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La paura, la rabbia e noi che stiam nel mezzo

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Le due emozioni primordiali sono la rabbia e la paura. E il Sistema (Regime), in via di progressivo consolidamento, usa entrambe per manipolarci. Più precisamente, alimenta la paura e comprime la rabbia. Lo fa attraverso i suoi canali di riferimento, cioè praticamente tutti quelli del “mainstream media”. La paura viene alimentata perché l’uomo spaventato è, per eccellenza, un uomo governabile. La rabbia viene repressa, o quantomeno dirottata e sublimata, perché è la benzina di ogni dissenso (in prima battuta) e di qualsiasi rivoluzione (alla fine).

Pensate a come ci hanno letteralmente nutriti, a viva forza, tramite flebo su flebo di spavento veicolato nell’etere, negli ultimi anni. Vi ricordate il periodo in cui eravamo “in guerra” contro il terrorismo islamico? Non passava giorno senza il quotidiano bollettino di vip della informazione “ufficiale” e il loro coro ipnotico: “Siamo in guerra”. Pareva dovessimo vivere con i sacchi di sabbia alle finestre, come nella canzone di Dalla, o con l’elmetto permanente sulla testa. Proprio come, oggi, la mascherina permanente sulla bocca.

La mascherina è una straordinaria metafora dell’epoca corrente, e di quella futura. È l’oggetto che sintetizza la strategia di “governance” delle masse data dalla infame addizione rabbia+paura: ci protegge dal panico del virus e ci rende difficile parlare, respirare e, quindi, persino incazzarci. Poi, finita l’emergenza jaidista, o in parallelo ad essa, è cominciata quella “sovranista”.

Ma la paura è come una droga. Il tossico ne ha bisogno in dosi sempre più cospicue. E il suo pusher anche, onde alimentare il proprio profitto con l’altrui dipendenza. Infatti, il livello di intossicazione emotiva e di condizionamento mentale non conosce mai una vera fine, proprio come la tana del bianconiglio di Alice. E così ci hanno pascolati attraverso le foreste nere della paura di uscire dall’euro e dall’Europa, lungo le valli oscure dello sbigottimento anti-Trump, dentro l’incubo a tinte fosche della Brexit.

Ora – quale che sia l’origine del virus e appurata la sua virulenza assai meno letale di quanto raccontasse la vulgata originaria – la paura ci viene spacciata in una combinazione ancora più pura. Tipo una cocaina d’eccellenza. Hanno trovato la formula invincibile per tenerci perennemente al guinzaglio del terrore. Gli basterà pronunciare la parola “focolaio” per richiuderci “legittimamente” e “doverosamente” nel lager.

Ci hanno anche fornito le password per mantenere il cervello ossigenato al minimo, giusto per non morire: #restateacasa, #andratuttobene, #rispettateleregole. L’aspetto paradossale di questo esperimento collettivo di inquinamento doloso delle coscienze è che il Sistema accusa i renitenti, i resistenti, i riottosi, i “sovranisti”, i “populisti” di alimentare la paura. Anche questa non vi è nuova, giusto?

I sovranisti “giocano” con la paura della gente.  Mentre è l’esatto contrario. La favola del lupo a monte del ruscello che accusa l’agnello, a valle, di sporcargli l’acqua. Abbiamo due cose da fare. Primo: renderci conto della strategia mistificatoria in essere. Secondo: ricordarci dell’altro dei due sentimenti primordiali: la rabbia. Se cieca, essa è controproducente. Ma se lucidamente razionalizzata e debitamente incanalata, costituirà la molla di una “rivoluzionaria” evoluzione del mondo.

Francesco Carraro
www.francescocarraro.com


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