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La Cina dovrebbe vendere i titoli in dollari e comprare beni. Il consiglio di un noto economicsta cinese

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Un ex consigliere della banca centrale cinese, Yu Yongding, ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alle riserve di buoni del Tesoro statunitense detenute dalla Cina, sottolineando che il paese ha accumulato una quantità eccessiva di tali titoli, nonostante le recenti riduzioni delle partecipazioni che hanno portato i livelli al minimo degli ultimi 14 anni.

Le affermazioni di Yu Yongding, un noto economista affiliato all’Accademia cinese delle scienze sociali, giungono in un momento in cui un numero crescente di esperti e consulenti sta esprimendo apertamente preoccupazioni sulla sicurezza delle attività cinesi all’estero.

Yongding ha proposto una revisione fondamentale della strategia economica cinese, spingendo per un cambiamento nell’approccio verso le riserve in valuta estera. Ha sottolineato che anziché accumulare riserve in dollari statunitensi attraverso l’export e reinvestirle in titoli del Tesoro USA a basso rendimento, la Cina dovrebbe concentrarsi sulle importazioni. Questa modifica mirerebbe a supportare il mercato interno cinese, promuovendo la spesa al consumo, l’edilizia e le tecnologie nazionali come driver chiave della crescita futura. Un’idea non sbagliata.

Yongding ha anche previsto che questa nuova strategia faciliterebbe il commercio tra la Cina e gli Stati Uniti, contribuendo a ridurre le tensioni commerciali che persistono da quando è iniziata la guerra commerciale nel 2018. La relazione tra questi due paesi è stata tesa in vari settori, da quello finanziario a quello tecnologico.

Il dumping dei titoli del Tesoro statunitense è stato considerato come una possibile carta da giocare da parte della Cina nel caso in cui le sanzioni finanziarie degli Stati Uniti richiedessero una rappresaglia economica. D’altra parte, gli Stati Uniti hanno minacciato di negare l’accesso al sistema internazionale di messaggistica di pagamento Swift e di utilizzare il dollaro statunitense come arma economica, ma usare i dollrari per comprare beni aumenterebbe la dipendenza reciproca fra i due paesi e renderebbe eventuali misure di ritorsione finanziaria più costose.

Normalmente la Cina detiene titoli di stato in dollari per legare lo Yuan ald Dollaro, ma recentemente questo possesso è calato, come si vede dalla successiva figura, e il maggior investitore in titoli USA è diventato il Giappone.

La Cina ha ridotto significativamente le sue partecipazioni ai titoli del Tesoro statunitense dopo che la Federal Reserve ha iniziato a aumentare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione nel marzo 2022. Nel luglio 2023, le partecipazioni cinesi sono state ridotte di 13,6 miliardi di dollari, portandole a un totale di 821,8 miliardi di dollari, posizionando così la Cina come il secondo maggiore detentore estero dopo il Giappone.

Yu Yongding ha precedentemente sottolineato l’importanza di garantire la sicurezza degli asset cinesi all’estero, sottolineando che la geopolitica ha complicato la detenzione di titoli del Tesoro statunitense da parte della Cina e la sicurezza dei suoi asset denominati in dollari statunitensi.

Secondo i dati dell’Amministrazione statale dei cambi cinese, il surplus delle partite correnti del paese è aumentato del 32% nel 2022, raggiungendo i 417,5 miliardi di dollari. Alla fine del 2022, il valore netto delle attività cinesi all’estero ammontava a 2,53 trilioni di dollari, ma la Cina ha subito perdite nette sugli investimenti esteri.

Durante il dibattito, Yu Yongding ha anche affrontato le preoccupazioni sulla svalutazione dello yuan, sottolineando che la Cina ha compiuto interventi nei mercati valutari per mantenere la stabilità del suo tasso di cambio rispetto al dollaro statunitense.

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