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La direttiva AI? Non salverà un posto di lavoro

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I negoziatori dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo venerdì sulle prime regole globali sull’intelligenza artificiale, aprendo la strada alla supervisione legale della tecnologia AI che ha promesso di trasformare la vita di tutti i giorni e che ha suscitato l’allarme di pericoli esistenziali per l’umanità. Peccato che questa normativa nasca dal desiderio di normare qualcosa di cui, ancora non si conoscono le conseeguenze precise e poi, comunque, manca di rispondere alle grandi domande sulle ricadute economiche e occupazionali della AI.

“Accordo!” ha twittato il commissario europeo Thierry Breton poco prima della mezzanotte. “L’UE diventa il primo continente a stabilire regole chiare per l’uso dell’IA”. Lui è contento, perché comunque scrive il suo nome sotto qualcosa, ma fidatevi, non aspettatevi niente di veramente tutelante.

“L’accordo politico di oggi segna l’inizio di un importante e necessario lavoro tecnico sui dettagli cruciali della legge sull’IA, che ancora mancano”, ha dichiarato Daniel Friedlaender, responsabile dell’ufficio europeo della Computer and Communications Industry Association, un gruppo di pressione dell’industria tecnologica.

La UE, non potendo fare nulla di serio dal punto di vista dello sviluppo della AI stessa si è posta l’obiettivo di normarla. Facendo un parallelo la normativa attuale è come la “Legge della bandiera rossa”, l’Automotive Act del 1865, la prima norma che regolava la circolazione delle autovetture, che nel Regno Unito stabiliva che un mezzo a motore circolante per strada dovesse essere preceduto a 60 metri da un uomo con una bandiera rossa. Ovviamente la norma fu presto obsoleta, illogica e dimentica.

Questa norma, che è stata ritoccata in fieri diverse volte per la continua evoluzione del settore, enterà in vigore nel 2025, e sicuramente, per allora, sarà già superata

Non che non ci siano cose buone: alcune llimitazioni nell’utilizzzo del riconoscimento facciale o nell’utilizzo  dell’elaborazione dei dati personali sono interessanti e utili e salvaguardano un minimo di privacy e di modelizzazione estrema. Però ci sono dei fortissimi limiti:

  • non viene data nessuna tutela ai lavoratori che verranno spiazzati  dall’introduzione della AI diffusa, e parliamo di attività intellettuali un tempo apprezzate e complesse come traduzioni, consulenze legali ed assimilate, doppiatori, probabilmente un giorno prossimo perfino attori. Chi pagherà i loro stipendi e pensioni?
  • presto avremo le killerbot, la diffusione della AI che uccide sul campo di battaglia e i primi prodromi sono già in corso di utilizzo o annunciati. Questa norma non può fermare lo sviluppo dello “Skynet” di Terminator, o di illbot su base diffusa.

La norma parte con due insufficiente:

  • troppo in anticipo;
  • troppo limitata come area di influenza;
  • troppo limitata nell’ammortizzazione degli impatti sociali

USA e Cina stanno sviluppando veri e propri androidi in grado di operare come Co – lavoratori, praticamente dimezzando il fabbisogno di forza lavoro. GS prevede che 300 milioni di posti di lavoro scompariranno in pochi anni, e la normativa UE né fermerà questo fenomeno, né ne limiterà le ricadute sociali.

Quindi lasciamo festeggiare oggi, ma il futuro è incerto.

 


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