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La Commissione apre al finanziamento di un’Europa “Verde Nucleare”

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Il vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico COP26 è ancora in corso a Glasgow,  con la solita raffica di annunci quotidiani da parte dei governi  di riduzione  le emissioni, finanziamenti verdi a pioggia e tanto altro circo Barnum sulla pelle dei cittadini. Però il FT ci annuncia un vero cambiamento in arrivo per la Commissione.

A Bruxelles la Commissione europea è ancora alle prese con delicate normative verdi che aiuteranno a definire quanto siano credibili le politiche climatiche del blocco, fra cui la “tassonomia”legata alla  finanza sostenibile, un tentativo pionieristico di definire cosa è veramente “Finanza Verde” e cosa è solo “Greenwashing”, cioè dare un nome verde a cose che non lo sono.  Però con i prezzi dell’energia alle stelle c’è il rischio che con le prossime tornate elettorali tutto questo “Verde” sia spazzato via da un elettorato impoverito, impaurito e stanco dei bla bla bla climatici ed ecologici delle élite nella bolla di Bruxelles.

Da indiscrezioni interne si è venuto a sapere che la commissione sta elaborando una bozza di testo di tassonomia che Permetterà all’energia nucleare di essere inclusa fra quelle definite “Verdi” dal punto di vista finanziario, perché non emette CO2, anche se può produrre rifiuti pericolosi e radioattivi a lungo termine. Non solo, ma perfino gli investimenti nel gas naturale, che produce comunque un’impronta carbonica non indifferente, verà incluso nella finanza verde su richiesta dei paesi dell’Europa meridionale e orientale, che rischiano di essere penalizzati.

I dettagli concreti rimangono un segreto gelosamente custodito, ma i diplomatici affermano che Bruxelles ha assicurato che questi investimenti saranno inclusi, anche per poter ottenere l’appoggio da parte dei governi nel Consiglio.

La loro inclusione provocherà un violento contraccolpo da parte dei gruppi ambientalisti, che notano che anche i fondi finanziari di base impegnati per obiettivi verdi non si avvicinano al nucleare e al gas. Anche i green recovery bond dell’UE vietano il finanziamento di queste fonti energetiche.

L’inclusione del gas è necessaria anche perché se no l’Italia avrebbe bloccato il voto sul nucleare: anche se decidessimo oggi la costruzione di una centrale nucleare dovremmo prima cambiare il quadro normativo, impiegando, nella migliore delle ipotesi, mesi, e nella più realistica, anni. Nello stesso tempo è chiaro che le normative europee stanno diventando molto meno verdi, ma molto più utili per la Francia nucleare, di quanto si pensasse all’inizio.

PS, intanto la Commissione, coi soldi europei, finanzia con 8,5 miliardi di euro la transizione verde dal carbone in Sud Africa. Tanto pagate sempre voi…


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