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LA “LOGICA DI SISTEMA”, OVVERO LA PAURA DELLA CONCORRENZA, NON SALVERA’ NE’ LE BANCHE VENETE NE’ IL SISTEMA CREDITIZIO ITALIANO

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BPVI

Premessa: quello che scriverò non è di interesse per gli ex soci, ora danti causa, di BPVI e VB, in quanto la loro strada, comunque, passa per una soluzione giudiziaria. Unica possibilità sarebbe l’accettazione del piano proposto, con le associazioni dei risparmiatori, per una Holding di controllo, soluzione che abbiamo già affrontato e che taglierebbe costi e tempi. Purtroppo il governo , per ora, va avanti per le solite strade battute.

Ora oggi alle 18.30 il CdM potrebbe emanare un decreto per bloccare o rinnovare in modo automatico le subordinate in scadenza al 21 Giugno per Veneto Banca. Il “Blocco” non sarebbe elegante, per cui vedremo quale soluzione strana verrà studiata. Nel frattempo si ricerca la soluzione, molto “Vintage” del sistema, cioè di “Obbligare su base volontaria” le banche a mettere insieme i 1200 milioni che dovrebbero essere necessari per la parte privata di capitale.

Allo stato attuale vi è un NO dell’associazione delle fondazioni bancarie, un SI condizionato di ICCREA, di Mediolanum e perfino di Unipol, quest’ultimo per lo meno curioso perchè il gruppo bolognese è più vicino a chiedere aiuti che a concederne. C’è poi il cuore costituito da Unicredit e da Banca Intesa, che il ministero à per scontato parte della partita, ma, in pratica, non ci sono certezze di nessun tipo. Del resto dopo la batosta di Fondo Atlante e in un momento in cui Unicredit ha quasi azzerato i suoi azionisti non appare molto popolare capitalizzare altre banche con i sudati soldi degli aumenti di capitale.

Si arriverà alla soluzione sistemica ? Probabilmente si, e sarà un mezzo disastro gestionale (come ho  detto per gli azionisti “Questo o quello per me pari sono”).

Due rapidi pensieri :

  • Qualcuno un giorno mi dovrà spiegare come la creazione di una banca delle banche italiane per poter “Salvare” BPVI e VB venga ad essere un elemento migliorativo della concorrenza. Praticamente il Commissario alla concorrenza, con la sua richiesta, è riuscito a far creare una sorta di gruppo forzoso nazionale di banche che si son messe assieme con l’unico obiettivo di impedire che qualcun altro , alla fine, venga e si prenda le banche in accordo con lo stato. Perchè, parliamoci chiaro, con un socio che mette 4,4 o 5,4 miliardi totali sarebbe stato strano che non si trovasse un socio che rimpinguasse le casse per 1,2 miliardi.
  • Tutto questo per fare un’operazione che mi riporta alla mia gioventù o infanzia, al salvataggio del Banco Ambrosiano o del Banco di Napoli, senza nessuna considerazione per le mutate condizioni di mercato, per l’evoluzione dei servizi bancari, il fintech etc etc. Un’operazione che sembra la brutta copia di quelle fatte a Cuccia, senza un vero futuro. Un po’ come i due precedenti salvataggi di Alitalia : si fa qualcosa per dire che si è fatto qualcosa, che poi questi sia utile o dannoso non si sa.

Ora si parla anche di una possibile liquidazione controllata, con la partecipazione dello stato tramite il fondo di salvaguardia dei depositi. In questo caso le banche sarebbero fatte a pezzi e vendute separatamente, con lo stato sempre come garante . Una compartecipazione alle perdite, secondo le norme del BRRD , ci potrebbe essere, ma sarebbe limitata dai seguenti fattori :

  • Il grosso delle subordinate sono anteriori al 1 gennaio 2015 , per cui sono misselling;
  • gli azionisti sono l’esemplificazione del misselling;
  • le subordinate sono comunque in gran parte nelle mani di investitori istituzionali.

Alla fine , tranne forzature giuridiche sempre possibili ch danneggiassero i vecchi azionisti, per loro non viene a cambiare molto .

Vedremo cosa deciderà oggi Padoan, se deciderà qualcosa.


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