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La BoJ gela i mercati: Bitcoin affonda e rendimenti record a Tokyo. Trump dovrà fare una telefonata a Ueda?

La Banca del Giappone spaventa i mercati: segnali di rialzo dei tassi fanno crollare Bitcoin e borse, mentre i rendimenti dei bond a Tokyo toccano i massimi dal 2008. Addio Rally di Natale?

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Il “Rally di Babbo Natale” rischia di trasformarsi in una discesa libera prima ancora di iniziare. Dicembre si apre con il piede sbagliato per i mercati globali, e questa volta il colpevole non siede a Washington o Francoforte, ma a Tokyo. Un mix tossico di dichiarazioni “falco” dalla Banca del Giappone (BoJ) e un improvviso crollo delle criptovalute ha mandato in rosso i futures americani e fatto tremare i bond sovrani.

Il risveglio del Falco Giapponese

Il Governatore della BoJ, Kazuo Ueda, ha deciso di rovinare la festa. Con una franchezza che ha sorpreso molti, ha lanciato il segnale più chiaro finora riguardo a un imminente rialzo dei tassi d’interesse. Parlando ai leader aziendali, Ueda ha affermato che la banca centrale “valuterà i pro e i contro” di un aumento del costo del denaro e prenderà decisioni “appropriate”.

Non è servito altro. Il mercato, che fino alla scorsa settimana prezzava questa mossa con cautela, ha reagito violentemente:

  • Le probabilità di un rialzo dei tassi a dicembre sono schizzate dal 60% all’80%.

  • Il rendimento dei titoli di stato giapponesi a 2 anni ha toccato i massimi dal 2008.

  • Il rendimento del decennale (JGB 10Y) ha superato l’1,85%, il livello più alto dal luglio 2006.

Per chi segue le dinamiche della liquidità globale, questo è un campanello d’allarme assordante. Il Giappone è stato per anni il fornitore di liquidità a basso costo del mondo (il famoso carry trade). Se Tokyo chiude i rubinetti o alza il prezzo dell’acqua, tutti ne risentono, da Wall Street al mercato crypto.

Bitcoin: il canarino nella miniera

La prima vittima della contrazione di liquidità è quasi sempre l’asset più speculativo. Il Bitcoin è scivolato rapidamente sotto la soglia degli 86.000 dollari, trascinando con sé tutto il comparto delle valute digitali e i titoli azionari collegati (come le società di mining).

Cambio USD- BTC da Tradingeconomics

Ecco una sintesi della reazione immediata dei mercati:

AssetVariazione / LivelloNote
S&P 500 Futures-0.6%Apertura di dicembre in rosso
Bitcoin< $86.000Forte pressione di vendita
JGB 10Y (Giappone)> 1.85%Record dal 2006
USD/JPYDollaro in caloLo Yen si rafforza su attese tassi
US Treasury 10Y+4 bps (4.05%)Contagio dal mercato obbligazionario giapponese

L’ironia della sorte: Trump e la BoJ

Mentre negli Stati Uniti l’attenzione è tutta sulla transizione presidenziale e sulla scelta del successore di Jerome Powell (con Kevin Hassett in pole position), il vero pericolo arriva da Oriente.

C’è una certa ironia in tutto questo: Donald Trump ha passato la campagna elettorale a promettere tassi bassi e stimoli, e ora rischia di trovarsi i bastoni tra le ruote messi proprio dall’alleato giapponese. Non è che ora Trump dovrà telefonare al governatore della BoJ per dirgli di non fare troppo il rigido? Una stretta monetaria a Tokyo rafforza lo Yen, il che potrebbe piacere a un’amministrazione USA protezionista, ma se questo fa crollare l’S&P 500 prosciugando la liquidità globale, il tycoon potrebbe non prenderla bene.

Prospettive

Gli analisti, da Parigi a New York, avvertono che questo potrebbe essere un “cambiamento strutturale”. Alexandre Baradez di IG sottolinea come gli investitori debbano adattarsi a un mondo dove il Giappone non regala più denaro. Con i dati manifatturieri USA in arrivo e la riunione della Fed alle porte, la volatilità è assicurata. Se pensavate che il calo del 0,25% del mese di ottobre fosse la correzione finale, dicembre potrebbe avere in serbo qualche sgradita sorpresa.

Domande e risposte

Perché un rialzo dei tassi in Giappone fa scendere la borsa americana?

Il Giappone ha mantenuto i tassi a zero o negativi per anni, permettendo agli investitori globali di prendere in prestito Yen a basso costo per investire in asset più redditizi altrove (come le azioni USA). Questo meccanismo è noto come carry trade. Se la BoJ alza i tassi, prendere in prestito Yen costa di più; gli investitori sono costretti a chiudere le posizioni e vendere gli asset esteri per ripagare i debiti, riducendo la liquidità globale e facendo scendere i mercati azionari.

Il crollo del Bitcoin è collegato direttamente alla BoJ?

Sì, in gran parte. Il Bitcoin è considerato un asset “risk-on” ed è estremamente sensibile alle condizioni di liquidità globale. Quando la liquidità abbonda, il Bitcoin sale; quando le banche centrali (specialmente quella giapponese, ultima roccaforte dei tassi bassi) segnalano restrizioni, gli asset speculativi sono i primi a essere venduti. Inoltre, il rafforzamento dello Yen spesso si muove in direzione opposta agli asset di rischio, creando un’ulteriore pressione al ribasso sulle criptovalute.

Cosa c’entra Trump con i rendimenti giapponesi?

Direttamente nulla, ma politicamente molto. Trump vuole un mercato azionario forte e condizioni finanziarie che favoriscano la crescita USA. Se la politica restrittiva della BoJ causa un crollo di Wall Street o un aumento incontrollato dei rendimenti globali (che influenzano anche i mutui americani), questo va contro gli interessi della sua futura amministrazione. Paradossalmente, un dollaro più debole (causato dallo Yen forte) aiuterebbe l’export USA, ma il danno ai mercati finanziari potrebbe essere considerato un prezzo troppo alto.

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