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La Corte Costituzionale tedesca blocca la firma del presidente sul Recovery Fund

La Corte Costituzionale tedesca blocca la firma sul recovery fund. Tutto lo schema rischia di saltare.

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Oggi giunge la notizia che la Corte Costituzionale Tedesca ha bloccato la firma da parte del Presidente della Repubblica Steinmeier del Recovery Fund, che era stato approvato giovedì scorso da parte del Budestag.

La decisione d’urgenza impedisce al presidente di rendere la decisione del parlamento operativa, anche se poi ratificata dal Bundesrat. La motivazione del blocco è il ricorso del “Bündnis Bürgerwille”, l’Alleanza dei cittadini del leader AfD Bernd Lucke che si oppone al Recovery Fund sulla base del fatto che l’obbligazione economica per i cittadini tedesca è incerta e potenzialmente molto elevata.

Secondo i ricorrenti il Recovery Fund viene a costituire una forma di debito non prevedibile per l’erario tedesco, a causa proprio della possibilità che uno o più paesi non vengano a ripagare questo debito, facendone ricadere il peso sugli altri, in una situazione di mutualità. Quindi questa indeterminazione del costo verrebbe a rendere non approvabile, secondo  le norme costituzionali tedesche, il Recovery Fund.

Purtroppo siamo davanti a una situazione senza uscita: non può esistere un debito della Commissione, quindi comune, senza una forma indiretta di garanzia degli stati tedeschi, a partire dai più forti. Se la Germania si ritirasse dal fondo a causa della sua Corte Costituzionale verrebbe a mancare una colonna essenziale a supporto del debito stesso e tutto lo schema costruito finora verrebbe a saltare.

Diverse volte vi abbiamo messo in guardia dal pensare che il RF e RRF fossero cosa fatta, come vi hanno sempre comunicato i media italiani. Non è così, e la Germania non è neppure l’ostacolo maggiore.

Presto sapremo quale sarà il referto costituzionale tedesco.

 

 


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