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La Russia ha riserve di carbone per almeno un altro secolo, nonostante le sanzioni

La Russia ha riserve di carbone enormi, per circa 100 anni, nonostante le sanzioni ne stiano rendendo l’estrazione e la commercializzazione più problematiche

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La Russia ha annunciato di possedere riserve di carbone per oltre un secolo, a testimonianza del suo ruolo di attore chiave nel panorama energetico globale nonostante le sanzioni occidentali.

Secondo Alexander Kozlov, Ministro russo delle Risorse Naturali e dell’Ambiente, le riserve di carbone del Paese sono stimate in ben 273 miliardi di tonnellate, con 46,4 miliardi di tonnellate attualmente estratte.

Anche con l’aumento della produzione, che raggiungerà i 392 milioni di tonnellate nel 2023, Kozlov ha sottolineato che la fornitura di carbone della Russia durerà per più di 100 anni ai livelli attuali. Questo annuncio arriva in un momento in cui l’industria carbonifera russa, proprio come i settori del petrolio e del gas, è sottoposta a notevoli pressioni a causa delle sanzioni occidentali che hanno fatto seguito all’invasione dell’Ucraina nel 2022.

Queste sanzioni hanno costretto i minatori russi a riorientare le loro esportazioni verso l’Asia, spesso con forti sconti per rimanere competitivi. Tuttavia, quest’anno le esportazioni russe di carbone verso l’Asia hanno dovuto affrontare delle difficoltà a causa dell’intensa concorrenza sui prezzi da parte dei principali produttori di carbone, come l’Indonesia e l’Australia. Nonostante le sue vaste riserve, le esportazioni russe di carbone verso l’Asia sono crollate a marzo, quando i prezzi più bassi del carbone proveniente dall’Indonesia, dal Sudafrica e dall’Australia si sono rivelati una dura concorrenza.

Per il mercato energetico globale, le vaste riserve di carbone della Russia sono un’arma a doppio taglio. Da un lato, rappresentano una fornitura stabile a lungo termine per i Paesi asiatici che cercano di diversificare le proprie fonti energetiche. Dall’altro, le attuali dinamiche del mercato del carbone, unite alle preoccupazioni ambientali e alla spinta globale verso un’energia più pulita, sollevano dubbi sulla sostenibilità a lungo termine del carbone come pietra angolare delle esportazioni energetiche della Russia.

Sebbene il carbone rimanga una parte cruciale del portafoglio energetico russo, il cambiamento in corso nelle preferenze energetiche globali e le pressioni competitive di altri Paesi produttori di carbone potrebbero mettere in discussione la posizione dominante della Russia nel settore.


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