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La FDA segnala un nuovo problema con la macchina per respirazione della Philips. Il titolo crolla in borsa

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Altri problemi per il gruppo olandese Philips, e sempre provenienti dal settore delle attrezzature medicali e assimilate. Come riporta Reuters la Food and Drug Administration statunitense ha dichiarato che sta allertando i pazienti su un nuovo problema di sicurezza con le macchine prodotte dal gruppo e utilizzate per il trattamento dell’apnea ostruttiva del sonno.

L’azienda di tecnologia sanitaria con sede ad Amsterdam è alle prese con le ricadute del ritiro globale nel giugno 2021 di milioni di respiratori utilizzati per trattare l’apnea notturna per il timore che la schiuma utilizzata nelle macchine possa diventare tossica.

Il nuovo problema identificato dalla FDA riguarda un umidificatore utilizzato nel dispositivo per la terapia del sonno “DreamStation 2”.

Philips ha dichiarato in una nota di aver segnalato la questione alla stessa FDA dopo un’analisi che ha portato alla luce 270 reclami negli ultimi tre mesi. “Philips Respironics sta discutendo con la FDA in merito ai rapporti”, ha affermato.

Ovviamente la notizia ha avuto un impatto significativo sulla quotazione delle azioni del gruppo olandese:

Gli analisti di ING hanno affermato in una nota che la DreamStation 2 è il successore della macchina DreamStation 1 che utilizzava la problematica schiuma, la cui polverizzazione nei respiratori e conseguente pericolo di inalazione ha causato un richiamo da parte della FDA e quindi numerosi cause legali.

“Il DS2 ha silicio  nella membrana invece della schiuma degradata, e di conseguenza il successore potrebbe rimanere sul campo e in molti casi è stato utilizzato come macchina sostitutiva”, ha affermato ING.

La FDA ha affermato di aver ricevuto segnalazioni di persone che hanno affrontato problemi termici come fuoco, fumo, ustioni e altri segni di surriscaldamento durante l’utilizzo delle macchine CPAP DreamStation 2 di Philips.

Secondo l’agenzia, i rapporti indicano che i problemi potrebbero essere legati a un malfunzionamento elettrico o meccanico dei macchinari. Il pericolo, per l’azienda, è che ai richiami possano seguire nuove richieste di rimborso per eventuali danni portaati ai pazienti.


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