Politica
“La Costituzione italiana prevale sul Diritto UE”, la Tesi del Professor Preterossi conquista il Senato
Il Professor Geminello Preterossi, in audizione al Senato, smonta il dogma del primato del diritto europeo. La sovranità nazionale e i “controlimiti” della Costituzione restano l’ultima parola, in un’analisi che ridefinisce i rapporti tra Italia e Unione Europea.

Un’analisi tanto netta quanto controversa ha scosso l’aula della Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato. Il Professor Geminello Preterossi, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università degli Studi di Salerno, ha messo in discussione uno dei pilastri dell’integrazione europea: il primato del diritto dell’Unione su quello nazionale. In un’audizione del 19 giugno 2025, il professore ha affermato senza mezzi termini che “non esiste alcuna primazia assoluta indiscussa” del diritto europeo e che, in ultima istanza, è il nucleo fondamentale della Costituzione italiana a prevalere.
Ecco il video completo del suo intervento che quindi cercheremo di riassumervi.
La Sovranità Nazionale e i “Controlimiti”: L’Ultima Barriera
Il fulcro dell’argomentazione di Preterossi risiede nel concetto di sovranità, che, a suo dire, “non è affatto tramontata”. Sebbene trasformata, la sovranità rimane l’essenza dell’esistenza politica di un popolo. La prova più evidente di questa persistenza, secondo il professore, è rappresentata dai cosiddetti “controlimiti”. Questi sono il “nucleo politico dello Stato costituzionale” , un insieme di principi fondamentali e indisponibili della Costituzione che prevalgono su qualsiasi altra norma, inclusa quella europea.
Preterossi ha sostenuto che questo nucleo, essendo inattaccabile persino da una revisione costituzionale, a maggior ragione non può essere subordinato al diritto comunitario o alla giurisprudenza europea. “I controlimiti sono la controprova che la Costituzione italiana nel suo nucleo fondativo e indisponibile prevale su tutto, anche sul diritto europeo” , ha dichiarato, paragonando la relazione tra i due ordinamenti non a una gerarchia piramidale, ma a un necessario coordinamento.
L’Unione Europea: Un’Entità “Sui Generis”, non uno Stato Sovrano
Un altro punto cardine del discorso del professore ha riguardato la natura stessa dell’Unione Europea. Preterossi ha insistito sul fatto che l’UE “non è uno stato” e non è un soggetto politico sovrano. La prova di ciò risiederebbe nell’assenza di una vera politica estera e di difesa comune. Questa ambiguità, definita in passato da Giuliano Amato come un “oggetto non identificato, un UFO” , genera un’ “opacizzazione del linguaggio politico giuridico” e crea problemi, specialmente nei momenti di crisi.
Secondo Preterossi, l’idea di raggiungere un’unione politica federale attraverso “piccoli passi” e tecnicismi, senza una “decisione politica fondamentale, costituente”, è un’illusione. Questa strategia, basata su un’opzione funzionalista, lascia l’Europa “in mezzo al guado”.
Il “Vincolo Esterno” e il Ruolo “Creativo” della Corte di Giustizia
Il professore ha etichettato la tesi del primato assoluto del diritto UE come un capitolo dell’ “ideologia del vincolo esterno”. L’assolutizzazione di questo vincolo, ha avvertito, porta a un indebolimento del “vincolo interno”, ovvero il patto politico costituzionale che lega una nazione.
In questo contesto, ha criticato la funzione “autoespansiva” della Corte di Giustizia Europea, la cui giurisprudenza “assai creativa” avrebbe di fatto imposto il principio del primato. Questa, secondo Preterossi, è stata una “scelta risalente eh arbitraria, un’autoattribuzione di potere” che ha portato a una “federalizzazione surrettizia” , senza che vi fosse un vero Stato costituzionale europeo alle spalle. Ha inoltre ricordato che tale principio non è sancito chiaramente nei trattati, ma è oggetto di una semplice dichiarazione (la n. 17) allegata al Trattato di Lisbona, di per sé priva di carattere pienamente vincolante.
Il Dibattito in Commissione: Tra Consensi e Distinzioni
L’intervento di Preterossi ha stimolato un vivace dibattito. Il senatore Lombardo ha rassicurato il professore sul fatto che nessuno, né nel mondo politico né tra i costituzionalisti, sostiene una primazia del diritto UE “senza limiti”. Ha specificato che è pacifico che il diritto dell’Unione faccia “sempre salvo il rispetto dei diritti fondamentali e dei principi costituzionali degli ordinamenti statuali”. La vera questione, per il senatore, è chi debba valutare questi limiti: la Corte di Giustizia UE o le Corti Costituzionali nazionali. Ha anche precisato che la “disapplicazione” di una norma interna in contrasto con il diritto UE non equivale ad un’abrogazione, la quale rimane prerogativa del Parlamento.
Il senatore Borghi ha sottolineato la rilevanza del tema, evidenziando come dopo tre audizioni sia emerso un consenso sul fatto che “non esiste alcun primato assoluto”. Ha poi posto una domanda cruciale: quali sono i passi necessari per sciogliere questi nodi e dare certezza ai cittadini?
La Via d’Uscita: Un “Discorso di Verità” e il Ritorno alla Politica
Nella sua replica, Preterossi ha insistito sulla necessità di un “lavoro culturale” e di un “discorso di verità sull’Unione Europea” per superare una “narrazione falsante”. La soluzione, per lui, risiede nel recupero della centralità del Parlamento come luogo della rappresentanza della sovranità popolare. “Per me prevale su tutto l’indirizzo politico, democratico, statale, nazionale”, ha affermato con forza.
La vera sfida, ha concluso, è riattivare il nucleo fondamentale, soprattutto sociale, della Costituzione, che è stato “largamente disattivato” dalla prevalenza del “vincolo esterno” su quello interno. Secondo il professore, la risposta alla domanda su quale diritto prevalga è netta: “Secondo me sì”, prevale il diritto costituzionale nazionale.
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