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La Russia sta completando l’adattamento dei propri sottomarini all’uso del super siluro Poseidon, l’arma della fine del mondo

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L’agenzia di stampa russa TASS ha riferito questa settimana che, secondo il Ministero della Difesa russo, i piani di sviluppo delle infrastrutture per l’aggiornamento delle operazioni dei sottomarini nucleari della flotta del Pacifico dovrebbero essere completati all’inizio del 2024. Le operazioni nel Pacifico, un tempo considerate un elemento a lungo trascurato della marina russa, sono state sottoposte a un rinnovamento dal 2015 su ordine del Cremlino. Il completamento dei miglioramenti della base coincide con lo spiegamento dei nuovi super siluri Poseidon, anch’essi commissionati nel 2015.

Sebbene la TASS sia spesso accusata di agire come piattaforma di propaganda per il governo russo, gli sviluppi del siluro Poseidon sono confermati da più fonti, tra cui il Dipartimento della Difesa e il Congresso degli Stati Uniti.

La prima consegna di siluri Poseidon è stata annunciata ufficialmente nel gennaio del 2023 e nello stesso periodo sono stati testati dei proiettili fittizi nell’Artico. Le armi, che alcune fonti definiscono “terrificanti siluri dell’Apocalisse”, sono lunghe 22 metri, anche se le stime sulla resa nucleare delle armi variano notevolmente. Alcuni esperti sostengono che il Poseidon possa trasportare una testata da 2 megatoni, mentre altri sostengono che sia in grado di trasportare fino a 100 megatoni. Una testata da 2 megatoni sarebbe 100 volte la potenza esplosiva delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki nella Seconda Guerra Mondiale.

Ma cosa rende il Poseidon più pericoloso della media delle testate nucleari? I dati sul dispositivo sono limitati, ma si sospetta che i siluri siano un misto di tecnologia missilistica e drone. Hanno un motore a propulsione nucleare e possono viaggiare a 120 km/h sott’acqua (rendendo difficili le contromisure). Per dare un’idea della velocità, il sottomarino nucleare statunitense medio viaggia a circa a 45 km/h all’ora (i dettagli completi sono top secret), mentre il siluro subacqueo statunitense medio viaggia a circa 70 km/h. In altre parole, catturare e uccidere un siluro Poseidon sarebbe quasi impossibile, per lo meno con i mezzi attualmente noti.

Il sistema Poseidon funziona essenzialmente come una testata nucleare subacquea autonoma e veloce, in grado di sorvegliare le coste nemiche per lunghe distanze fino a quando non gli viene ordinato di colpire un determinato obiettivo.

Per il suo design, il Poseidon non è considerato un’arma da primo colpo, ma è invece destinato ad agire come un asso nella manica dopo l’attacco. In altre parole, anche se un gran numero di strutture di lancio nucleari russe venisse distrutto in un primo attacco, e anche se i sottomarini russi venissero contrastati, la Russia avrebbe ancora i siluri Poseidon che viaggiano sotto gli oceani in attesa di colpire obiettivi in uno spazio di battaglia in evoluzione, agendo indipendentemente dalla propria flotta di sottomarini. Per estensione, se le difese statunitensi o europee migliorassero per intercettare i missili intercontinentali standard, il Poseidon sarebbe ancora in grado di consegnare carichi nucleari a obiettivi costieri.

Detto questo, le armi hanno un potenziale di primo attacco, data la loro velocità e la relativa difficoltà di difesa contro di esse. Possono essere usate non come sistema di attacco diretto, ma come sistema indiretto, esplodendo appena al largo della costa di una città bersaglio, creando un’onda di marea radioattiva di 500 piedi. Possono anche essere usati come arma a cavitazione che spazza via interi gruppi da battaglia di portaerei.

Secondo le stime del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la Russia sta costruendo o riadattando almeno quattro sottomarini nucleari per trasportare i grandi siluri e sono in costruzione almeno 30 Poseidon. Le ultime notizie sull’imminente completamento delle infrastrutture per le basi del Pacifico suggeriscono che questi preparativi sono quasi terminati.

Con la guerra in Ucraina che continua senza sosta e il Paese che agisce come un vero e proprio proxy della NATO, la questione del conflitto nucleare tra l’Occidente e la Russia è stata spesso presa in considerazione. Anche se è improbabile che uno scambio nucleare possa portare benefici misurabili a entrambe le parti, il potenziale è sempre presente. Con la Bielorussia apparentemente pronta a stabilire siti nucleari tattici russi all’interno dei propri confini quest’anno e Vladimir Zelensky che questa settimana ha ammesso che l’Ucraina è “a corto di munizioni”, c’è da chiedersi come il conflitto si intensificherà nei prossimi mesi.


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