Analisi e studi
La Germania sforna aiuti di stato sino al 2028 per la propria industria: la Commissione UE muta sugli aiuti di Stato
Il governo tedesco ha scodellato un piano di aiuti così mastodontico, francamente scandaloso anche per chi la le fette di salame sugli occhi.. L’obiettivo? Abbassare quei prezzi dell’elettricità che, da mesi, stavano mettendo in crisi il settore industriale tedesco spingendo sempre più verso la delocalizzazione. E quello che ha fatto Berlino è veramente impressionante.
Il piano prevede tagli fiscali e sussidi, anche diretti, su larga scala fino al 2028 e costerà “fino a 12 miliardi di euro” solo l’anno prossimo. Per inziiare si prevede una “sostanziale riduzione dell’imposta sull’elettricità” per il settore manifatturiero, da 1,537 centesimi di euro per kWh al minimo europeo di 0,05 centesimi di euro per kWh, secondo quanto riporta un comunicato. Un chiaro aiuto di stato, proprio perché l’abbattimento è tale da portare il prezzo dell’energia al livello più basso in Europa. La riduzione e’ prevista ‘fino al 2025′, con la possibilita’ di estenderla ‘per tre anni’
Ma non ci si ferma qui, si va avanti in modo mirato. Le aziende che consumano più energia e che “affrontano la maggiore concorrenza internazionale” beneficeranno anche dell’estensione “per cinque anni” della compensazione di parte dei costi legati ai certificati di emissioni, cioè il governo tedesco pagherà per cinque anni di diritti al carbonio che dovrebbero essere versati a Bruxelles, praticamente cancellandone l’effetto per la Germania!
“Il governo sta alleggerendo in modo massiccio i costi dell’elettricità per l’industria manifatturiera”, ha dichiarato il Cancelliere Olaf Scholz in una nota. Tutto questo quando si è iniziato a vedere minacciata la posizione industriale tedesca nel Vecchio Continente e nel mondo per gli errori fatti dal governo tedesco stesso.
La Germania, che per anni e’ dipesa dal gas russo a basso costo per le sue forniture energetiche, ha dovuto fare a meno di questa risorsa in seguito alla guerra in Ucraina dello scorso anno. Nel frattempo, quando l’energia costava pochissimo, ha fatto sviluppare a livello europeo politiche punitive per lo stesso modello energetico che utilizzava: quello basato sul gas e sul carbone, Intanto queste materie prime energetiche erano a prezzi bassissimi e un leggero aumento dei costi non avrebbe pesato significativamente. Però quanto il costo del gas è decollato per la guerra in Ucraina e la rottura dei rapporti con Mosca, allora il costo dei diritti al carbonio, le tasse della UE sulle emissioni, diventano importanti. Cosa fa Berlino? decide di pagarle lei per le aziende. Alla faccia di un governo con dentro i Verdi!
Un governo serio e coerente avrebbe investito veramente sul futuro, cercando di fornire energia abbondante e stabile staccandosi dalle fonti carboniche ma questo avrebbe significato utilizzare il nucleare, che avrebbe spaccato i Verdi. Meglio pagare le tasse a Bruxelles e bruciare tanto gas. La coerenza? Chi se ne importa di fronte alla politica e all’economia tedesca.
Cosa dirà la Commissione? Niente, assolutamente nulla, dimostrando definitivamente di essere solo uno strumento in mano a Berlino per confermare il proprio potere sulla UE. Eppure la corretta concorrenza nel mercato unico viene spazzata via da queste misure tedesche. Probabilmente Bruxelles chiuderà gli occhi nei confronto di simili aiuti concessi da Parigi alle proprie industrie. Solo l’Italia resterà con il cerino in mano, ah, ma noi abbiamo il PNRR.
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