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La premessa per non sovranisti del manuale di autodifesa per sovranisti

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Voglio convincervi, cari non populisti, cari anti-sovranisti, che vale la pena leggere il “Manuale di autodifesa per sovranisti”. È una questione di coerenza, dopotutto: le pagine del testo parlano un bel po’ di persuasione e soprattutto di persuasione occulta. Ma non voglio fare il misterioso e l’asso nella manica è quello della confessione. E, dunque, ammetto che questo è indubbiamente un libro fazioso, un libro di parte; ma è un libro fazioso sui generis.

In effetti, tutti i libri, soprattutto quelli di economia, politica, critica sociale, sono faziosi o di parte. Per la semplice ragione che essi costituiscono una “finestra” particolare sul mondo. E la finestra è quella dell’autore che è condizionato da tutta una sommatoria personale di esperienze, studi, letture, approfondimenti (tanto più monumentale quanto più è ingiallita la carta di identità dello scrittore). Quindi sono pieni zeppi di pregiudizi. Ma allora, in cosa questo libro fazioso ambisce a distinguersi da tutti gli altri libri, pure faziosi per quanto anzidetto, sull’Unione europea e sull’euro? Ve lo dico subito: si distingue nella pretesa di non nascondere, ma anzi di svelare d’emblée, e proprio attraverso il prologo, quali sono i pre-giudizi di fondo da cui è partito.

Le due idee sottese al manuale, preliminari e pregiudiziali a tutto il suo sviluppo, sono le seguenti:

  1. l’euro e l’Unione europea, come abbiamo imparato a conoscerli e come sono stati realizzati attraverso i loro trattati istitutivi, non sono progetti “buoni”, nel senso di funzionali e propizi al benessere e al progresso dei cittadini e dei popoli europei, ma “cattivi”, vale a dire concepiti male, realizzati peggio e profondamente sbagliati in sé e per sé;
  2. l’euro e l’Unione europea, come dianzi descritti, non sono un errore non voluto, un effetto involontario delle migliori intenzioni; non costituiscono, cioè, un progetto viziato da sviste in buonafede benché genuinamente popolare e promanante dal basso. Al contrario: sono un disegno calcolato – e deciso proprio così, con tutta la sua “perversità” – nonché elitario, calato dall’alto come una camicia di forza sui popoli europei. E spesso a loro insaputa.

I due pre-giudizi appena confessati costituiscono un po’ il trait d’union, vale a dire il filo rosso, e logico, dell’intero manuale. Ho scritto: filo logico. Non a caso. Una volta mi è capitato di leggere una frase fantastica tracciata su un muro con lo spray: c’è un filo logico e la gente ci inciampa sempre.

Ecco, questo libro ha un filo logico, sotteso ai vari capitoli da cui è composto, su cui – ve lo garantisco – non rischierete di inciampare. Ma vi dovete anche un po’ fidare sulla parola. Nel senso di sospendere, almeno per il tempo della lettura, ogni vostro altro pregiudizio (magari positivo) sull’Unione, facendo finta che i miei due pregiudizi siano perfettamente fondati. Dite che vi chiedo un atto di fede? Ma chi non ve lo chiede, oggi? La stessa UE, come avrete modo di verificare proseguendo nella lettura, si regge su un atto di fede, alla stessa stregua di molte religioni. E per capire il senso di questo lavoro dovete fare un po’ la stessa cosa, ma per gioco, con ludica consapevolezza: dare per scontate le due pregiudiziali di cui sopra.

Vedete, se sono vere quelle due pregiudiziali, allora acquista un senso molto più profondo e compiuto l’idea di quest’opera: che, cioè, siano state effettivamente impiegate – nel corso dello sviluppo, dell’inveramento storico, della traduzione in realtà istituzionali, economiche, politiche e giuridiche della UE – le tecniche di manipolazione di cui parlo nel testo. E che siano state impiegate con una finalità ben precisa. Tecniche dalla tradizione secolare, in alcuni casi, oppure più recenti, elaborate dalla psicologia cognitiva e comportamentale del Novecento, tratte dal sapere strategico orientale o dalla cultura dialettica e retorica greco-romana.

Sia come sia, le tecniche manipolative di cui dimostro l’impiego – e rispetto alle quali cerco di insegnare le adeguate contromisure – si inseriscono in un quadro assai più comprensibile se l’euro e l’Unione europea sono riassumibili in quel paio di assunti di cui sopra:

  1. un progetto sbagliato e “cattivo” alla radice;
  2. un progetto intenzionalmente sbagliato e “cattivo” alla radice.

Se sono vere queste due premesse, allora è senz’altro plausibile che chi ha ideato e sintetizzato a tavolino, il progetto, abbia anche fatto uso di tecniche di persuasione subdola, se non occulta.

Ora, posto che l’impiego delle tecniche “smascherate” da questo testo è innegabile, come il libro si incarica di dimostrarvi, è evidente che i due pre-giudizi di cui sopra cessano di essere tali e si trasformano, piuttosto, in ipotesi assai credibili: infatti, se il progetto dell’euro e dell’Unione europea fossero buoni e “innocenti”, allora che bisogno c’era di arrivarci attraverso mezzi subdoli oppure divulgando e diffondendo quelli che, nel testo, definisco “virus” cognitivo- comportamentali?

