Europa
La decisione di Charles Michel di candidarsi alla presidenza del Consiglio Europeo mina la credibilità delle istituzioni europee
Charles Michel ha aspettato fino al 7 gennaio per annunciare la sua volontà di candidarsi al parlamento europeo, ma la sua mossa rischia di mandare in crisi un meccanismo già complesso e poco efficiente.
Il presidente del Consiglio Europeo – che riunisce i leader dei paesi membri dell’UE – ha annunciato che si candiderà alle elezioni parlamentari europee di giugno. Se verrà eletto, si insedierà a luglio, ben prima della scadenza del suo mandato prevista per novembre. Ricordiamo che il Consiglio Europeo è una componente essenziale della struttura europea, insieme al Parlamento Euorpeo e alla Commissione, scelta dal consiglio e confermata dal Parlamento.
Perché questo è un problema? Perché senza un capo del Consiglio permanente, il premier ungherese Viktor Orbán, il cui paese assume la presidenza di turno del Consiglio dell’UE a luglio, guiderebbe le riunioni. Si tratta di uno scenario da incubo per Bruxelles se il leader euroscettico, sempre più isolato, che ha tentato di ostacolare gran parte del sostegno di Bruxelles all’Ucraina durante la guerra con la Russia, dovesse avere questa opportunità.
Grazie alla mossa di Michel, l’UE si trova in acque inesplorate. La carica di presidente del Consiglio europeo esiste solo dal 2009, quando è stata introdotta dal Trattato di Lisbona che ha riformato l’UE. Si tratta di un incarico che prevede la definizione dell’agenda e del programma di lavoro del Consiglio europeo, oltre alla mediazione tra gli Stati membri e alla rappresentanza del blocco sulla scena internazionale. Una carica organizzativa, ma, recenemente, il presidente del Consiglio Europeo prendeva parte alle missioni ufficiali della UE all’estero, affiancando e spesso eclissando l’opaca presidente della Commissione. Basti ricordare quanto successo ad Ankara, quando Michel si sedette di fianco ad Erdogan e la Von Der Leyen rimase a fare la cameriera.
Michel è dove è non tanto per le sue capacità, ma per la spietata divisione delle cariche europee fra gruppi politici fatta con ben poco rispetto della democrazia e del rispetto dei risultati elettorali. Le cariche europee ormai sono considerate come una specie di proprietà privata dei socialisti e dei popolari, con qualche secondaria intrusione dei liberali, e Michel è stato beneficiato da questa suddivisione ferrea.
Nonostante questo potere caduto dal cielo, ricco anche economicamente, le dimissioni anticipate di Michel sono il segno del disprezzo di una carica fatta suprattutto di apparenza. Alla fine conta di più il capogruppo in parlamento che la presidenza del Consiglio Europeo, per quanto questo gli permetta dei comodi viaggi all’estero e dei prestigiosi incontri.
Viktor Orbán diventerà il capo del Consiglio ad interim
Budapest assumerà la presidenza di turno dell’UE a metà del 2024 e, se non ci sarà un capo del Consiglio europeo, sarà il leader del paese che detiene la presidenza ad assumerla. Il paese attaccato per essere più filorusso d’Europa e anche quello con una visione più di destra ed euroscettica, prenderà la guida non solo del semestre, ma pure del coordinamento del Consiglio.
La prospettiva che Orbán presieda le riunioni dei leader non ha sorpreso un funzionario dell’UE, il quale ha affermato che all’interno del Consiglio si è speculato a lungo su questo scenario, segno che Michel stava pianificando la sua mossa da tempo. Secondo un funzionario vicino a Michel, i leader non sono stati colti alla sprovvista e sono per lo più d’accordo con la sua mossa. “Ha contattato tutti i 27 e un’ampia maggioranza ha appoggiato la decisione”, ha dichiarato il funzionario.
In teoria sarebbe sufficiente una magggioranza semplice per impedire a Orban di assumere questa carica, per cui il Consiglio può semplicmente votare contro l’ungherese, ma si tratterebbe dell’ennesimo strappo alle già deboli e interpretabili regole europee. La costituzione della UE, a furia di interpretazioni e scelte arbitrarie, sta diventando un po’ come il blob, il mostro gelatinoso che poteva assumere qualsiasi forma, sempre avanzando soffocando le persone. Che male può fare Orban come presidente del Consiglio Europeo per tre quattro mesi? Lasciamo che anche lui si goda qualche comodo viaggio all’estero.
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