Attualità
La Cina interrompe un accordo di finanziamento dell’Argentina per 6,5 miliardi di Dollari
La Cina avrebbe sospeso un accordo di scambio di valuta con l’Argentina per un valore di 6,5 miliardi di dollari e il blocco rimarrà in vigore fino a quando il presidente Javier Milei non dimostrerà una chiara intenzione di impegnarsi con Pechino, secondo quanto riportato da SCMP, L’accordo, aggiuntivo rispetto a uno precedente, era stato definito dal candidato perdente Massa l’estate scorsa.
La notizia della mossa arriva a soli 10 giorni dall’inizio del mandato del nuovo presidente, che aveva affermato in campagna elettorale come i contatti con la Cina fossero pericolosi, e sottolinea la sfida che Milei dovrà affrontare per cercare di dare seguito a queste promesse. Alla richiesta di un commento, Zhicheng Xie, portavoce dell’ambasciata cinese in Argentina, non ha voluto confermare la notizia.
A Pechino, anche il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha rifiutato di confermare o smentire le notizie riportate mercoledì, limitandosi a dire che la Cina rimane impegnata “nella cooperazione con l’Argentina sulla base dell’uguaglianza e del mutuo beneficio”.
Il finanziamento fa parte di un accordo rinnovato annualmente dal 2009, cruciale per Buenos Aires a causa delle sue riserve internazionali di dollari in negativo. L’Argentina ha fatto affidamento su questi swap come una delle sue poche opzioni di credito, data la reputazione della nazione sudamericana di essere inadempiente sul debito internazionale.
I fondi permettevano quindi anche un incremento del commercio fra Argentina e Cina ed erano stati perfino aumentati la scorsa estate.
All’epoca Massa era anche candidato alla presidenza e perse contro Milei, la cui campagna elettorale includeva una significativa retorica anti-Cina. Ciononostante, dopo il suo insediamento il 10 dicembre, Milei ha contattato il presidente cinese Xi Jinping e ha chiesto la continuazione di questi accordi, secondo quanto riportato da Pagina 12, un quotidiano argentino.
Due giorni dopo, il ministro degli Esteri argentino, Diana Mondino, ha incontrato Wu Weihua, l’inviato speciale di Xi per l’inaugurazione, e ha sollecitato un rapido rinnovo dell’accordo.
Secondo Infobae, un sito web di notizie argentino, la decisione della Cina fa seguito all’acquisto da parte dell’Argentina di caccia F-16 usati dalla Danimarca. Gli aerei sono stati originariamente prodotti negli Stati Uniti. La conferma dell’accordo non è stata annunciata ufficialmente, ma Infobae ha riferito che Luis Petri, ministro della Difesa argentino, si è incontrato lunedì con Xavier Julian Isaac, generale di brigata delle forze aeree argentine, per confermare l’intenzione di Milei di acquisire gli F-16 invece che il caccia cino-pakistano JF-17 Thunder. Questa prospettiva, a quanto pare, non è piaciuta a Washington, che sta cercando di limitare l’influenza di Pechino in Sud America. Gli Stati Uniti non solo hanno approvato la vendita degli F-16 all’Argentina, ma si sono anche impegnati a fornire armi, formazione, supporto logistico e pezzi di ricambio per i jet.
Il sito di notizie ha affermato che l’ambasciatore cinese in Argentina, Wang Wei, è stato richiamato a Pechino per discutere i piani di Milei e l’approccio ai progetti a cui Xi ha dato priorità.
Patricio Giusto dell’Osservatorio sino-argentino di Buenos Aires ha definito preoccupante il congelamento dei fondi da parte della Cina. Senza il cuscinetto finanziario fornito dai 6,5 miliardi di dollari, ha osservato Giusto, l’Argentina dovrebbe rinegoziare il suo debito con il FMI, richiedendo la ricerca di fonti di finanziamento alternative, un compito che Giusto ha giudicato “per nulla facile”.
Milei ha anche segnalato la volontà di non proseguire con la richiesta di accesso all’accordo BRICS con Cina e Russia.
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