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La Banca Nazionale Svizzera chiude in rosso – Ma eroga delle dividendi al massimo consentito! (di Tanja Rancani)

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Questo è il titolone che rinomati giornali quali il Sole24Ore hanno fatto 4 giorni fa, traducendo un articolo uscito su diversi giornali elvetici, quali Tagesanzeiger, Neue Zürcher Zeitung, Swiss-Info ecc. Il buco di 15 Miliardi di Franchi infatti, condurrebbe la nostra Bankitalia al K.O. e al commissariamento da parte della BCE. La BNS però non è in Unione Europea e anche se a noi il fantomatico buco appare gigantesco, in effetti è solo una chiusura in perdita di minore entità! Ma il titolone che tanti hanno fatto va spiegato e ci vorrebbe un po’ per noi Italiani a capirlo, allora cominciamo dal dire che l’anno 2017 ha chiuso in bellezza con un grosso più di 54.4 miliardi da record. Da questo risulta infatti un erogazione di dividendi di oltre 20 miliardi di Franchi Svizzeri (CHF). Ma perché ci sono questi sali e scendi, come mai la banca centrale elvetica è così inchina a grandi variazioni?

Analizziamola!

La Banca Nazionale Svizzera viene fondata nel 1906, iniziò le proprie operazioni di emissione nel 1907 e la ragione di fondazione è proprio l’unificazione monetaria elvetica. Vi suona qualcosa? Difatti la data di fondazione ufficiale della Confederazione Elvetica, (non quella secondo Schiller e di Guglielmo Tell del 791 d.C.!) è il 12.09.1848 quando uscì la prima carta costituzionale, che prevedeva sotto l’articolo 36 il diritto di conio. Prendiamo atto che parlando di conio si parla di monete in argento, che rappresentavano il valore della zecca di stato di valuta in metalli preziosi, ma non voglio entrare nel complicato discorso di cosa sia veramente la moneta! Il compito di emissione di banconote viene assegnato ad un organo esterno della zecca dello stato solo dopo la decisone del 29.05.1874 e la modifica in costituzione con l’aggiunta dell’articolo 39 e l’abilitazione delle 21 banche emittenti. Solo nel 1890 però viene accettato l’introduzione del primo vero monopolio di emissione di banconote, fino a quel momento i cantoni e quindi le 21 banche emittenti avevano le proprie monete e banconote. Nel 1891 quindi dopo l’esodo positivo alle votazioni, ricordiamoci che la Svizzera ha un sistema di democrazia diretta, viene quindi introdotto il monopolio di emissione. La creazione di una banca centrale però viene incredibilmente rifiutata dal popolo nel 1899, la mozione che introdurrebbe la banca centrale viene accettata solo nel 1903 e nel 1905 viene finalmente fatta la legge sulla banca federale elvetica AS 22 47. Nel 1906 viene fatta la prima assemblea costituente della Banka Nazionale Svizzera, (Francese: Banque National Suisse, BNS e tedesco Schweizerische Nazionalbank SNB), la prima sede nazionale sarà Berna, seguita da Zurigo e nel 1907 seguono poi Basilea, Ginevra, San Gallo, Lucerna, Lugano e Losanna. Le banconote emesse dalle emittenti cantonali sono restate in circolo fino al 1911, mentre nel 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale, le banconote non furono più convertibili in metallo prezioso e divennero un mezzo di pagamento fiduciario.

Costituzione della sede centrale 2 di Zurigo nel 1921

E la sede centrale 1 di Berna nel 1920

Dopo la storia di fondazione della banca centrale, non ci è chiaro però perché la BNS è così esposta all’andamento di mercati finanziari, borse e preziosi(!). La struttura è quella di una società anonima, ma diversamente da altre banche centrali, non è detenuta puramente da privati, anche se ovviamente è quotata (molto bene) in borsa. La BNS appartiene per 1/3 ai cantoni, 1/3 alle banche cantonali (quindi statali!) e 1/3 a privati, queste proporzioni sono fissate da una legge del 2002. La Confederazione Elvetica non può possedere azioni, ma il Ministero di Economia e Finanza è l’unico organo di controllo della banca centrale, la quale è obbligata a svolgere le politiche monetarie solo ed esclusivamente nell’interesse del popolo elvetico e della Confederazione. La vigilanza sull’operato della SNB è espressamente esclusa dalle competenze del controllo federale delle finanze.

Questo copia/incolla da Wikipedia ci dà l’idea di cosa sia una banca centrale nazionale controllata dal popolo!

4. L’utile netto della Banca Nazionale spetta per almeno due terzi ai Cantoni, questo lo dobbiamo capire! Infatti secondo l’articolo 31 della legge nazionale bancaria, solo il massimo di 6% dell’Utile  va agli azionisti, il resto del surplus viene appunto suddiviso in 1/3 per la Confederazione e 2/3 ai Cantoni e quindi al popolo elvetico.

Da dove derivano gli utili della banca nazionale? Per capire di cosa si occupa la banca centrale dobbiamo analizzare quali compiti svolge e quindi dove può andare in perdita o in surplus così massicciamente.

  • Mantenere la stabilità dei prezzi

  • Garantire il flusso monetario (stampare soldi sufficienti)

  • Svolgimento dei pagamenti senza contanti

  • Investimento delle riserve valutarie (ah eccoci!)

  • Sorveglianza sulla stabilità del sistema finanziario

  • Statistica e consultazione della Confederazione sulle politiche valutarie consigliate

L’investimento delle riserve monetarie quindi, ci conduce a pensare che la banca nazionale elvetica speculi sul mercato finanziario. Ed in effetti lo fa! