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Economia

La mossa del Dragone: 500 aerei Boeing per comprare la Pace con Trump?

Un mega-ordine cinese da 500 velivoli sarebbe al centro di un fragile accordo commerciale tra Xi Jinping e Trump. Un ramoscello d’olivo miliardario per fermare la guerra dei dazi, ma le incognite restano altissime.

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Un affare colossale, quasi senza precedenti, potrebbe segnare il disgelo nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il gigante aerospaziale Boeing è in trattativa per vendere fino a 500 aerei alla Cina, un accordo che, secondo fonti vicine al dossier citate da Bloomberg, è il cuore pulsante del negoziato commerciale tra il Presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping.

Non si tratta di una semplice transazione commerciale, ma del più grande e tangibile ramoscello d’olivo che Pechino potesse offrire a Washington. Un ordine di questa portata, a lungo atteso e più volte bloccato, rappresenterebbe il segnale inequivocabile della volontà cinese di placare le tensioni e riaprire un canale di dialogo privilegiato con l’amministrazione Trump.

Un Ordine Tenuto in Ostaggio dalla Geopolitica

La relazione commerciale tra Boeing e la Cina è da anni un barometro delle tensioni tra le due superpotenze. Tra il 2017 e il 2021, durante il primo mandato di Trump, gli ordini cinesi erano una consuetudine, spesso legati a visite di stato e accordi politici. Tuttavia, con l’inasprirsi della guerra dei dazi, Pechino ha di fatto congelato ogni acquisto importante, lasciando Boeing in una difficile posizione.

Anche l’amministrazione Biden aveva tentato di sbloccare un accordo simile nel 2023, ma senza successo. Il completamento di questa nuova trattativa segnerebbe quindi il primo acquisto significativo di aerei Boeing da parte della Cina dall’era pre-pandemica, una vera e propria inversione di rotta rispetto agli ultimi anni.

Gli ostacoli sulla pista di decollo

Nonostante l’ottimismo, la strada è tutt’altro che in discesa. L’accordo dipende interamente dalla capacità di Washington e Pechino di allentare le tensioni commerciali. Proprio di recente, Trump ha inaugurato il suo secondo mandato con una nuova ondata di dazi, imponendo tariffe punitive che hanno raggiunto brevemente il 145% su alcuni beni cinesi. In risposta, Pechino aveva chiesto alle proprie compagnie aeree di bloccare l’acquisto di componenti dagli USA.

A complicare ulteriormente le cose, si aggiunge una turbolenza interna a Boeing: il suo massimo dirigente in Cina, Alvin Liu, ha lasciato l’incarico poche settimane fa, creando un vuoto di leadership in un momento cruciale.

La scommessa di Trump

L’esito di questa partita a scacchi definirà i rapporti tra le due maggiori economie mondiali per i prossimi anni. Trump, che da un lato brandisce l’arma dei dazi, dall’altro sembra cercare un accordo simbolo da presentare come una vittoria. Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha definito “molto positivi” i recenti incontri con i funzionari cinesi, e lo stesso Trump ha espresso il desiderio di incontrare Xi entro la fine dell’anno.

Questo mega-ordine di aerei è la posta in gioco più alta: per Boeing è una boccata d’ossigeno vitale, per la Cina è la chiave per allentare la pressione dei dazi, e per Trump è l’occasione di dimostrare che la sua politica di massima pressione può portare a risultati spettacolari.  Ricordiamo che la grande concorrente di Boeing, Airbus, gode di un vantaggio in Cina, perché

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