Seguici su

Difesa

La portaerei/droni iraniana Shahid Bagheri ora è in mare

La portadroni iraniana Shahid Bagheri è uscita in mare per le prove necessarie ad entrare in linea. Sarà un’aggiunta importante per le capacità iraniane

Pubblicato

il

https://defencesecurityasia.com/en/iranian-military-drone-carrier-begins-sea-trials-set-to-become-fully-operational/

Le analisi di novembre e dicembre 2024 suggeriscono che la portaerei iraniana Shahid Bagheri ha probabilmente iniziato le sue prime prove in mare, segnalando un momento critico negli sforzi in corso del Paese per modernizzare la sua marina ed espandere le sue capacità nella guerra navale asimmetrica. Questo sviluppo segna un momento chiave non solo per l’Iran, ma anche per il più ampio panorama geopolitico del Golfo Persico e non solo.

Lo Shahid Bagheri è progettato per trasportare e schierare una serie di veicoli aerei senza pilota [UAV], tra cui droni  di sorveglianza e ricognizione, oltre a droni d’attacco più sofisticati. Tra gli UAV più importanti ci sono quelli della famiglia Shahed, che hanno già dimostrato la loro efficacia sia in missioni di ricognizione che di attacco di precisione nei conflitti regionali.

Dotata di sistemi avanzati di comando e controllo, la Shahid Bagheri può coordinare le operazioni di più UAV contemporaneamente, consentendo una maggiore flessibilità operativa e profondità strategica. Ciò rende la nave una risorsa chiave negli sforzi dell’Iran per rafforzare il proprio potere navale in una regione sempre più contesa.

Oltre alla ricognizione e alla sorveglianza, gli UAV dispiegati dalla Shahid Bagheri potrebbero anche eseguire operazioni offensive, lanciando potenzialmente attacchi di precisione contro obiettivi marittimi o terrestri di alto valore.

Visione satellitare della portadroni iraniana

Tali capacità consentirebbero all’Iran di proiettare il potere ben oltre le proprie coste, permettendo di condurre operazioni con rischi minimi per il personale e massimizzando la capacità di infliggere danni alle forze avversarie. Ciò aumenterebbe significativamente la capacità dell’Iran di difendere le proprie acque territoriali e di estendere la propria influenza nelle zone di conflitto marittimo.

Lo Shahid Bagheri si inserisce in una più ampia strategia di modernizzazione e diversificazione delle forze navali iraniane. Nell’ultimo decennio, il Paese si è sempre più concentrato su tattiche navali asimmetriche, tra cui lo sviluppo di navi più piccole e veloci e di piattaforme non convenzionali.

Integrando gli UAV nella sua strategia navale, l’Iran sta aggiungendo un elemento cruciale alla sua già variegata flotta di mezzi. Le dimensioni relativamente ridotte della nave, combinate con la versatilità dei droni, la rendono una risorsa altamente flessibile, in grado di operare in acque contese con minore dipendenza dalle tradizionali grandi navi da combattimento di superficie o dalle infrastrutture di supporto.

L’impatto della Shahid Bagheri sulle dinamiche navali regionali potrebbe essere profondo. L’introduzione di una portaerei per droni fornisce all’Iran la capacità di dispiegare UAV sia per la ricognizione che per le operazioni offensive in punti di strozzatura marittimi vitali come lo Stretto di Hormuz, lo Stretto di Bab el-Mandeb e il Golfo di Oman.

La possibilità che l’Iran utilizzi questi UAV per raccogliere informazioni, condurre sorveglianza o persino lanciare attacchi senza esporre il personale a pericoli diretti lo renderebbe una presenza formidabile nella regione, costringendo le potenze regionali ad adattare le proprie strategie. Per capirlo è sufficiente valutare i danni portati dagli attacchi con droni, anche non sofisticati, effettuati dalle forze yemenite degli Houthi.

Sebbene la Shahid Bagheri sia ancora in fase di collaudo in mare, la sua esistenza e il suo potenziale dispiegamento rappresentano un cambiamento significativo nel modo in cui l’Iran intende proiettare la propria potenza navale. La capacità della nave di operare in modo indipendente, con la sua flotta di droni, offre all’Iran la flessibilità di estendere il suo raggio d’azione oltre i suoi confini marittimi immediati.
Ciò potrebbe portare a un ripensamento delle strategie di sicurezza regionale, in quanto i Paesi del Golfo e del Medio Oriente in generale rivalutano il modo migliore per rispondere a questa nuova capacità.