Se il progetto europeo è davvero la risposta più giusta a una sacrosanta esigenza popolare, che ragione c’era di impiegare tecniche di persuasione e manipolazione, come quelle di cui do conto nel manuale? E che motivo c’era e c’è di convincere con artifizi e raggiri gli europei che l’Europa unita è un paradiso di democrazia se l’Europa unita è “davvero” un paradiso di democrazia? Piuttosto, dovrebbe essere successo l’esatto contrario: nessuna tecnica, nessuna manipolazione, nessun trucco da prestigiatore sarebbe stato necessario per imporre un’agenda di lavori come quella diretta a consolidare gli Stati Uniti europei prossimi venturi.

Ora, una volta chiarite le premesse, siete pronti per cominciare. E qui torno a rivolgermi a tutti. Che voi siate lettori già fieramente populisti e sovranisti o che voi siate lettori “agnostici”, mi si passi il termine, se muoverete dalle due pregiudiziali suindicate, capirete meglio in cosa consistono, come funzionano, perché sono state usate le strategie di cui parlo nel libro.

Potete anche solo fare un esperimento, così, per vedere l’effetto che fa. Concedervi la possibilità di prendere in considerazione un’ipotesi sovranista. Potrebbe anche risultare, se non altro, divertente. E divertire è uno degli obbiettivi non secondari di questo testo.

Tuttavia, nel caso in cui alla fine della lettura vi foste persuasi che, effettivamente, le tecniche di cui parlo nel libro sono state usate, anche contro di voi, allora potrebbe esservi venuta voglia di approfondire il perché. Di capire cioè se, e in che misura, i due pre-giudizi di cui vi ho parlato siano non solo credibili, ma anche  fondati.

Per questa eventualità, il manuale comprende tre sequitur:

  1. una appendice storica in cui ho condensato l’autentica natura del progetto degli USE (Stati Uniti d’Europa) nonché il maggior numero possibile di dichiarazioni, citazioni, interviste eccetera, atte a dimostrare la veridicità dei miei due pregiudizi, nel poco spazio concesso da un trattatello divulgativo quale è – e vuole essere – il volume;
  2. una mia personale collezione di frasi fatte “pro Europa” facilmente smentibili, carte alla mano. E quando dico “carte”, intendo grafici, tabelle, articoli di legge: qualsiasi supporto, di origine certa e verificabile, in grado di sbugiardare all’istante, e senza troppe e difficoltose ricerche, alcune delle più note e diffuse fake news propagandate dal mainstream europeista;
  3. una bibliografia essenziale di libri ben scritti sull’euro e anche su ciascuna delle discipline, o delle strategie, di cui tratto nel testo;

Da un certo punto di vista, la raccolta conclusiva di documenti vari (brevemente commentati) ha la funzione di rivelare alcune lampanti “verità dimenticate”, o di smentire le più diffuse “bugie propagandate”, sulla UE e sull’euro.

Da un altro punto di vista, è un vero e proprio “arsenale” di argomenti non fallaci (con tanto di fonte) per avere sempre la risposta pronta contro i manipolatori di professione. Serve nel caso in cui non vogliate giocarvela solo smascherando, o usando a vostra volta, una tecnica psicologica o retorica di quelle imparate leggendo questo manuale. Quando, insomma, desiderate ribattere punto per punto, sul piano fattuale, alle false convinzioni o affermazioni altrui.

Attenti, però: questo manuale vuole avere “anche” una sua utilità pratica come i Bignami che usavamo a scuola, ma non vuole essere “solo” questo. Proprio come accadeva a volte con i Bignami scolastici, esso è stato scritto con l’ambizione di trasformarlo, nelle mani di un lettore attento, in un accendino di passioni: per quella libertà, quella coscienza civica, quella sovranità popolare iscritte a caratteri cubitali nella nostra Costituzione. Tutti valori che stiamo rischiando di dimenticare. E di perdere per sempre.

Buona lettura.

Acquista il libro “Manuale di autodifesa per Sovranisti” di Francesco Carraro, ByoBlu Editore.

Francesco Carraro, www.francescocarraro.com, è  nato a Padova nel 1970. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Formazione,  scrittore e avvocato, è  titolare di uno studio legale. Esperto di comunicazione, tiene corsi di strategie della trattativa, gestione del tempo, public speaking e sviluppo personale.

Scrive per il quotidiano LA VERITA’, è editorialista del sito di economia e politica SCENARIECONOMICI.IT e curatore di un proprio blog su ILFATTOQUOTIDIANO.IT.  È opinionista televisivo del programma di informazione di Canale Italia NOTIZIE OGGI. Ha pubblicato numerosi libri di saggistica e narrativa.

Nel 2015 ha dato alle stampe il libro-intervista, con il giornalista Vito Monaco, Krisiko – sei un  giocatore o  una pedina? La via  d’uscita nel grande  gioco della crisi (con prefazione di Magdi Cristiano Allam). Nel 2017 è uscito il libro Post scriptum – Tutta la verità sulla post verità (con prefazione di Diego Fusaro). Nel 2018, con Chiarelettere editore, insieme a Massimo Quezel, ha pubblicato il libro SALUTE S.p.a. – La sanità svenduta alle assicurazioni, un’ampia e documentata inchiesta sulla deriva privatistica del sistema sanitario pubblico e sul declino del diritto, un tempo inviolabile, alla salute.


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