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La fame di risorse della Cina non va in vacanza: Jiangxi Copper si compra il rame dell’Ecuador per 1,2 miliardi
Mentre l’Occidente osserva, il colosso statale cinese mette le mani sul gigantesco giacimento di Cascabel. Accordo chiuso a Natale con un premio del 43%

Mentre i mercati occidentali sonnecchiano tra un brindisi e l’altro, la Cina continua inesorabile la sua marcia per assicurarsi gli asset reali, quelli che contano davvero. La notizia arriva proprio nel giorno di Natale: il colosso statale cinese Jiangxi Copper ha siglato l’accordo definitivo per l’acquisizione della totalità delle azioni di SolGold, mineraria quotata a Londra, in un affare da 1,2 miliardi di dollari (circa 867 milioni di sterline).
L’obiettivo non è certo il listino londinese, ma il controllo del progetto Cascabel in Ecuador, uno dei depositi di rame e oro più promettenti del Sud America.
L’offerta che non si poteva rifiutare
La trattativa ha seguito un copione classico, dove il “denaro contante” ha avuto la meglio sulle resistenze iniziali. Il consiglio di amministrazione di SolGold, che solo il mese scorso aveva respinto un’offerta di 26 pence per azione giudicandola insufficiente, ha capitolato di fronte al rilancio cinese.
L’offerta finale accettata prevede:
Prezzo: 28 pence per azione in contanti.
Valutazione totale: 1,2 miliardi di dollari.
Premio: Un notevole +42,9% rispetto alla chiusura del 19 novembre.
A sbloccare lo stallo non è stato solo il “dolcetto” sul prezzo, ma il peso specifico degli altri grandi azionisti. Giganti del calibro di BHP Billiton e Newmont, che detengono ciascuno il 10,3% di SolGold, hanno dato il loro benestare all’operazione, lasciando di fatto il management di SolGold con le spalle al muro. Jiangxi, che già possedeva il 12,2% della società, ha ora la strada spianata per il closing previsto nel primo trimestre del prossimo anno.
Cascabel: il vero tesoro
Perché tanto interesse per una società quotata a Londra? La risposta si trova nella provincia settentrionale di Imbabura, in Ecuador. Il progetto Cascabel fa parte della Cintura Porfirica Andina, la più grande concentrazione mondiale di rame. Per la Cina, affamata di materie prime per sostenere la propria industria e la transizione energetica, questo è un asset strategico vitale.
Ecco i numeri del progetto Cascabel, che dovrebbe entrare in produzione nel 2028:
| Dettaglio | Stima |
| Vita della miniera | 28 anni |
| Rame (produzione annua) | 123.000 tonnellate |
| Oro (produzione annua) | 277.000 once |
| Argento (produzione annua) | 794.000 once |
| Investimento iniziale (Capex) | 1,55 miliardi di dollari |
Zhou Shaobing, vicepresidente di Jiangxi, non ha usato mezzi termini: “L’acquisizione di risorse è la strategia principale dell’azienda”. Una dichiarazione che conferma come le imprese di stato cinesi, forti di una liquidità impressionante (Jiangxi ha riserve per quasi 9 miliardi di dollari), stiano approfittando di ogni opportunità per consolidare la loro posizione globale, mentre l’Occidente spesso si perde in chiacchiere ESG.
Un segnale per i mercati
Dan Vujcic, CEO di SolGold, ha ammesso che l’accettazione dell’offerta offre “certezza” rispetto all’incertezza intrinseca dello sviluppo autonomo del progetto. In parole povere: meglio i soldi subito e sicuri dei cinesi che l’incognita di dover gestire un progetto minerario complesso da soli.
La reazione dei mercati è stata mista: a Shanghai il titolo Jiangxi ha oscillato, chiudendo in ribasso la mattina ma recuperando nel pomeriggio. Tuttavia, il messaggio geopolitico è chiaro: la Cina sta comprando il futuro fisico, tonnellata dopo tonnellata.
Domande e risposte
Perché questa acquisizione è strategica per la Cina?
La Cina è il maggior consumatore mondiale di rame, un metallo fondamentale non solo per l’edilizia, ma soprattutto per la transizione energetica (auto elettriche, reti, rinnovabili). Acquisendo direttamente i giacimenti, come quello di Cascabel, la Cina riduce la dipendenza dalle forniture esterne e dai prezzi volatili del mercato, assicurandosi un flusso costante di materie prime per i prossimi decenni. È una mossa di sicurezza nazionale mascherata da operazione commerciale.
Qual è stato il ruolo di BHP e Newmont nell’affare?
BHP e Newmont sono due colossi minerari che detenevano quote significative (oltre il 10% ciascuno) in SolGold.2 Il loro supporto all’offerta di Jiangxi è stato determinante. Probabilmente, questi giganti hanno preferito monetizzare subito la loro partecipazione con un buon premio piuttosto che attendere anni per i dividendi incerti di un progetto che richiede ancora ingenti investimenti (capex) per partire. È la vittoria della finanza pragmatica sulla pazienza industriale.
Cosa comporta il passaggio di proprietà per l’Ecuador?
Per l’Ecuador significa che uno dei suoi progetti minerari di punta sarà gestito da un’impresa di stato cinese. Questo garantisce i capitali necessari per avviare la produzione (prevista nel 2028), creando occupazione e royalties. Tuttavia, sposta anche l’asse geopolitico del paese verso Pechino. Le aziende statali cinesi sono note per la rapidità di esecuzione, ma portano con sé l’influenza politica del governo cinese, un fattore che Quito dovrà gestire con attenzione.









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