Attualità
LA GUERRA FRANCESE parte terza: ADIEU AUSTERITA’, ADIEU MAASTRICHT
Concludiamo con questo pezzo il discorso circa le reazioni a brevissimo termine della Francia agli attacchi terroristici di venerdì 13 Novembre.
La situazione bellica, almeno nella definizione di Hollande, mette completamente in secondo piano i vari patti di stabilità, “Six Pack”, “Two Pack”, piani di rientro etc. Il presidente è stato estremamente chiaro: “Il patto di sicurezza (coi cittadini) viene prima del patto di stabilità. La Francia è in guerra”, e con queste poche parole ha dismesso Bruxelles.
La Francia ha preso degli impegni estremamente onerosi : arruolare 5000 nuovi poliziotti, 1000 ufficiali delle dogane e 2500 guardie carcerarie. Inoltre le spese militari non saranno ridotte in alcun modo fino al 2019, anzi, nella prospettiva di un eventuale intervento militare dovranno aumentare: le azioni militari sulla Siria non si pagano da sole.
La Francia prevedeva un deficit del 3,4% di bilancio nel 2016 e del 3,3 % nel 2017. Ora questi obiettivi di bilancia passano in secondo piano e non verranno raggiunti. La Francia ha un debito pubblico che vira ormai vero il 100%, quindi sarebbe sottoposta alle norme più restrittive relative al “Six Pack” circa la limitazione del deficit. Il richiamo alle norme del 42.7 del trattato UE probabilmente sono principalmente legate a questo problema: la cooperazione UE potrebbe essere richiesta per ignorare le norme restrittive di bilancio, non per un aiuto militare che i paesi confinanti, comunque, al di la dei soliti proclami di facciata, non sembrano intenzionati a fornire.7
Divertiamoci 3 secondi con la supercazzola governativa italiana.
Iniziamo con il ministro della difesa Pinotti, che ormai sembra sempre più in attesa di Gianni….
Per fortuna che i francesi non ci hanno ancora chiesto nulla…..
Ed ecco un altro bel tweet, questa volta di Renzi:
La supercazzola brematurata sta raggiungendo ormai dei limiti spaziali. I latini avrebbero detto “Excusatio non petita, accusatio manifesta”. Comunque i francesi sanno chi li può aiutare, e chi no….
Viste le premesse la Francia è meglio che si limiti a chiedere la non applicazione delle normative di Bilancio, cosa che comunque, unilateralmente, ha già affermato non rispetterà almeno sino al 2019.
Del resto il PIL francese cresce in modo asfittico :
Una crescita asfittica, legata ad una perdita di competitività che prosegue dall’introduzione della moneta unica. Il Mal Francese è molto simile al male italiano, ed ora è affievolito solo dalla contemporaneo avverarsi di tre fattori positivi: basso costo del petrolio, euro debole, e QE, ma comunque l’economia langue. L’investimento nella sicurezza e nella difesa, per quanto triste, potrebbe portare ad un miglioramento della crescita, anche se bisognerà vedere l’effetto del calo nelle entrate derivanti dal turismo, che comincia a farsi sentire a Parigi.
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