Crisi
La Consulta decide sulle pensioni causando un buco miliardario ma sulla Robin Tax negò i rimborsi alle imprese: da notare che questa volta sembrano essere in ballo interessi particolari…
Eh si, leggendo solo il titolo la cosa sembra intrigare e spero che serva a far sorgere qualche interrogativo… Come stigmatizzato in passato*, la Consulta nel recente passato ha emesso numerose ed importanti sentenze in cui agli atti pratici l’interesse dello Stato è stato dato come preminente anche a dispetto delle apparenze legali e giuridiche. In dettaglio, a seguito dell’introduzione del pareggio di bilancio in costituzione voluto guarda caso da Mario Monti oltre all’inserimento del Two Pack, Six Pack etc. europei nell’ordinamento italiano con rango costituzionale, il pareggio di bilancio vale oggi quanto gli altri articoli costituzionali diciamo originari, creando di fatto un cortocircuito istituzional-giuridico (della serie, nella valutazioni delle cause vale di più far tornare i conti nel rispetto delle leggi europee o valgono di più i principi di costituzionali ante modifica montiana?).
In tempi abbastanza recenti tale contrasto si è estrinsecato in sentenze al limite dell’accettabilità operativa, stile Robin Tax, dove pur in presenza di una ratificata violazione costituzionale si è espressamente deciso di non provvedere al rimborso per il passato: nelle motivazioni della sentenza fu scritto chiaramente che in tale modo si voleva evitare un buco nei conti pubblici. Questo è, appunto, il cortocircuito istituzionale di cui lo scrivente ha già parlato in precedenti interventi*.
Oggi lo scenario si arricchisce però di un nuovo ed importante elemento: nonostante la costanza nei problemi di bilancio dello Stato abbiamo scoperto per il tramite della Consulta che le pensioni più elevate non possono essere bloccate nella parte relativa all’indicizzazione ai costi della vita sebbene solo per i trattamenti superiori a tre volte il minimo (leggasi anche, con l’applicazione della clausola ex tunc, nel caso Robin tax fu invece ex nunc). Non commento nel merito della sentenza, certamente giusta. Pongo solo l’accento sulla variabilità degli indirizzi oggettivi della Corte, in questo caso viene alla mente un altro articolo comparso su questo sito alcune settimane or sono, ossia che è proprio la magistratura a percepire gli assegni pensionistici più alti**; certamente sarà un caso ma che colpisce quanto meno per la strana coincidenza. Anche e soprattutto se ricordiamo la probabile aberrazione [vedremo le prossime sentenze] della Corte di Cassazione della scorsa settimana in cui – al fine probabilmente di fare cassa – anche i dati “rubati” possono essere utilizzati ai fini del solo accertamento fiscale, creando un pericolosissimo precedente in tema di asimmetria di potere tra Stato e cittadino*** (lo Stato da oggi può utilizzare elementi a tutti gli effetti rubati pur in presenza di sentenze definitive che non ne permettono l’utilizzo nei paesi della stessa UE da dove provengono, leggasi in Francia).
In generale tutto questo sembra chiaramente inaccettabile in quanto introduce gli elementi che sono il sale, il condimento, l’humus di una tanto eventuale quanto sempre più probabile deriva autoritaria in questo paese. O semplicemente del caos istituzionale che può conseguentemente determinare detta deriva con il fine di porvi rimedio. Entrambi i fattori sembrano inequivocabilmente indirizzarci, nel contesto di una crisi economica epocale ben peggiore di quella del ‘29****, verso una nuova forma di fascismo fiscale finalizzato al pagamento del debito sulla base degli impegni europei, con tutte le conseguenze che si possono temere in tale triste contesto (…). Non che il finale cambi molto nei vari casi citati – sempre di una forma di pur moderno fascismo si tratterebbe – , in ogni caso quello che si vuole evidenziare in questo intervento è la pericolosità del momento che stiamo vivendo.
Da una parte, come sempre, ci sono gli interessi particolari in cui brillano per dimensioni relative quelle dei pensionati soprattutto con pensioni elevate (ad es., ma non solo, la magistratura). Dall’altra c’è la crisi economica e la necessità di gettito. L’ambito generale è invece quello delle ferree – ed austere – regole europee, regole certamente asimmetriche in quanto ad esempio chiedono a determinati paesi sacrifici proporzionalmente maggiori che ad altri (è un dato di fatto che l’Italia sia al top naturalmente, ad es. la Francia è molto meno sotto assedio europeo per far quadrare i conti – e questo era stato ampiamento previsto quando si decisero le politiche da attuare nei vari paesi! -). Il contesto geostrategico sembra invece andare nella direzione di una pre-guerra occidente vs. Russia unitamente ad una rinascita egemonica tedesca nel continente europeo, ricordando che tutte le volte che questo è successo negli scorsi 200 anni ha portato disastri per le popolazioni del Vecchio Continente.
