Attualità
La Cina scopre una serie di grossi giacimenti di gas e petrolio
Il gigante statale cinese del petrolio e del gas CNOOC, ha annunciato la scoperta di quello che i media cinesi chiamano un grande giacimento di metano da giacimento di carbone, situato in profondi giacimenti, con riserve geologiche comprovate di oltre 100 miliardi di metri cubi di gas naturale. Una scoperta di questa portata rappresenta la seconda grande scoperta di gas onshore della CNOOC, che viene annunciata come un passo importante verso l’espansione della produzione non convenzionale della Cina.
La scoperta rappresenta anche il primo giacimento di metano da giacimento di carbone profondo del paese. Il giacimento di gas scoperto a Shenfu si trova nel nord del Paese, a Yulin, con giacimenti di carbone a una profondità di circa 2.000 metri. La produzione di prova ha visto il pozzo produrre 19.000 metri cubi di gas al giorno, secondo i media cinesi, e CNOOC sta progettando oltre 100 pozzi sul campo.
A luglio, la Cina ha rivendicato la prima scoperta di scisto offshore da parte di CNOOC nel Golfo di Beibu nel Mar Cinese Meridionale presso un pozzo scavato senza nessuna rilevazione precedente. Si stima che il pozzo Weiye 1 contenga circa 8,76 miliardi di barili di petrolio di scisto.
Un mese dopo, l’azienda statale cinese Sinopec ha annunciato la scoperta di un enorme giacimento petrolifero nel bacino del Tarim, contenente 1,7 miliardi di tonnellate di riserve petrolifere e ritenuto uno dei giacimenti commerciali più profondi del mondo.
Le scoperte si sono accumulate negli ultimi 24 mesi e l’ultima scoperta di gas di questa settimana arriva quando si dice che le raffinerie cinesi stiano ricorrendo alle scorte di greggio, l’ultima volta a settembre. Secondo l’editorialista di Reuters Clyde Russell, le raffinerie stanno attingendo alle riserve nazionali e questo è dimostrato dal fatto che le importazioni siano diminuite a fronte di volumi di lavorazione record. Reuters ha notato che le importazioni cinesi di greggio a settembre sono diminuite di oltre il 10% rispetto ad agosto, citando i dati doganali.
Questo significa sia che la Cina sta sfruttaando le proprie riserve in magazzino, accumulate nel momento in cui i prezzi erano bassi, ma anche che sta sfruttando al massimo le proprie produzioni nazionali, diventando meno dipendente dall’estero.
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