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Economia

La Coldiretti mette sotto accusa la Von der Leyen

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L’assemblea nazionale della coldiretti, al teatro Eliseo di Roma, cade in un momento cruciale per l’agricoltura, dopo la presentazione della proposta di modifica del budget europeo, che a detta di tutti, è stata una mazzata per il settore agricolo. “ Siamo stati battuti a Bruxelles dalla presidente Von der Leyen” dice il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo,  rivolto a Raffaele Fitto e a Francesco Lollobrigida, seduti in prima fila, ospiti d’onore della kermesse degli agricoltori italiani. Il mondo agricolo è in subbuglio, dopo i tagli proposti alla Pac, la politica di finanziamento comune dell’Europa, inseriti nella proposta di riforma del nuovo quadro pluriennale di finanziamento presentato dalla commissione europea mercoledì scorso.

La riduzione del 20% e la creazione del fondo unico, sono un disastro annunciato, dicono alla Coldiretti, ma che  avrà un impatto devastante sul settore primario. Saranno, infatti, oltre 770mila le aziende agricole italiane colpite dal taglio della Pac 2028-2034 con il passaggio al fondo unico tra politiche agricole e di coesione. È la stima elaborata da Coldiretti su dati Agea sugli effetti del piano di bilancio della Commissione Ue.

Il segretario generale nella sua prolusione iniziale si rivolge spesso al vicepresidente esecutivo Fitto, riconoscendogli il merito di essersi battuto come un leone, e di aver difeso a spada tratta gli agricoltori, ma alla fine i suoi sforzi non sono riusciti a piegare la volontà di una presidente, che al teatro Eliseo viene indicata come la grande nemica dell’agricoltura europea. Ma le parole al miele sono anche per il ministro Lollobrigida che il segretario chiama confidenzialmente per nome” il lavoro del ministro è stato fantastico sui cibi sintetici. Lo ringrazieremo sempre per le sue battaglie a nostro favore. “ L’applauso della platea è convinto verso un ministro che viene da sempre considerato come uno di loro dall’associazione della Coldiretti, che col governo Meloni ha sempre avuto un rapporto privilegiato. 

Ma i veri convitati di pietra sono Ursula Von der Leyen e i tecnocrati di Bruxelles, definiti “delinquenti che non sanno chi è la Coldiretti” e che sono “la rovina dell’Europa”. E prosegue il segretario,  citando maliziosamente lo scandalo Pfizer gate, che prima o poi “dovrà pur avere qualche risvolto giudiziario”. Ma il risentimento della Coldiretti cresce, proprio perché gli agricoltori si sentono traditi da una istituzione, come l’Europa, in cui credono fortemente. Hanno creato il fondo unico a cui mancano 183 miliardi rispetto a prima, secondo i dati espressi dal sindaco di Roma Gualtieri, che sulla scorta della sua lunga esperienza da eurodeputato, definisce la nuova riforma del budget “ una sola”.

Un intervento assai applaudito che manifesta come la rabbia contro l’Europa sia bipartisan. Lollobrigida e deluso e non lesina critiche alla commissione europea, anche davanti al suo collega di partito Fitto, che da commissario della coesione e responsabile per l’agricoltura, si trova in una situazione certamente non facile, anche se tutti , nessuno escluso rivendicano la sua autorevole azione in difesa del mondo agricolo anche in questo caso. Come sulla filiera del tabacco, dove il lavoro di squadra con Raffaele Fitto, ha portato a casa “un risultato straordinario”, come dice il ministro con orgoglio. “La Pac venne  immaginata nel 1962, quando fu istituita, perché i problemi allora erano due – racconta Lollobrigida- per garantire redditi agli agricoltori e garantire la sicurezza alimentare, adesso invece stiamo assistendo ad una netta involuzione della politica agricola comune.”

