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La guerra in Ucraina si radicalizza: sarà un lungo, freddo inverno

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Ieri due mosse hanno segnato la radicalizzazione del conflitto in ucraina: da un lato la firma ufficiale dell’annessione alla Russia delle quattro province ucraine, dopo dei plebisciti non riconosciuti neppure da Cina e India, e dall’altro la domanda ufficiale dell’Ucraina per l’accesso accelerato alla NATO.

Due mosse che in realtà sono firme sulla carta: nessuno riconoscerà i referendum russi, la NATO ufficialmente non accetterà Kiev come partner sulla carta. Nello stesso tempo però segnano due dati di fatto perché queste regioni sono occupate da Mosca e comunque Kiev sta ottenendo impressionanti flussi di armi e aiuti dai paesi NATO, USA in testa. Proprio nei giorni scorsi Washington ha annunciato l’invio di altri 1,1 miliardi di dollari in aiuti  in armi all’esercito ucraino, quindi altri missili, altri blindati, altre armi anticarro.

La giornata di ieri segna un momento pessimo, perché indica che la guerra si radicalizza ancora di più, diventa ancora di più ideologica e quindi si allontana sia la pace sia la possibilità di una trattativa reale, che vada oltre i comunque utili scambi di prigionieri. Anche mediatori come la Turchia e la Cina vengono messi da parte in questa fase che, invece, avrebbe potuto segnare un momento utile per le trattative di pace, anche considerando che il piovoso autunno ucraino segna obbligatoriamente un momento di pausa per i grandi movimenti di blindati per la scarsa mobilità nel famoso terreno fangoso del paese. Al contrario il gelo invernale potrà vedere una ripresa delle attività militari, anche se l’ambiente sarà durissimo per i combattenti. Invece quest’occasione viene cancellata e ormai non sembra che arriveremo tranquillamente alla prossima primavera o estate con una guerra persistente e estremamente dura, con perdite di vite e di mezzi da entrambe le parti.

La Russia vorrà almeno provare a mettere in linea i coscritti richiamati, sicuramente più dei 300 mila ufficiali, e questo richiederà, a seconda delle specialità, tempo. Un carrista richiede, nei paesi occidentali, circa 20-22 settimane di addestramento, e nulla fa pensare ci voglia meno in Russia. Anche se qualcuno è stato addestrato in passato richiederà comunque diverse settimane per entrare in  linea, oltre ad esserci un problema di materiali da assegnare a questo esercito. Nel frattempo la Russia ha qualche problema da risolvere a Lyman, nell’Ucraina occidentale

Ormai almeno due reggimenti sono circondati nella sacca di Lyman, dai 1500 ai 3000 soldati, e difficilmente potranno essere ritirati senza una trattativa con gli ucraini. Putin potrebbe anche ordinare di resistere sino all’ultimo uomo, ma quanto questo sarebbe buono per il morale dell’esercito?

Non azzardo nessuna previsione, se non una: sarà un pessimo, lungo, freddo inverno per tutti. Non si sa quando vedremo la primavera, se la vedremo.

 


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