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La Cina autorizza la partenza di un reattore al torio. Una tecnologia che un tempo era sfruttata in Francia

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Le autorità cinesi hanno appena autorizzato la messa in funzione di un prototipo sperimentale di reattore nucleare al torio con raffreddamento a sali fusi. Questo tipo di reattore appartiene alla categoria dei cosiddetti reattori breeder, più sicuri, in grado di produrre più combustibile di quello che consumano e di produrre meno scorie dei reattori a fissione convenzionali. Rappresentano il futuro a medio e lungo termine dell’energia nucleare, almeno per quanto riguarda la fissione.

La Francia è stata all’avanguardia in un’altra tecnologia fast breeder, i reattori a neutroni veloci, con Phénix e SuperPhénix e il programma di ricerca Astrid. Questi reattori e programmi sono stati interrotti per motivi politici da Lionel Jospin alla fine del secolo scorso e da Emmanuel Macron nel 2019. Ora si è rimasti indietro.

Il reattore nucleare al torio a sale fuso (che funge da refrigerante e da barriera di contenimento) è oggetto di fantasie ingegneristiche, così come il reattore a neutroni veloci. Queste due tecnologie, diverse da quelle utilizzate oggi in quasi tutti i reattori esistenti, possono fornire un controllo completo del ciclo del combustibile, in particolare grazie ai reattori fast breeder. Ciò consente di produrre nel reattore una quantità di combustibile superiore a quella effettivamente utilizzata e di produrre poche scorie altamente radioattive. Ma il reattore al torio, attualmente sviluppato soprattutto dalla Cina, non è una soluzione miracolosa. Per essere sviluppato su scala industriale, anziché sperimentale, richiederà ancora molti anni di ricerca e investimenti.

Molti vantaggi, ma ancora seri ostacoli tecnici

Il reattore nucleare a sali fusi di torio offre teoricamente il meglio di tutti i mondi. Offre la potenza e l’abbondanza dell’elettricità nucleare senza avere una dimensione militare, offrendo maggiore sicurezza, senza consumare acqua per raffreddarlo e senza dover gestire grandi quantità di scorie radioattive derivanti dalla fissione di atomi di uranio o plutonio.

Il torio è abbondante. E per essere utilizzato in un reattore non richiede un lungo processo di arricchimento. Questa tecnologia ha iniziato a essere studiata alla fine degli anni Quaranta. È stata trascurata per mancanza di fondi, anche se negli anni ’60 e ’70 sono stati condotti diversi esperimenti, e anche negli ultimi anni, negli Stati Uniti, in Russia, in Asia e in Europa. Nei Paesi Bassi è stato avviato un progetto di valutazione nel 2017, che però avanza molto lentamente.

Ma è la Cina a essere la più avanzata, dimostrando, se ce ne fosse bisogno, la sua ambizione di dominare l’industria nucleare civile mondiale. Le autorità cinesi hanno appena autorizzato la messa in funzione di un prototipo sperimentale di reattore nucleare al torio. La costruzione del prototipo, denominato TMSR-LF1, è stata avviata nel 2018 nel deserto vicino alla città di Wuwei, nella provincia nord-occidentale del Gansu. Sarà semplicemente il primo reattore al torio ad operare nel mondo. Nello stesso sito è prevista la costruzione di un reattore più grande, di carattere commerciale. La potenza di questo reattore è per ora di solo 2 MW, quindi poco più che simbolica.

Quindi l’Europa ha rinunciato ad una tecnologia, e la Cina ha deciso di portarla avanti….

 


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