo, di qualsiasi livello. Come sottolinea, con l’abituale capacità e conoscenza, Luciano Barra Caracciolo, ci sono già casi ben chiari di questa prevalenza applicata, ad esempio, in Germania. Appare ora di vederla applicata anche in Italia.

Inoltre la maggioranza, come nota giustamente Musso nel blog di Nicola Porro, deve cessare di mostrarsi timida nell’esercizio del potere e deve decidersi a effettuare nomine, a ogni livello, dal CSM alla Corte Costituzionale, di persone preparate, abili, intelligenti e, soprattutto, finalmente immuni al verbo della politica socialista e globalista.


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