Tornando alle conseguenze per l’Italia dobbiamo ricordare cosa significhi fascismo: prendendo spunto dal maggior esperto in materia, R. O. Paxton, possiamo tradurlo in un mix di diritto asimmetrico, di interessi anch’essi asimmetrici e di dirigismo fine a se stesso per il raggiungimento di fini particolari sempre nel contesto di un’apparenza nobile e giustificabile (…), con la peculiarità rispetto al passato che detti fini sembrerebbero nel caso attuale più stalinisti che fascisti (nell’accezione storica convenzionale il fascismo metteva in primo piano gli interessi di uno stato e dei propri cittadini a danno di Stati terzi, a differenza dello stalinismo che pur con tratti generali simili si estrinsecava in termini di vessazione nei confronti della stessa cittadinanza – notasi che tale differenza sembra un chiaro riflesso del fatto che gli Stati fascisti eran poveri di risorse mentre quelli che scelsero lo stalinismo ne erano ricchissimi, ndr). Più in dettaglio va ricordato che il diritto asimmetrico, sia nel fascismo che nello stalinismo, è stato di norma perpetrato per il tramite della magistratura che le ha dato una forma legale e perfettamente accettabile nel corso dei vari regimi che solo successivamente sono stati definiti totalitari. Temo che anche questa volta non si farà eccezione*****.
Spero in questo breve intervento, evitando chiaramente di mettere in discussione le decisioni della magistratura, di essere riuscito spiegare la brutta piega che stiamo prendendo nel Belpaese, senza però dimenticare di inserire nel processo di comprensione del diabolico schema che sembra essere perpetrato ai danni della cittadinanza – ossia, lo schema sopra indicato – che nel caso italico esiste come sempre a complicare le cose una certa dose di anarchica entropia, leggasi anche situazioni in cui una parte della casta di volta in volta tenta di inserirsi (intervenendo) in deroga al disegno generale con il fine di difendere i propri interessi particolari (vedasi appunto il caso del blocco delle rivalutazioni delle pensioni superiori a tre volte il minimo, ex legge Fornero).
In ultimo il parossismo: ieri Federico Fubini, pasdaran della sinistra PD, addirittura ci informa dalle colonne di Repubblica che una parte del Governo sta addirittura pensando di fare ricorso alla Corte Europea del Lussemburgo (!!!) per ribaltare la sentenza della Consulta sulla rivalutazione delle pensioni******. Cosi facendo si metterebbe la parola fine al residuo di sovranità italica. E non a caso, quasi fosse in atto uno strisciante attacco al Presidente del Consiglio – chi scrive lo sostiene da tempo -, il Fubini riferisce personalmente a Renzi (e non al governo) la considerazione che non sia praticabile tale strada in quanto comporterebbe derive eccessivamente dirigistiche dell’Europa nei confronti della Penisola, ben sapendo – parlo del columnist di Repubblica – che a breve si dovrà decidere come e dove trovare le coperture economiche…
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Spero che sia chiara a tutti l’enorme dimensione della responsabilità che Mario Monti ha in relazione alla attuale situazione del nostro Paese, drammatica. Ed intendo questo in aggiunta alla situazione economica causata in gran parte dalla sua austerità iper-recessiva post deposizione di un Primo Ministro italiano democraticamente eletto (nel 2011; il buco di bilancio creato a termine relativamente all’abrogazione di parte della legge Fornero è solo una parte del problema): quando oltre all’aspetto economico si va ad intaccare la stessa tenuta del sistema – come nel caso dell’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione senza tenere in debito conto delle possibili conseguenze – le responsabilità tecnico-politiche [o fors’anche colpe?, vedremo in futuro…] rischiano di essere addirittura ordini di grandezza superiori…
Jetlag per Mitt Dolcino
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**** Nella crisi del ‘29 il debito pubblico degli Stati era decisamente basso, al contrario della situazione attuale: ciò permise di attivare l’economia per il tramite della spesa pubblica. Nel post prima guerra mondiale l’unico paese con un debito pubblico elevato fu la Germania durante crisi del’21 – crisi che di fatto anticipò quella di 8 anni più tardi -, che poi portò alla grande inflazione tedesca in grado di “mangiarsi” l’intero debito pubblico creando il volano necessario per la crescita futura (ed anche per l’avvento del nazionalsocialismo). Resta il fatto che la crisi del ’29 nelle economie occidentali rimase di fatto irrisolta fino alla scoppio della seconda guerra mondiale, la quale creò questa volta vera crescita con l’attivazione della macchina industrial-bellica e, successivamente alle distruzioni, con la ricostruzione.
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