Nonostante il suo potenziale, lo spiegamento dello Shahid Bagheri solleva diverse sfide operative e tecnologiche per l’Iran. Sebbene il Paese abbia dimostrato notevoli progressi tecnici nello sviluppo degli UAV, l’integrazione delle operazioni dei droni in un contesto navale rappresenta una sfida del tutto nuova.
Il coordinamento di più UAV da un’unica piattaforma richiede non solo sistemi di comunicazione sofisticati, ma anche un supporto logistico affidabile. La necessità di analizzare i dati in tempo reale e la capacità di prendere decisioni rapide sull’impiego dei droni richiederanno un alto livello di coordinamento tra le forze navali e aeree iraniane.
Le sfide non si limitano alle questioni tecniche. Lo Shahid Bagheri dovrà anche affrontare i più ampi requisiti operativi per mantenere una flotta di droni e garantirne l’efficacia in vari ambienti marittimi.
Sebbene l’Iran abbia investito nello sviluppo di una forza navale più flessibile e sfuggente, il vero banco di prova dello Shahid Bagheri sarà la capacità di integrare le operazioni degli UAV con le risorse navali esistenti, in particolare in scenari di conflitto ad alta intensità.

La capacità dell’Iran di stabilire solide reti di comunicazione e catene logistiche per il dispiegamento dei droni in acque contese sarà un fattore determinante per il successo della portaerei.

Inoltre, le reazioni internazionali allo Shahid Bagheri e al suo potenziale dispiegamento potrebbero far aumentare le tensioni geopolitiche. L’introduzione di una simile capacità attirerà senza dubbio l’attenzione dei vicini Stati del Golfo, delle potenze occidentali e delle organizzazioni internazionali che monitorano i progressi militari dell’Iran.

Le crescenti capacità delle forze navali iraniane, in particolare con l’avvento di una portaerei, potrebbero portare a nuove iniziative diplomatiche volte a limitare la portata militare dell’Iran o a imporre sanzioni volte a frenare gli sviluppi della sua tecnologia di difesa.

La Shahid Bagheri non è solo un progresso tecnologico, ma fa anche parte di un più ampio cambiamento strategico dell’Iran. Da tempo il Paese cerca di modernizzare le proprie forze armate e di utilizzare tecnologie all’avanguardia per contrastare la superiorità tecnologica delle potenze occidentali e degli avversari regionali.

Sottomarino iraniano di classe Fateh

Oltre allo Shahid Bagheri, l’Iran sta lavorando allo sviluppo di nuovi sottomarini, tra cui il Fateh e il Ghadir, che completano ulteriormente la sua strategia di guerra asimmetrica. Questi sviluppi dimostrano il desiderio dell’Iran di creare una forza navale diversificata e flessibile, in grado di rispondere a una serie di minacce nella regione.

In prospettiva, la Shahid Bagheri potrebbe giocare un ruolo chiave in scenari che vanno ben oltre il Golfo Persico. La crescente diffusione della guerra con i droni a livello globale, soprattutto tra le potenze navali in ascesa, suggerisce che il concetto di porta droni potrebbe diventare più comune.
La Shahid Bagheri potrebbe fungere da modello per altri Paesi che cercano di estendere la propria portata navale con piattaforme scalabili ed economiche che non richiedono la vasta infrastruttura di supporto delle portaerei tradizionali.
In futuro, l’Iran potrebbe sfruttare questa tecnologia per proiettare il proprio potere in altre regioni, come il Mar Rosso, l’Oceano Indiano o persino il Mediterraneo, dove la sua mobilità sarebbe un vantaggio nelle acque contese.

Inoltre, le dimensioni relativamente ridotte della Shahid Bagheri rispetto alle portaerei tradizionali offrono un altro vantaggio: la mobilità. Ciò rende più facile per l’Iran schierare la nave in aree in cui navi da guerra più grandi sarebbero svantaggiate.

La limitata necessità di infrastrutture di supporto e la capacità di spostarsi rapidamente consentono alla nave di esercitare la propria influenza in regioni lontane con un minore onere logistico. Questa capacità potrebbe dare all’Iran una presenza navale più agile e reattiva, in grado di adattarsi rapidamente a dinamiche geopolitiche e conflitti in continua evoluzione.

Lo sviluppo della Shahid Bagheri è una pietra miliare significativa per la strategia navale iraniana. Con la continua evoluzione della guerra con i droni, questa piattaforma potrebbe offrire all’Iran un modo più economico e scalabile per estendere la sua portata navale. Man mano che il sistema matura e l’Iran continua a sviluppare le sue capacità nella guerra con i droni, possiamo aspettarci ulteriori progressi sia nella tecnologia militare che nell’influenza geopolitica dell’Iran.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento