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La Piattaforma ha deciso l’ovvio, ora tocca ai Senatori

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La piattaforma Rousseau, quella utilizzata dagli attivisti per partecipare alle decisioni, ha dato il proprio oracolo, a favore del SI, (59,,05), cioè  del NO al rinvio a giudizio del ministro Salvini.

Sicuramente una decisione sofferta perchè  parzialmente viene a modifcare uno  dei  principi  fondanti  del  Movimento, ma ,   nello  stesso  tempo,  necessaria: sena questa  decisione  ogni  forma  di  governo  sarebbe  stata  sottoposta  ad interferenze  da parte del  potere  giudiziario. In  un  Paese  normale,  con  un   potere  giudiziario effettivamente  indipendente  e  terzo, questo non sarebbe un problema, ma siamo in Italia, dove un’associazione  di  magistrati  segna il  proprio  congresso nel modo politicamente più radicale e distorsivo.

Il giudice non dovrebbe essere “Dalla parte”, ma dovrebbe limitarsi ad applicare la legge. Un po’ come se i giudici fossero romanisti e dovessero giudicare i reati compiuti dai tifosi laziali: vi fidereste del loro giudicato? Dove la legge viene stiracchiata per andare incontro a questa o quella esigenza sociale o politica il potere politico deve essere tutelato dalle interferenze.

Purtroppo si è data al priorità, nelle riforme costituzionali, ad elementi secondari, quali  il numero degli eletti, o dividenti, come la  devoluzione  amministrativa,  mentre sarebbe stato  molto  più utile  modificare quei  punti  che  veramente sono  critici  in una visione democratica dello stato, come, appunto, la Giustizia, intesa come organo di autogoverno. Perchè non modificare il CSM in modo da contenere una rappresentanza, magari qualificata , eletta direttamente dal popolo, in tempi e modalità diverse rispetto alle elezioni politiche, ma che non permetta che l’autogoverno diventi autorefernzialità e settarismo?

Ora la  palla ripassa ai senatori. Non credo che il ministro Salvini rischi nulla, anche perchè il centrodestra voterà per lui, se mai il voto in aula permetterà di far venire a galla quelle figure che stanno, oggettivamente, remando contro il governo attuale a favore di maggioranze inesistenti di sinistra, proprio nel momento in cui questa è più distaccata dal sentire comune dei cittadini.  Forse è tempo che questi “Cugini di Di Falco” escano allo scoperto, si dichiarino e, magari, seguano la propria evoluzione convergendo sotto l’ala protettiva del PD Martinian-Renziano, che, ripulito di ogni incrostazione sociale, è pronto ad accoglierne l’apporto.

Cadrà il governo? Nella fisica nulla è eterno, tutto si trasforma. Solo la metafisica è il luogo delle idee e del vero lungo periodo.  In realtà ci sarebbe già una maggioranza pronta a sostituire, o affiancare, la presente. Se questa non si avvera è solo perchè il leader di un partito di opposizione non è più in grado di prendere decisioni politiche autonome e va a triste rimorchio di forze esterne che ne condizionano le decisioni politiche. Una situazione triste, ma oggettiva, che potrebbe sbloccarsi solo nel momento in cui i suoi stessi eletti si rendessero conto dell’inadeguatezza di una linea politica che li condurrà al seppuku e la cambiassero dall’interno. Potrà questo succedere? Chissà, l’Italia è da un lato il paese degli yesmen, dall’altro anche un ambiente dove nulla è valutato di più della mera sopravvivenza.

 


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