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La guerra silenziosa della Cina: si svaluta fortemente lo Yuan per inondare l’Occidente di beni industriali

Mentre l’Occidente combatte l’inflazione con i tassi, Pechino svaluta lo yuan per stimolare la sua economia. Un’analisi dei dati svela la strategia aggressiva della Cina che rischia di alterare gli equilibri commerciali globali a nostro svantaggio.

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Mentre le banche centrali occidentali, dalla BCE alla Federal Reserve, si affannano in un’interminabile discussione su tassi di interesse e inflazione, a Pechino si sta giocando una partita completamente diversa. Una partita più silenziosa, ma forse molto più decisiva per il nostro futuro industriale: quella della svalutazione competitiva.

Grazie a un’acuta analisi dell’economista Brad Setser, senior fellow al CFR, possiamo vedere nero su bianco la strategia cinese. Non si tratta di opinioni, ma di dati che mostrano una manovra aggressiva sul tasso di cambio dello Yuan, pensata per dare un “motore turbo” all’export del Dragone in un momento di palese difficoltà interna. Ma andiamo con ordine.

L’impulso valutario: non la velocità, ma l’accelerazione

Per capire il gioco cinese, dobbiamo familiarizzare con un concetto chiave: l’impulso valutario. Immaginate di non misurare solo il valore di una moneta, ma l‘intensità e la velocità con cui questo valore cambia rispetto al passato recente. In pratica, come spiegato da Setser, si confronta la variazione del cambio reale degli ultimi 12 mesi con quella dei 12 mesi precedenti.

  • Valore Positivo (Freno a Mano Tirato): Un forte apprezzamento recente. La valuta diventa più forte, agendo come una stretta monetaria. Le esportazioni diventano più care e l’economia rallenta.
  • Valore Negativo (Motore Turbo): Un deprezzamento accelerato. La valuta si indebolisce, agendo come un potente stimolo economico che rende le merci più competitive sui mercati globali.

Ora, guardiamo cosa ci dicono i dati.

ValutaAndamento Recente (2023-2024)Effetto sull’Economia
Yuan Cinese (CNY)Impulso fortemente negativo (sotto il -10%)Potente stimolo economico
Dollaro USA (USD)Impulso in indebolimento, quasi neutroEffetto restrittivo in esaurimento
Euro (EUR)Impulso leggermente positivoLeggera stretta, quasi ininfluente

Ecco il grafico postato da Setser direttamente su X:

La linea rossa dello Yuan nel grafico di Setser è un tuffo a capofitto. Pechino sta premendo sull’acceleratore della svalutazione in un modo che non si vedeva da anni. Mentre il Dollaro, dopo la grande fiammata del 2022, sta tornando a più miti consigli e l’Euro naviga a vista, la Cina ha le idee chiarissime.

Come lo fanno? Il crollo controllato dello Yuan

Il secondo grafico di Setser svela il meccanismo dietro a questo impulso. Mostra il tasso di cambio reale effettivo (REER), che misura il valore di una moneta rispetto a un paniere di altre valute, tenendo conto dell’inflazione.

Dal 2023, il valore “spot” (attuale) dello Yuan ha subito un crollo verticale, molto più rapido della sua media mobile a lungo termine. Questa divergenza è la prova di una mossa deliberata e recente. Non è un caso, è una strategia.

Mentre gli Stati Uniti hanno passato anni con un dollaro forte che ha, di fatto, frenato la propria economia (e messo in difficoltà il resto del mondo), ora stanno rallentando. La Cina, invece, sta facendo l’esatto opposto: sta attivamente indebolendo la sua moneta per compensare la debolezza della domanda interna e la crisi immobiliare. In parole povere, sta cercando di esportare la sua crisi, sostenendo la produzione industriale attraverso le vendite all’estero.

E l’Europa? Sta a guardare

La conclusione è quasi ovvia. Stiamo assistendo a una divergenza macroeconomica colossale. L’Occidente è ossessionato dall’inflazione al 2%, mentre la Cina usa la leva del cambio per garantirsi la sopravvivenza economica e la stabilità sociale. Del resto non può esserci inflazione con capacità produttiva e materie prime in eccesso, e questa è la situazione attuale della Cina, che infatti vede un’inflazione fin troppo limitata.

Questa svalutazione competitiva si traduce in una concorrenza ancora più agguerrita per le nostre imprese, già messe a dura prova dai costi energetici e dalla burocrazia. Mentre noi discutiamo, la Cina agisce. La domanda sorge spontanea: siamo pronti a subirne le conseguenze?

Trump lo ha capito e blocca la svlutazione competitiva con i super dazi. L’Europa, schiava dei propri miti e non moto chiara nella correttezza etica della propria guida, invece, si fa spolpare.

Domande e Risposte per il Lettore

1. Perché la Cina sta indebolendo la sua valuta proprio adesso?

La Cina sta affrontando una significativa crisi economica interna. Il mercato immobiliare è in profonda difficoltà, la fiducia dei consumatori è bassa e la domanda interna non riesce a sostenere la sua immensa capacità produttiva. Indebolire lo Yuan rende i prodotti cinesi (dalle auto elettriche ai pannelli solari) molto più economici sui mercati internazionali. È una classica strategia keynesiana: non potendo stimolare a sufficienza la domanda interna, si usa il tasso di cambio come leva per spingere le esportazioni, che diventano così il motore principale per sostenere l’occupazione e la produzione industriale.

2. Quali sono i rischi di questa strategia cinese per l’economia europea?

Per l’Europa, i rischi sono duplici. A breve termine, un’ondata di prodotti cinesi a basso costo potrebbe aiutare a contenere l’inflazione, ma a un prezzo altissimo. Le imprese europee, che già faticano a competere per via dei maggiori costi energetici e normativi, si troverebbero di fronte a una concorrenza quasi insostenibile. Questo potrebbe portare a una deindustrializzazione accelerata, alla chiusura di stabilimenti e alla perdita di posti di lavoro in settori strategici, minando la base produttiva del continente nel medio-lungo periodo.

3. Gli Stati Uniti e l’Europa possono fare qualcosa per contrastare questa mossa?

Sì, ma ogni contromisura comporta dei rischi. La reazione più ovvia sarebbe l’imposizione di dazi e tariffe sulle merci cinesi per compensare la svalutazione, come già minacciato da alcuni politici. Tuttavia, questo potrebbe innescare una pericolosa guerra commerciale globale, con ritorsioni da parte di Pechino. Un’altra opzione sarebbe un intervento coordinato per rafforzare le proprie valute, ma questo danneggerebbe le proprie esportazioni. La via più probabile è un mix di pressione diplomatica e misure commerciali mirate su settori specifici, ma l’efficacia rimane tutta da dimostrare.

E tu cosa ne pensi?

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