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La Russia non lancerà più satelliti europei. Quasi una buona notizia, se non avessimo dismesso ASI…

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A un mese dall’invasione dell’Ucraina, continua la rottura delle relazioni spaziali tra Russia e Paesi occidentali. La Russia e l’Occidente avevano eccellenti relazioni nello spazio prima dell’invasione dell’Ucraina. La Russia ha fornito agli Stati Uniti propulsori per razzi, ha supportato le operazioni sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e ha persino lanciato satelliti europei in orbita terrestre bassa (LEO). Del resto l’Europa a trazione germanica pensa sempre e solo a risparmiare, e i russi erano fornitori a basso costo.

Con l’imposizione delle sanzioni tutto questo è però scomparso improvvisamente. Addirittura si rompono le relazioni per il proseguimento della ISS

Il principale funzionario spaziale russo, Dmitry Rogozin, è stato citato da TASS dicendo che tutti i lanci di razzi per i satelliti europei saranno ora utilizzati per le compagnie russe e i “paesi partner”. Prosegue quindi la de – globalizzazione, anzi va avanti a passi da gigante.

Nel caso specifico però l’Europa non è colta impreparata, anzi questa scelta potrebbe rivitalizzare i progetti che avevamo in atto e che poi erano stati ridotti perché, tanto, c’erano sempre i russi disponibili. Europa ha i lanciatori Ariane 5 e 6, pesanti, di origine francese, e il lanciatore leggera Vega, sviluppato originalmente dall’Italia e dall’ASI con Fiat Avio. Dopo alcuni lanci problematici ha avuto 3 successi di fila nel 2021 e nel 2022 ha già sette lanci programmati.

Alla fine si tratta di produrre un po’ più di razzi italiani e francesi, e non ci sono problemi nel mandare in orbita i satelliti, per fortuna, tanto più che Vega ha già pronto l’erede, il sistema più potente, Vega C…  Stupidamente il PNRR ha però finanziato ESA e non ASI, per cui i soldi che abbiamo preso in prestito dalla UE andranno a favoie qualcun altro. Che genialità!


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