L’Europa secondo il ministro ha fatto una proposta senza alcuna visione strategica. Cita Timmermans, che ha partorito il green deal, e che ha guardato agli interessi dell’Olanda prima che a quelli dell’Europa. Il vicepresidente esecutivo della Ue, Raffaele Fitto, invece, affronta la platea degli agricoltori, cercando come dice lui di portare elementi di merito sul tema della riforma del budget tanto criticata durante l’assemblea. Fitto non cerca il facile consenso, ma dall’alto della sua carica istituzionale, che è direttamente coinvolta, cerca di difendere, con la coerenza, che ha da sempre contraddistinto la sua parabola politica, anche quello che agli occhi di chi lo ascolta pare indifendibile. Ma lo fa con una tale maestria e con dovizia di particolari, che alla fine gli applausi arrivano e anche copiosi. Cita numeri cifre, ma parla anche di quello che si nasconde dietro le nude cifre elencate “ Quando si è aperta la discussione della commissione, una questione fondamentale era proprio il fondo unico, che perseguiva l’obiettivo di avere una maggior semplificazione ed una maggiore flessibilita’. E non è un caso se ora ci sia un commissario ad hoc sulla semplificazione. I bilanci pluriennali hanno una caratteristica di valere per un anno e avere un rigidita’ per sette anni. Poteva forse andare prima, ma non certo adesso.

Non possiamo piu’ pianificare tutto sette anni prima, serve la possibilità di spostare risorse secondo gli scenari“ dice con una nettezza che anche i piu scettici in platea lo ascoltano con rapita curiosità.  Fitto ricorda come adesso si debba concludere prima l’attuale fase pluriennale, ed e per questo che il vicepresidente rivendica la scelta di avere presentato una revisione dell’attuale programma di coesione. “ la politica di coesione non è verticale ma deve creare la possibilità di creare una crescita in determinati territori verso i quali è rivolta.” Per difendere il fondo unico, cita il caso del Pnrr italiano che ha dato risorse senza precedenti proprio al settore agricolo. Contesta anche i numeri “ le risorse allocate sono le stesse dello scorso bilancio, perché occorre tenere presente che i due pilastri quello dell’agricoltura e quello delle coesione hanno dei legami stretti. Si tratta di una nuova architettura che può essere migliorata, ma che rappresenta una opportunità per cogliere le risorse messe in campo.”

Un bilancio che mette in campo una nuova governance per evitare sovrapposizioni e che dovrebbe facilitare il compito dei soggetti coinvolti, regioni appunto e agricoltori. Ettore Prandini, presidente Coldiretti, che interviene subito dopo Fitto, lo chiama “ il nostro vicepresidente esecutivo”, riconoscendo la sua coerenza e il coraggio nell’aver accettato l’invito dell’associazione, e riconoscendogli i grandi meriti nei 3 miliardi destinati all’agricoltura grazie al Pnrr. “ Ho particolarmente gradito una distinzione fatta da Fitto, che non ha parlato di riarmo ma di difesa – dice Prandini- siamo contrari al riarmo, ma siamo disponibili ad un confronto sulla difesa fatto all’interno della Nato.”. Il presidente poi tocca il tema dei dazi, affermando che si augura possano alla fine essere sotto il 10%, cosa che permetterebbe all’ export di crescere comunque di 9 miliardi di euro in termini mercato. “ Anche il presidente poi accusa la Von der Leyen di restare chiusa nel suo palazzo di cristallo, che tiene sotto scacco i suoi commissari.

“ La Pac è uno degli elementi fondanti dell’Europa. Ma noi abbiamo il dovere di garantire le future generazioni, e se ci dovesse essere un esecutivo con una sensibilità diversa, noi non lo possiamo permettere.” L’assemblea della coldiretti mostra quindi come la piu grande associazione degli agricoltori sia ancora saldamente a fianco del governo Meloni e del suo esponente a Bruxelles, Fitto, ma sembra avere iniziato una sua guerra particolare con la Bruxelles dei tecnocrati. Certo la riforma sul quadro pluriennale dell’Europa è appena all’inizio del suo percorso che durerà due lunghi anni. Ma certamente la coldiretti in questi due anni farà sentire forte la sua voce, magari anche, come un anno e mezzo fa, facendo rombare il frastuono dei suoi trattori per le strade della capitale belga.


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