Economia
La presidenza Trump sarà tutta legata al gas naturale
Il nuovo segretario del Tesoro Scott Besset punterà seccamente sull’aumento della produzione di idrocarburi, ma ancher se parla di petrolio, sarà soprattutto gas naturale. I quattro anni di Trump saranno quelli del Gas Naturale
All’inizio dell’anno, la società di analisi energetica Wood Mackenzie ha previsto che una seconda presidenza Trump potrebbe mettere a rischio una parte enorme degli investimenti nelle energie rinnovabili, aumentare le emissioni di carbonio di 1 miliardo di tonnellate in più entro il 2050 e ritardare il picco della domanda di combustibili fossili di 10 anni rispetto alle previsioni attuali. Non sorprende che WoodMac si aspetti che il settore dei combustibili fossili tragga vantaggio da Trump: gli analisti hanno previsto che una minore spesa per l’energia a basse emissioni di carbonio potrebbe far aumentare la domanda di gas naturale del 6%, ovvero di 6 miliardi di cf/giorno entro il 2030.
Ora gli analisti delle materie prime di Standard Chartered hanno condiviso questa opinione. StanChart osserva che dopo la recente nomina di Scott Bessent a Segretario del Tesoro, la sua sessione di giugno del Manhattan Institute, in cui ha parlato a una conferenza intitolata “Towards a New Supply-Side: The Future of Free Enterprise in the United States” viene esaminata come una potenziale guida alla politica.
Durante l’intervento, a Bessent è stato chiesto quale versione del piano economico delle tre frecce del defunto Shinzo Abe consiglierebbe al presidente entrante Trump. Il “Piano delle tre frecce” si basava, come afferma il nome stesso, su tre punti: una politica monetaria espansiva, una politica fiscale controllata e una strategia puntata alla crescita.
Per chi non lo sapesse Bessent, che è un ammiratore di Abe, ha proposto le proprie tre fecce, i tre obiettivi: una crescita economica del 3%, di un taglio del deficit di bilancio pari al 3% del PIL entro la fine dell’amministrazione e di “tre milioni di barili equivalenti di petrolio in più al giorno dalla produzione energetica degli Stati Uniti”.
StanChart fa notare che molti commentatori stanno interpretando [erroneamente] i commenti di Bessent nel senso che vorrebbe esortare l’amministrazione Trump ad aumentare la produzione di greggio degli Stati Uniti di 3 milioni di barili al giorno (mb/d), pari a un enorme 30%, per arrivare a circa 16,5 mb/d entro il 2028. Secondo gli analisti, Bessent intendeva l’aggiunta di 3 milioni di barili di petrolio equivalente (mboe/d) alla produzione energetica statunitense entro il 2028, un obiettivo ben alla portata dei produttori americani.
StanChart sottolinea che la produzione statunitense di petrolio e gas è attualmente di ~40,7mboe/d. La produzione statunitense di petrolio e gas è cresciuta in media di circa 123 kboe/d al mese dal 2015, il che significa che per aggiungere 3 mboe/d ci vorrebbero meno di 25 mesi. Gli esperti di materie prime hanno notato che il 41% dell’aumento successivo al 2015 è derivato dal gas naturale, il 28% dai liquidi del gas naturale (NGL) e solo il 28% dal greggio. StanChart ha previsto che la componente di greggio del prossimo aumento di 3 mboe/d sarà probabilmente molto inferiore al 20%, con il gas naturale che potrebbe essere lo strumento principale per raggiungere gli obiettivi energetici della nuova amministrazione, dato che la crescita della produzione di greggio diventa sempre più difficile.
WoodMac e StanChart non sono gli unici tori del gas naturale. La scorsa settimana, Morgan Stanley ha previsto che il mercato del gas naturale statunitense è pronto a entrare in un nuovo ciclo di crescita della domanda grazie all’aumento delle esportazioni di GNL e all’incremento della domanda di elettricità.
Negli ultimi anni, decine di opinionisti ed esperti del settore hanno previsto che la quarta rivoluzione industriale in corso porterà a una crescita senza precedenti della domanda di elettricità negli Stati Uniti e nel mondo. L’anno scorso, la società di consulenza del settore energetico Grid Strategies ha pubblicato un rapporto intitolato “The Era of Flat Power Demand is Over” (L’era della domanda piatta di energia elettrica è finita),in cui si evidenziava che i pianificatori di rete degli Stati Uniti – utility e operatori di trasmissione regionale (RTO) – avevano quasi raddoppiato le proiezioni di crescita nelle loro previsioni quinquennali sulla domanda. Per la prima volta da decenni, si prevede che la domanda di elettricità negli Stati Uniti crescerà fino al 15% nel prossimo decennio, grazie al boom dell’intelligenza artificiale (AI), della produzione di energia pulita e delle criptovalute.
Nel frattempo, StanChart afferma che i fondamentali del mercato petrolifero sarebbero a favore di uno scioglimento di alcuni tagli OPEC+, ma il sentimento del mercato giustifica una pausa.
In precedenza, StanChart ha previsto che le azioni dell’OPEC+ determineranno probabilmente la traiettoria del prezzo del petrolio a breve e medio termine. Secondo StanChart, gran parte del sentimento negativo che ha dominato i mercati petroliferi negli ultimi tre mesi può essere attribuito a malintesi sul meccanismo di tapering dei tagli volontari effettuati da otto Paesi OPEC+.
Molti operatori temono che l’equilibrio tra la crescita della domanda di petrolio e la crescita dell’offerta non OPEC+ possa non compensare l’entità del ripristino della produzione OPEC+, lasciando i mercati petroliferi in eccesso di offerta. Tuttavia, gli esperti hanno sottolineato che questa ipotesi è in contrasto con le continue rassicurazioni da parte dei membri dell’OPEC+ che il tapering dipenderà completamente dalle condizioni di mercato e non sarà automatico.
L’attenzione dei trader si è concentrata sulla questione di quanti barili potrebbero essere restituiti prima che emerga un’eccedenza; tuttavia, il posizionamento e le dinamiche dei prezzi implicano che la risposta a questa domanda è zero. In un comunicato stampa del 3 novembre, l’OPEC ha annunciato che l’aumento della produzione sarà posticipato di un mese, fino all’inizio del 2025.
OPEC+ probabilmente vuole attendere che le previsioni sul 2025 si consolidino: non ci sono dubbi in generale sulla solidità dell’economia, ma ci sono invece dei problemi relativamente a quale percorso verrà preso e , per questo, il cartello sta attendendo prima di decdere un aumento della produzione.
Nel frattempo però gli USA di Trump spingeranno molto sulle nuove estrazioni di idrocarburi, e se non sarà petrolio, sarà gas naturale.
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