Euro crisis
La prospettiva del premio Nobel Phelps sulla Grecia, ed alcune nostre osservazioni.
Recentemente Project Syndicate ha pubblicato un interessante articolo del premio Nobel Edmund Phelps in relazione alla crisi greca, ed alle sue possibili soluzioni.
Potete trovare l’articolo nella sua interezza qui .
Il professor Phelps critica una visione molto diffusa della crisi greca. La sua critica parte dalla visione della crisi solo come effetto dell’austerity e del calo della spesa pubblica. Dati alla mano dimostra che la spesa pubblica ancora dopo gli ultimi forti tagli effettuati nella prima metà del 2015 è superiore, o praticamente allo stesso livello, del 2003, mentre nel periodo 2008 / 2012 è stata molto più elevata rispetto al periodo precedente. La crisi dell’occupazione, iniziata nel 2006, non sarebbe quindi legata al taglio della spesa pubblica, e la soluzione della stessa non proverrebbe da un incremento della spesa pubblica, difficile da finanziare nella situazione attuale, ma all’applicazione delle “Giuste riforme”, che assicurerebbero il rimborso del debito dovuto.
Il professor Phelps pone in luce molti punti interessanti e corretti. Ad esempio è vero che la spesa pubblica è a livelli del 2003,
ed anche rispetto al GDP il calo è stato minimo:
Però ricordiamo che l’esplosione della spesa pubblica è comunque correlata anche ad altre realtà ed è stata una risposta alla crisi del 2007.
Se consideriamo la Germania, ad esempio,
vediamo come la spesa pubblica sia cresciuta per poi non calare, come avvenuto in Grecia.
Guardiamo ora il Regno Unito:
Insomma… in nessun paese sta calando la spesa pubblica come richiesto, ed eseguito, dalla Grecia.
Quindi se la soluzione non è la spesa pubblica, non è neppure il problema. Qual’è il problema ? Quali poi sono le riforme richiesta da Phelps? Perchè è facile parlare sempre di riforme, senza indicarle. Infatti se passiamo a considerare produttività del lavoro e costo unitario del lavoro in Grecia, abbiamo delle sorprese:
Al contrario di quanto dicano molti nostri ignorantissimi e prevenuti politici, i Greci lavorano molte ore….
Se invece passiamo a considerare il Costo unitario del Lavoro,
vediamo come il loro costo unitario del lavoro sia letteralmente precipitato: i greci lavorano molto e guadagnano relativamente poco. (attenzione alla nostra pericolosissima posizione come costo del lavoro….. non come paga netta…)
Ciò detto che riforme chiediamo ai greci ? Tagliare ancora di più le remunerazioni ? Lavorare di più ? “Una maggiore efficienza del settore pubblico”, che è una sorta di moloch da accompagnarsi all'”Evasione fiscale”? Ed oggettivamente, quando incominciano i problemi greci?
Vediamo la produzione industriale greca :La produzione industriale greca , come pure quella italiana, vedono tarparsi le ali dopo l’entrata della Grecia nella moneta unica. Evidentemente vi è un elemento di sopravvalutazione forzata nella stessa per i paesi mediterranei, che distrugge la loro industria, contro la quale persino i tagli del costo del lavoro non servono a nulla. Forse questi tagli sarebbero utili solo se accompagnati a forti investimenti per il recupero di produttività, investimenti che nessuno evidentemente ritiene fare in paesi che appaiono con moneta sopravvalutata.
Quindi il problema greco non è la spesa pubblica, ma non è neppure la produttività del lavoro. Evidenze oggettive mostrano che tutto ha iniziato ad andare male con l’introduzione della moneta unica.
Cosa sarebbe successo senza Euro ? Beh del senno di poi son pieni i fossi, ma facciamo una estrapolazione.
Abbiamo elaborato dati FMI sul PIL . La curva verde scuro sono i dati FMI, anche previsionali… quindi non prendeteli molto sul serio dopo il 2014. La curva verde chiaro è una elaborazione delle previsioni attuali sul PIL greco sino al 2016, e quella rossa è una nostra elaborazione basandoci sul tasso di sviluppo del PIL prima dell’euro. Vediamo come l’Euro, essendo sopravvalutato per la Grecia, abbia condotto ad un apparente boom del PIL dal momento in cui sono stati applicati i tassi di cambio fissi, Boom che è stato pagato duramente dopo. Ora la Grecia è in depressione e caricata con un debito oppressivo. La Linea rossa mostra invece come una crescita senza moneta unica sarebbe stata meno forte per il periodo 1998-2006, ma alla fine sarebbe stata pari, se non superiore, alle prospettive attuali, con la differenza che lo stato ellenico vi sarebbe giunto con una situazione industriale e di finanza pubblica meno compromesso.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.