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La BCE potrebbe aumentare i tassi di interesse di ben 50pb. Problemi, ma non per il debito pubblico..

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BCE TLTRO III

 

BCE TLTRO III

Secondo Reuters I responsabili politici della Banca Centrale Europea stanno prendendo in considerazione la possibilità di aumentare i tassi di interesse di 50 punti base, 0,5%, più di quanto previsto, durante la riunione di giovedì, al fine di domare l’inflazione da record, hanno dichiarato a Reuters due fonti direttamente a conoscenza della discussione.

Per attutire l’impatto dell’aumento dei costi di finanziamento, i responsabili politici dovrebbero anche annunciare un accordo per aiutare i Paesi più indebitati come l’Italia, la Grecia, il Portogallo e la Spagna sul mercato obbligazionario. Secondo le fonti, l’accordo richiederà il rispetto delle regole della Commissione europea in materia di riforme e disciplina di bilancio, e questo verrebbe a costituire un enorme problema nell’applicazione dello strumento, perché lo stesso, se sottoposto a condizionalità, non godrà della sicurezza richiesta dal mercato. Se Draghi conosce il mestiere del banchiere centrale dovrebbe subito intervenire e bloccare la stortura: meglio saltare subito che accorgersene dopo, ma pare che ormai tutto vada per una strada che nulla a che fare con la logica e con l’economia. Poi la BCE cesserebbe di essere autonoma e questo, a mio modestissimo parere, sarebbe sufficiente ad uscire dall’Euro, perché tutte le premesse degli ultimi quaranta anni di terzietà della banca centrale sarebbero cancellate. A questo punto sarebbe meglio tornare alla situazione ante 1981 che ad una in cui sono altri a decidere come e dove

Comunque l’aumento degli interessi doppio di quanto dichiarato porterà ad un bel problema. Se lo strumento della BCE dovesse essere efficace, e ne dubitiamo, questo però non copre due categorie di titoli e di emissioni:

  • titoli corporate in euro;
  • titoli di stato di paesi extra UE;

Questi titoli subiranno:

  • un colpo molto secco nelle quotazioni dei titoli già emessi;
  • un aumento consistente nei costi di rifinanziamento.

Volete due esempi di paesi che si sono finanziati emettendo titoli in Euro? L’Argentina, che non è debitrice solo in dollari, e il Messico, che ha emesso addirittura un centennale in euro che ora subirà un bel colpo. Per questi paesi rifinanziare alla scadenza (ok non il centennale, che sarà il problema di un’altra epoca) sarà un bel po’ più problematico. Però come faranno le manche del nord Europa a mantenere il boom dei mutui che alimenta il mercato immobiliare con l’emissione di obbligazioni? Lo scopriremo fra un paio di mesi.

 

 

 


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