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La ricetta economica di Milei funziona eccome

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La politica della motosega evidentemente sta funzionando eccome. Qualcuno guardava con un sorriso alle ricette lacrime e sangue di tagli indiscrimanti ( per questo la motosega, una cui riproduzione ha relagato a Giorgia Meloni durante la sua recente visita a Buenos Aires) della spesa pubblica improduttiva per un paese, che da anni registra tassi di inflazione a due cifre. Malgrado le ovvie difficoltà che il presidente argentino ha dovuto incontrare nei primi mesi, quando ha dovuto mettere mano ad una situazione letteralmente disastrosa, ora la sua ricetta se,bra funzionare eccome, malgrado il grande scettiscismo che ha sempre circondato Milei fin dal suo insediamento. Ora infatti, anche i grandi istituti finanziari mondiali riconsocono i suoi meriti. Ultimo in ordine di tempo l’FMI, che aveva eleragitoun prestito monstre da 57,1 miliardi nel 2018 all’Argentina guidata da Ferdinando Macri.

“Vamos a terminar con el cáncer de la inflación”: sono state le aprole pronunciate daJavier Milei, durante il dibattito pre-elettorale con Sergio Massa, ministro dell’Economia uscente e candidato presidente dell’Argentina per il peronismo. Milei aveva anche ribadito l’intenzione di dollarizzare l’economia e chiudere la banca centrale. Non lo ha fatto, ma sull’inflazione ha mantenuto la promessa, riuscendo in una missione straordinariamente difficile.

Subito dopo l’elezione di Milei, l’inflazione mensile in Argentina ha raggiunto il 25 per cento, ovvero il 1400 per cento circa a tasso annualizzato. Il dato mensile era già stabilmente sopra il 5 per cento sin dal 2022 e aveva superato il 10 per cento poco prima delle elezioni presidenziali di novembre 2023.

L’Argentina del governo Milei ha raggiunto il pareggio di bilancio nel 2024, partendo da un deficit di oltre il 5%. La spesa pubblica è stata ridotta del 28% in termini reali nei primi 11 mesi dell’anno. I tagli più importanti riguardano gli investimenti pubblici e le pensioni, che da soli valgono la metà della riduzione. La spesa pubblica primaria si è ridotta del 28% in termini reali nei primi 11 mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo dato supera le aspettative del Fondo Monetario Internazionale, che a inizio anno stimava un calo del 18% per il 2024. Milei ha firmato un decreto in cui ha declassato a segretariati 9 dei 18 ministeri, tra cui quello dell’ambiente, dell’istruzione e della cultura. Il contemporaneo licenziamento di dipendenti pubblici ha portato a un risparmio di spese operative del 22% reale.

Una cura drastica come quello che chiedeva invano da anni il Fondo monetario internazionale ai precedenti governi ( anche per rientrare del prestito erogato, forse con troppa generosita). Ed è anche per questo che ora lo stesso Fmi riconsoce i meriti del nuovo presidente argentino, il cui sforzo sembra avere dei controni miracolosi. Tutto ciò ha convinto lo steeso fondo a valutare una nuova erogazione verso il paese sudamericano.

“Le autorità argentine hanno espresso formalmente il loro interesse ad accedere ad un nuovo programma di finanziamento e i negoziati sono in corso”, ha affermato oggi la portavoce dell’organismo di credito multilaterale, Julie Kozack sottolineando che “l’attuale programma Extended Fund Facility (Eff) conclude alla fine di quest’anno”.
Kozack ha nuovamente elogiato i risultati del programma di riordinamento macroeconomico portato avanti dal governo Milei definendoli “impressionanti” e sottolineando in particolare “la riduzione dell’inflazione, l’avanzo fiscale e il miglioramento delle riserve”.

Laureato in Economia presso l’Università di Belgrano, ha conseguito due master presso l’Istituto per lo Sviluppo Economico e Sociale (Ides) e l’Università Torcuato di Tella. Nella tarda adolescenza, dal 1987 al 1989, è stato portiere dei Chacarita Juniorsnelle divisioni inferiori, oltre ad aver cantato nella band “Everest”, in cui ha  suonato soprattutto musica dei Rolling Stones.

Dopo essere stato economista presso diversi enti pubblici nazionali e internazionali e per il gruppo bancario Hsbc, è diventato membro del B20, il Gruppo di politica economica della Camera di Commercio Internazionale, e del Forum Economico Mondiale. Specialista in crescita economica, Milei per più di 21 anni è stato professore di materie economiche nelle università argentine.

Dopo il suo insediamento nel dicembre 2023, Milei ha avviato una serie di riforme che, seppur controverse, hanno prodotto risultati iniziali significativi. Nei primi sei mesi del 2024 l’inflazione è scesa sotto il 100%, un traguardo raggiunto grazie a una stretta monetaria e alla riduzione del deficit fiscale. Parallelamente, il settore privato ha beneficiato di incentivi fiscali e di una semplificazione delle normative.

“L’Argentina sta dimostrando di poter risorgere,” ha dichiarato Milei in un intervento al Congresso. “La dollarizzazione non è solo una scelta strategica, ma una via verso una stabilità mai sperimentata prima.”
Anche gli investitori stranieri, attratti da un contesto meno regolamentato e dalla promessa di stabilità monetaria, stanno iniziando a vedere l’Argentina come una nuova opportunità. E Milei non è piu appezzato solo in patria ma anche all’estero. Basti pensare all’accoglienza trionfale che gli è stata attribuita dalla platea alla festa di Atreju, in cui ha incarnato alla perfezione il ruolo del trascinatore. Chissà forse di questi tempi forse solo un matto (tra i tanti appellativi il loco è tra quelli piu usati) poteva pensare di risolvere una stuazione cois drammatica come quella argentina.

 


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