La Corte di Cassazione, sulla Cannabis, è arrivata tardi. Non solo la mitica pianta dalle lunghe foglie seghettate era stata, nelle more, legalizzata, ma i cittadini italiani – e quelli europei già prima – ne stavano facendo largo uso, in massa, da tempi evidentemente non sospetti. All’amara conclusione – che farà felice i radicali quanto la notizia del mancato sfondamento del fronte populista alle recenti elezioni – si perviene dando una rapida scorsa proprio all’esito del voto. Dove conta poco o nulla la parziale avanzata dei partiti diciamo euro-critici, diciamo euro-scettici, diciamo euro-tiepidi. Conta assai di più la quasi plebiscitaria rassegnazione delle masse alla dura realtà delle cose. Di fatto, PPE e PSE hanno perduto appeal, ma non sono crollati. Gli altri movimenti chiamiamoli “antagonisti” hanno visto lievitare di molto i consensi (“esplodere” i consensi sarebbe l’espressione più appropriata, nel caso di Salvini e della Le Pen), ma non in maniera tale da spostare significativamente gli equilibri negli emicicli di Strasburgo e di Bruxelles.
Un tarlo dovrebbe rodere ancor più le nostre coscienze. Quand’anche un’oceanica vittoria avesse arriso, senza se e senza ma, alle forze chiamiamole “anti-sistema”, queste ultime avrebbero condotto i loro paesi fuori dal giogo UE? Conosciamo tutti la risposta: no. Si sarebbero limitate a “farsi valere” per obiettivi eccitanti, da godere proprio, meglio di un tiro lunghissimo di gancia, tipo: più flessibilità, revisione dei parametri, BCE prestatrice di ultima istanza, iniziativa legislativa al Parlamento europeo. Un orgasmo dietro l’altro. Intanto – notizia che i più hanno ignorato e nessuno ha decentemente commentato – in Grecia i liberal-conservatori di Nea Dimokratia sono oltre il 33 per cento; il loro leader, Kyriakos Mitsotakis, ha il poster della Merkel in camera, per così dire, ed è stato inserito dal World Economic Forum “tra i cento leader futuri più promettenti”. Ripeto: in Grecia, una terra letteralmente stuprata dai diktat della Trojka, dai voltafaccia del prode Tsipras, dalla rapacità delle banche francesi e tedesche; una nazione meticolosamente privatizzata oltre che privata di tutto. E non solo degli aeroporti e delle isole (persino del plasma per le trasfusioni ospedaliere), ma addirittura dell’onore nazionale e della dignità patria.
Ed ecco il punto forse decisivo per farsi una ragione – benché insufficiente a darsi pace – di ciò che è accaduto e sta accadendo. Forse il mondo è diventato troppo complesso (sul piano giuridico, economico, burocratico, sociale) per consentire all’uomo comune di comprendere i meccanismi perversi della tirannide ventura. E, quindi, per individuare, e financo immaginare, credibili vie d’uscita dalla stessa. O forse, decenni di lavaggio del cervello mediatico, a colpi di intrattenimento coatto e di massificazione al ribasso delle teste e dei cuori, sono riusciti nell’intento di trasformare interi popoli in greggi mansuete. Troppa gente è “sedata”, troppa gente ha aspirato per troppo tempo la “cannabis della servitù” per riuscire a ricordare cosa significhi aspirare a tornare liberi.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
Sostieni ScenariEconomici.it
Fra Mass Media ormai completamente uniformati ai bollettini di informazione del Potere, Scenari Economici rimane una voce che presenta opinioni libere ed indipendenti. Aiutaci a crescere ed a farci conoscere, sia condividendo i nostri contenuti, sia, se vuoi, con una donazione. Grazie!
