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Euro crisis

La bomba ad orologeria delle pensioni che fracasserà l’Italia: problema irrisolvibile in assenza di un’uscita dalla moneta unica

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Oggi voglio parlare di pensioni: la spesa annuale italiana per le prestazioni sociali (previdenza e altre prestazioni) ammonta approssimativamente a 332 miliardi di euro annui, a fronte di una spesa sanitaria che se enucleata dalle varie voci è pari a circa 110 miliardi di euro annui (TOTALE: ca. 442 mld di euro annui) a fronte di una spesa complessiva annua dello Stato pari a circa 826 mld euro (DEF 2015, pubblicato in aprile 2015, vedasi le tabelle sotto). Interessante è il trend: mentre le uscite complessive dello Stato restano abbastanza stabili, sebbene enormi, le prestazioni sociali sono in costante ascesa, in media circa 6 miliardi all’anno complice l’invecchiamento della popolazione. Or dunque, non è possibile pensare di risolvere il problema dei costi dello Stato senza tagliare anche le suddette due voci, pensioni e sanità.

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Visto che la sanità è già all’osso – e lo si capisce bene dal livello troppo spesso inaccettabile delle prestazioni erogate, non mi stupirei di scoprire fra qualche tempo che dietro le morti nei reparti di geriatria ci fosse qualcosa di più di una casualità – va ben evidenziato che il costo pro-capite per l’assistenza sanitaria è molto inferiore a quello dei nostri omologhi europei (7.1% del PIL contro una media EU del 7.9% e del 9% della Francia e del 8.7% della Germania).

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Restano dunque le pensioni da tagliare, che sebbene bassissime a livello pro capite rispetto all’Europa sono un fardello pesantissimo che pesa per circa il 40% (solo le pensioni) della spesa totale a cui va aggiunta la spesa per sanità costo (pensioni+sanità = ca. 50% della spesa totale dello Stato; si noti che oggi la media dell’assegno in Italia è ben al sotto i 1000 euro mensili, per la precisione in media è di 825 euro mensili, dati del 2015).

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Notasi: siamo comunque condannati a non poter pagare completamente dette pensioni, almeno nella stessa misura in cui lo facciamo oggi, per tre ordini di ragioni: la bassa crescita, l’invecchiamento della popolazione e l’impossibilità di inflazionare i costi interni nazionali in assenza di una moneta sovrana (oggi abbiamo l’euro che serve per mantenere i costi tedeschi più bassi di quello che sarebbero con il marco tedesco, permettendo a Berlino di far esportare i propri prodotti a svantaggio dei nostri, una mossa da veri deficienti, ndr).

Infatti il costo per le pensioni proporzionalmente all’Europa è troppo alto e noi di fatto non saremo in grado di pagarle, visto che non si possono inflazionare ad es. con la svalutazione della valuta (che farebbe anche ripartire l’economia, ossia ridurrebbe il costo su PIL oltre a riattivare l’export a danno degli altri esportatori soprattutto europei). Certo, per risolvere veramente il problema servirebbe crescita ma questa con l’austerità è impossibile, guarda caso detta inutile ed anzi dannosa austerità è destinata a farci implodere e non a caso è la Germania ad imporla, i teutonici e la loro landa desolata e senza risorse possono prosperare solo approfittandosi dei vicini – ed oggi facendoci fallire, per poi comprarci per un tozzo di pane, alla fine torniamo sempre lì -, due guerre mondiali e la storia europea ce lo insegnano, e guardando bene fin dai tempi dei Lanzichenecchi e di poi di Federico II (che infatti visse in Italia).

FireShot Screen Capture #224 - '' - cdn1_cgiamestre_com_wp-content_uploads_2015_05_pensioni-scuola_pVisto che le pensioni tendenzialmente sono destinate a salire costantemente in forza dell’invecchiamento della popolazione, quale è la soluzione al problema lato Stato impotente imbrigliato nell’euro? Semplice, non pagarle (leggasi anche ritardarle magari eliminando contemporaneamente la reversibilità) ed anzi aumentare le tasse a copertura! Ed eccoci nell’inferno fiscale odierno, con tasse che resteranno alte in assenza di un’uscita dall’euro per almeno 20 anni!! E, notasi, per poi nemmeno poterle pagare veramente dette pensioni future, almeno nei termini che conosciamo oggi (chi pensa di incassare tutto quanto versato è un illuso, e parlo soprattutto delle pensioni suppostamente elevate erogabili dal 2030 in avanti, si prenderà tutti al massimo 3000 euro lordi mensili a valori attuali).

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Ma il vero problema è un altro, oggi si sta facendo in modo di spostare sempre più avanti la data di erogazione della pensione, siamo ormai alla soglia di 69 anni per gli uomini: in un mondo competitivo come si farà a sopravvivere tra la fine dell’attività lavorativa stimabile attorno a 60 anni e la pensione? In questo mondo competitivo con giovani che non trovano lavoro gli anziani verranno spiazzati – leggasi sostituiti a basso prezzo – molto velocemente da giovani sottopagati. Ed a maggior ragione se si aumentano le tasse, soprattutto quelle sul patrimonio come vuole l’europa, annientando anche la fonte di sostentamento alternativa dei pensionati in pectore, quelli in attesa dell’erogazione….

Ossia, l’Italia imploderà. Ed anzi verrà annientata e forse invasa, un paese con vecchi da mantenere non è in grado di difendersi nEl lungo termine. Inevitabilmente il passaggio intermedio ci porterà qualche guerra, la storia ce lo dice, ed in tale modo si eliminerà forse l’eccesso di giovani nullafacenti, ma poi? Se anche così tragicamente fosse, dopo chi lavorerà per pagare le pensioni dei vecchi?

L’Unica speranza è uscire dall’Euro, potendo ri-attivare la crescita a danno soprattutto tedesco. E per questo i tedeschi non vogliono, sanno bene che l’Italia è pericolosa. E per questo ci riservano trattamenti speciali per accelerare la caduta delle nostre difese ed il nostro annientamento.

Io difesi a spada tratta Berlusconi nel 2011, contro tutto e contro tutti, non necessariamente per la persona ma per il paese. Faccio lo stesso oggi, difendo il governo attuale in quanto chiaramente nel mezzo di un nuovo attacco del vincolo euro-esterno esso stesso in crisi (e che deve farci fallire per sopravvivere), vincolo che fa leva sui soliti collaborazionisti locali, i poteri forti (media e grande industria che ormai hanno delocalizzato, Fiat e Carlo De Benedetti insegnano, quest’ultimo vive ormai in Svizzera e dice agli italiani – dove lui ha le sue imprese – di autoimporsi una tassa patrimoniale…).

Per l’Italia, l’euro vale una messa? SI, la nostra: quella funebre. E luterana.

Mitt Dolcino


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