Attualità
La Commissione UE non può dare nessuna sanzione alla Cina perché la Germania ne è ostaggio
La situazione sarebbbe tragica, se non fosse ridicola, e, quando si parla di ridicolo, la Commissione Europa non può che essere fra i protagonisti.
Il ministro dei trasporti tedesco Volker Wissing ha respinto possibili tariffe punitive a seguito dell’indagine della Commissione europea sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici (EV).
“In linea di principio non penso molto alla costruzione di barriere sul mercato”, ha detto Wissing all’edizione di lunedì del quotidiano Augsburger Allgemeine. Del resto il ministro viene dalle file dei liberal-democratici, quindi è un liberal-globalista per professione politica.
Una tale politica isolazionista potrebbe innescare una reazione a catena che danneggerebbe enormemente l’economia tedesca, ha affermato Wissing.
“Oggi le automobili vengono sanzionate, domani i prodotti chimici, e ogni singolo passo in sé rende il mondo più povero”, ha affermato Wissing, dei Democratici Liberi (FDP) favorevoli agli affari.
“Dobbiamo assicurarci di produrre i nostri veicoli elettrici in modo competitivo, per la Germania e per i mercati mondiali”, ha aggiunto.
La cosa divertente è che il deficit commerciale tedesco verso la CIna è letteralmente esploso durante il 2022.
Nello stesso tempo però, almeno sino al 2020, la Germania aveva potentemente investito in Cina, ed ora le aziende tedesche sono letteralmente ostaggio di Pechino.
A questo punto la Germania non può permettersi, o meglio non ha il coraggio, di poter fare alcunché nei confronti della Cina, perché ha troppa paura di perdere gli enormi investimenti là fatti negli anni passati, anche a costo di condannare la propria inddustria nel lungo termine. Invece la scelta più dolorosa, ma coraggiosa, sarebbe staccarsi, a questo punto. Ricordiamo che poi i cinesi sono i maaggiori azionisti di Mercedes.
A questo punto l’indagine voluta dalla Von Der Leyen sull’influenza della Cina nel settore delle auto elettriche diventa ridicola, l’ennesima puntata della tragica farsa chiamata Unione Europea.
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