Economia
La crescita russa sta rallentando: l’interessante analisi di Jacques Sapir
L’economia russa sta rallentando la crescita perché la capacità produttiva è giunta alla saturazione e quindi sviluppare la manifattura diventa complicato. A questo punto la crescita continuerà, ma necessiterà investimenti strutturali importanti. COmunque sempre meglio che nell’Europa occidentale
La crescita russa sta rallentando, dopo aver subito una forte accelerazione nel secondo anno di guerra. Le motivazioni sono bel colte da Jacques Sapir, @Russeurope, uno degli economisti più acuti ed esperto di economia russa, sulla quale ha una visione approfondita da anni di studi e contatti locali che risalgono a ben prima la crisi del conflitto ucraino.
Vediamo il suo punto di vista sulla situazione attuale della Federazione Russa:
La crescita è in rallentamento nell’ultimo trimstre , ma in modo particolarmente marcato ad agosto (dati su base annua). Ciò implica che questo rallentamento ha cause sia cicliche che strutturali. (produzione di beni e servizi in Russia in perncentuale rispetto al mese dell’anno precedente, in blu il PIL, in rosso la media mobile a sei mesi)
Questo dato è coerente con le previsioni delle ultime settimane, ma potrebbe anche essere stato influenzato dai risultati deludenti dell’agricoltura legati alle cattive condizioni climatiche (risultati che hanno causato una contrazione di -0,3 dell’indice generale). (produzione agricola )
Allo stesso modo, il rallentamento dell’edilizia, che è in gran parte il risultato del forte aumento dei tassi di interesse ma che ha anche una componente meteorologica, ha contribuito al rallentamento generale della crescita dell’attività economica. (Tabella dell’andamento delle costruzioni rispetto all’indice 100, con il valore generale a sinitra e quello delle abitazioni private a destra)
In questo contesto di rallentamento della crescita delle imprese, i risultati industriali, pur registrando anch’essi un deciso rallentamento della crescita, mantengono livelli di crescita significativi.
Ciò è particolarmente evidente per l’industria manifatturiera, i cui risultati, pur in calo rispetto alla seconda metà del 2023, quando l’economia russa si stava riprendendo dallo shock delle sanzioni occidentali, rimangono molto elevati.
Il peso complessivo dell’industria nel PIL russo è aumentato negli ultimi due anni. Dal 2011 al 2019 è stato in media pari al 25,9% del PIL e ora si attesta al 27,4% per la prima metà del 2024. Questo è un chiaro segno del processo di reindustrializzazione in Russia.
Si stima che la quota dei servizi nell’economia russa sia scesa dal 63,5% a meno del 60% se escludiamo i trasporti dai servizi. In media (2011-2019) è stata del 78% in Francia, del 79% negli Stati Uniti e del 69% in Germania. La Russia sta abbandonando i servizi e diventa più manifatturiera
Nell’industria, la tendenza al rallentamento della crescita è evidente in tutti i settori, ma la crescita complessiva rimane forte. Questo vale in particolare per i settori ad alto valore aggiunto, ma anche per le industrie dei beni consumo.
Per le industrie ad alto valore aggiunto, questo è il risultato delle commesse belliche, ma anche – fatto troppo spesso trascurato – dei vari programmi di sostituzione delle importazioni che iniziano a dare i loro frutti dal 2024.
La tendenza è simile per i consumi quotidiani. Ciò conferma che l’industria russa ha due motori di crescita, la produzione bellica e i consumi della popolazione, trainati dal costante aumento dei salari reali negli ultimi 18 mesi.
L’aumento dei salari reali e l’incremento del volume del commercio al dettaglio (al netto dell’inflazione) si sono mantenuti ad agosto, indicando che uno dei motori della crescita russa continua a funzionare bene. (Produzione beni di consumo)
I valori mensili variano a seconda del ciclo annuale del reddito (legato al numero di giorni lavorati nel mese) e degli acquisti (con un picco maggiore a dicembre legato al pagamento dei bonus e alla tredicesima in molte aziende, nonché agli acquisti di fine anno).
Calcolando la media mobile a 12 mesi di queste due variabili, vediamo che il potere d’acquisto e i consumi sono aumentati di circa il 12% dalla fine del 2019 (10,3% per il volume del commercio al dettaglio e 12,1% per i salari reali). Il tasso di crescita annuale è stato del 2,2% per il commercio e del 2,6% per i salari reali dalla fine del 2018, ma raggiunge valori significativamente più elevati per i 24 mesi da settembre 2022 ad agosto 2024 con il 3,6% per il commercio e il 4,4% per i salari reali.
Il risparmio delle famiglie è aumentato bruscamente in due periodi, da aprile 2020 a giugno 2021, a causa della crisi COVID-19 e dei confinamenti, e da aprile 2022 a marzo 2023 a causa delle preoccupazioni per la guerra in Ucraina.
Parte della forte crescita del commercio al dettaglio nella seconda metà del 2023 è dovuta a un fenomeno di recupero ed è quindi normale che il ritmo di questa crescita rallenti ora, pur rimanendo complessivamente elevato.
Il rallentamento dell’economia nel corso del mese è legato a problemi ciclici nell’agricoltura e nell’edilizia, alla fine del periodo di recupero dei consumi e anche all’esaurimento della capacità produttiva nell’industria.
Questa capacità è ormai saturata dalla domanda (tasso di utilizzo 86-88%). Nonostante i forti investimenti nella prima metà del 2024 (+10%), sarà possibile aumentare la capacità solo a partire dal 2025.
La fase di forte crescita che la Russia ha vissuto sembra quindi essere finita, ma la fine di questa crescita esplosiva non significa la fine della crescita. La crescita continuerà, sia per effetto delle commesse militari sia per il mantenimento di un forte consumo delle famiglie.
L’entrata in servizio di nuove capacità produttive a seguito di importanti investimenti alla fine del 2023 e all’inizio del 2024 fa prevedere una crescita sostenuta nel 2025, come indicato dal consenso dei previsori.
Dopo la crescita del 3,6/3,8% che probabilmente si registrerà nel 2024 grazie alla crescita significativa raggiunta nel 1° semestre di quest’anno, nel 2025 si prevede una crescita compresa tra il 2,5% e il 3,0%.
Quindi la Russia è cresciuta e molto sia per gli ordini bellici, sia per la sostituzione dei beni importati, d’investimento e di consumo, ma questo ha portato a un saturamento della capacità produttiva, fenomeno che nell’Europa della crisi permanente provocata, è un concetto che abbiamo dimenticato. Ora per crescere saranno necessari investimenti infrstrutturali che sono in corso, ma che limitano il tasso di crescita, che comunque saràò positivo.
Una situazione economica quindi che, francamente, nell’Europa occidentale ci possiamo sognare.
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