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La Finlandia esce dal trattato contro le mine antiuomo e investe di più nella difesa

La Finlandia esce dal trattato internazionale contro le mine antiuomo e investirà nella difesa sino al 3% del PIL in tutto in funzione anti-russa

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Il 1° aprile 2025, il primo ministro finlandese Petteri Orpo ha annunciato che il Paese si sarebbe ritirato dal Trattato di Ottawa, un importante accordo internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, impegnandosi contemporaneamente ad aumentare la spesa per la difesa fino al 3% del prodotto interno lordo entro il 2029.

Questa doppia decisione, presentata a Helsinki, segna un cambiamento significativo per la nazione nordica, che condivide un confine di 1.340 chilometri con la Russia e che ha aderito alla NATO nel 2023. La mossa riflette la risposta della Finlandia al deterioramento del contesto di sicurezza in Europa, guidato in gran parte dalla guerra in corso in Ucraina e dalle sue implicazioni più ampie per il fianco orientale della NATO.

Orpo ha sottolineato che, sebbene nessuna minaccia immediata incomba sulla Finlandia, la sfida a lungo termine posta dalla Russia richiede una postura di difesa più solida e flessibile.

Mezzi corazzati finlandesi – Fonte: forze armate finlandesi

Il Trattato di Ottawa, firmato nel 1997 ed entrato in vigore nel 1999, è stato una pietra miliare degli sforzi globali per eliminare le mine antiuomo, armi progettate per esplodere al contatto con una persona e note per il loro impatto devastante sui civili anche dopo la fine dei conflitti.

La decisione della Finlandia di uscire da questo patto segue una mossa simile da parte della Polonia e degli Stati baltici – Estonia, Lettonia e Lituania – annunciata nel marzo 2025, segnalando una rivalutazione regionale delle priorità di sicurezza.

Per la Finlandia, il ritiro dal trattato apre la porta alla reintegrazione delle mine antiuomo nel suo arsenale, una scelta radicata nella realtà tattica della difesa della sua vasta e aspra frontiera.

L’impegno ad aumentare la spesa per la difesa, che si prevede aumenterà di circa 3,24 miliardi di dollari entro la fine del decennio, sottolinea l’intenzione di Helsinki di rafforzare le proprie capacità militari in un contesto di tensioni crescenti.

Il confine della Finlandia con la Russia si estende attraverso fitte foreste, paludi e una scarsa rete stradale, un paesaggio che ha storicamente plasmato la sua strategia di difesa. Durante la guerra d’inverno del 1939-1940, quando l’Unione Sovietica la invase, la Finlandia fece molto affidamento sul suo terreno per compensare la superiorità numerica del nemico.

Soldato finlandese si addestra con missile anticarro – Fonte Esercito Finlandese

Le mine, comprese le varianti antiuomo, hanno svolto un ruolo fondamentale nel rallentare le avanzate sovietiche, integrando gli sforzi delle truppe sciistiche finlandesi e delle fortificazioni come la Linea Mannerheim. Oggi, la stessa geografia guida la logica della reintroduzione delle mine.

Con barriere naturali limitate e un confine troppo esteso perché una piccola popolazione possa pattugliarlo in modo completo, le mine offrono un modo economicamente vantaggioso per scoraggiare o ritardare gli assalti della fanteria. Orpo, nella sua conferenza stampa, ha inquadrato questa scelta come un adattamento pragmatico, notando che il contesto di sicurezza è cambiato radicalmente da quando la Finlandia ha aderito al Trattato di Ottawa nel 2012.

Il valore tattico delle mine antiuomo risiede nella loro capacità di impedire l’accesso ad aree chiave, incanalando le forze nemiche in zone di morte dove i difensori possono concentrare la potenza di fuoco. In Ucraina, le forze russe hanno impiegato estesi campi minati per bloccare le controffensive ucraine, una lezione che non è sfuggita ai pianificatori militari finlandesi.
La moderna guerra di mine, tuttavia, va oltre i campi statici di esplosivi. Gli strateghi finlandesi probabilmente abbineranno le mine a tecnologie all’avanguardia come i droni e i sensori remoti, creando un sistema di difesa a strati.

Nello stesso tempo il trattato di Ottawa non è stato firmato né dalla Russia, né dagli USA e neppure da Cina e India. In una simile condizione internazionale privarsi della tutela passiva delle mine, per quanto moralmente da applauso, rischia di essere pericoloso. La scelta della Finlandia è quindi comprensibile.


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