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La Bank of England gonfia il QE… e la Sterlina cresce; Potessimo seguirla avremmo 700 miliardi di risorse

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In vista della decisione odierna del FOMC, dove Powell si troverà a rimuginare se spera che il Congresso approvi un altro pacchetto fiscale multimiliardario, la Banca d’Inghilterra si è rimessa all’opera  dell’espansione  monetaria ed ha aumentato il suo già enorme stimolo all’acquisto di obbligazioni di 150 miliardi di sterline (195 miliardi di dollari, circa 175 miliardi di euro), più dei 100 miliardi di sterline previsti, mentre ci si  prepara ai maggiori danni economici derivanti da nuovi blocchi di coronavirus, per non parlare dei maggiori danni di Brexit, che non è detto che termini in modo positivo, anzi, su questo tema sono tornate nuvole temporalesche.

Tra l’altro l’annuncio ha avuto come effetto quello di rafforzare la Sterlina  nei confronti del dollaro, mostrando come il mercato venga a prezzare maggiormente le possibilità di ripresa più che la massa monetaria.

L’aumento delle dimensioni del programma di acquisto di attività della Banca d’Inghilterra lo ha portato  a 895 miliardi di sterline, 50 miliardi di sterline in più di quanto previsto dalla maggior parte degli economisti. Sono 990 miliardi di euro. La banca centrale ha detto che questo le avrebbe dato abbastanza potenza di fuoco per estendere l’acquisto di titoli di stato fino alla fine del 2021, ma gli acquisti potrebbero essere accelerati se necessario. Facciamo un confronto con quello che sta facendo l’Italia con la BCE: calcolando l’aiuto per miliardo di PIL del Regno Unito e facendo il rapporto con il PIL Italiano è come se la Banca d’Italia, SOLO PER L’ITALIA, avesse fatto un’operazione di QE per 700 miliardi di euro. La BCE ha fatto un’operazione per 1350 miliardi, ma per TUTTA L’AREA EURO, quindi compresa Germania, Francia, Spagna etc. Capite che un intervento per l’Italia delle dimensioni britanniche avrebbe un effetto ben diverso rispetto a quello comune BCE che sicuramente NON comprerà 700 miliardi di euro di titoli italiani.

I tassi di interesse sono stati mantenuti costanti allo 0,1%, ma la BoE ha affermato che seguirà gli effetti del secondo lockdown per valutare se sarà necessario o meno

“Se le prospettive di inflazione si indeboliscono, il Comitato è pronto a intraprendere qualsiasi azione aggiuntiva necessaria per raggiungere il suo mandato”, ha detto la BoE, tagliando le sue previsioni di crescita, e ora si aspetta che l’economia britannica si riduca complessivamente dell’11% nel 2020, più del 9,5% che aveva previsto a marzo; anche le prospettive per il 2021 sono state tagliate.

“Le prospettive per l’economia rimangono insolitamente incerte”, ha detto la BoE, indicando la crisi COVID-19 e le relazioni commerciali ancora irrisolte tra la Gran Bretagna e i suoi partner commerciali più vicini nell’Unione Europea dopo il 1° gennaio.

La banca centrale ora prevede che l’economia britannica andrà in recessione del 2% nel quarto trimestre e tornerà alle sue dimensioni pre- pandemia COVID-19 solo nel primo trimestre del 2022. In precedenza aveva previsto la fine del prossimo anno. La disoccupazione dovrebbe raggiungere un picco del 7,75% nel secondo trimestre del prossimo anno, molto più alto della sua più recente lettura del 4,5%; il PIL dovrebbe crescere del 7,25% nel 2021, più debole di una precedente previsione del 9%. Comunque l’inflazione dovrebbe restare sotto il 2%, nonostante 850 miliardi di sterline, 990 miliardi di euro, di stimolo monetario….


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