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La giapponese Norinchukin Bank costretta a svendere quasi 60 miliardi di euro di titoli di stato EU e US. Troppe perdite

I titoli erano stati acquistati prima dell’aumento dei tassi del 2022-23 e quindi ora nascondevano perdite enormi per il bilancio della bancca, che non potevano più essere nascoste

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La Norinchukin Bank giapponese ha confermato mercoledì che prevede di vendere circa 10.000 miliardi di yen (63,4 miliardi di dollari, 59 miliardi di euro) di titoli di Stato statunitensi ed europei per arginare le perdite derivanti da investimenti sui titoli quando i tassi di interesse d’oltreoceano sono rimasti più alti del previsto.

La principale istituzione finanziaria del Paese per le cooperative agricole, forestali e di pesca prevede inoltre una perdita netta di circa 1.500 miliardi di yen (8,85 miliardi di euro circa) per quest’anno finanziario, tre volte superiore alla stima precedente, ha dichiarato un portavoce della banca.

Il piano arriva dopo che Norinchukin, colpita duramente dalle perdite di valutazione, aveva comunicato a maggio che stava cercando di raccogliere 1,2 trilioni di yen (6 miliardi di euro) per rafforzare il suo capitale – il che avrebbe incluso il ricorso alle sue cooperative per ottenere fondi – e che avrebbe ristrutturato il suo portafoglio per sostituire i titoli a basso rendimento con quelli ad alto rendimento.

Il portafoglio obbligazionario di Norinchukin aveva perdite non realizzate di 2,2 trilioni di yen  (12 miliardi di euro) alla fine dell’anno finanziario a marzo, dopo che gli alti tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa avevano sminuito il valore delle obbligazioni sovrane acquistate quando i tassi di interesse erano più bassi.

Vendendo queste obbligazioni sovrane a basso rendimento, Norinchukin mira a ridurre il rischio di tasso d’interesse, ha detto il portavoce. In realtà una banca può nascondere le perdite implicite sui titoli sino a un certo punto, dopo di che queste diventano delle mine pericolosissime nel bilancio. Meglio esplicitarle, prenderne atto e richiedere una capitalizzazione, che rischiare di vederle congiunte con altre perdite, magari legati ai titoli nazionali, ed essere costretti a portare i libri in tribunale.

Occhio che Norinchukin non è un caso unico nel panorama giapponese

Norihiro Yamaguchi, economista senior per il Giappone presso Oxford Economics, ha detto di ritenere che le enormi perdite non realizzate sulle obbligazioni estere siano uniche per Norinchukin Bank e non siano indicative di un problema sistemico più ampio.

“Quando i rendimenti statunitensi sono saliti bruscamente nel 2022, la maggior parte delle banche giapponesi ha tagliato le perdite sulle obbligazioni estere non redditizie, consentendo loro di garantire che i profitti delle loro attività principali rimanessero solidi”, ha detto, aggiungendo che Norinchukin ha esitato a prendere un colpo sulle obbligazioni in quel momento.

In realtà l’affermazione sembra un po’ ottimistica: possibile che solo Norinchukin abbia attivato il flusso di acquisti che possiamo vedere qui sotto e che è stato estremamente attivo fino al 2022, quando i tassi sono stati perfino negativi? Siamo sicuri che tutti gli altri istituti non l’abbiano imitata?

 

Norinchukin è insolita tra le banche giapponesi per la sua dipendenza dal portafoglio di investimenti per generare profitti. Anni di tassi d’interesse bassissimi in Giappone l’hanno portata a cercare rendimenti all’estero e a investire in titoli di Stato statunitensi e in altre attività in tutto il mondo. Però appare difficile che nessun altro istituto giapponese abbia questi titoli, ormai sopravvalutati, nel proprio portafoglio.

Negli ultimi anni è stata anche tra i maggiori investitori in obbligazioni di prestito collateralizzate (CLO) al mondo, detenendo 7,4 trilioni di yen di titoli alla fine di marzo.

Il portavoce di Norinchukin ha detto che la banca sta cercando di reinvestire parte dei proventi della vendita in classi di attività diverse dalle obbligazioni sovrane, come il private equity, le azioni e i prodotti cartolarizzati come i CLO e i titoli garantiti da ipoteca.

Il Segretario di Gabinetto principale del Giappone, Yoshimasa Hayashi, ha dichiarato ad un briefing regolare che il Governo avrebbe monitorato da vicino la situazione per verificare il potenziale impatto sulle istituzioni finanziarie affiliate a Norinchukin, ma ha aggiunto di ritenere che la salute finanziaria della banca sia “sufficiente”.

La vendita dovrebbe costituire tra un quinto e un sesto del portafoglio di Norinchukin, che ammonta a circa 56 mila miliardi di yen, 330 miliardi di Euro, ha detto il portavoce, aggiungendo che il valore esatto delle obbligazioni vendute e la perdita finale dipenderanno dalle condizioni di mercato.

In passato, Norinchukin è stata messa in difficoltà dalla sua esposizione in titoli esteri. A causa della crisi finanziaria globale del 2007-2009, ha dovuto raccogliere 1,9 trilioni di yen di capitale dalle banche associate, a seguito di perdite dovute a investimenti in prodotti cartolarizzati.


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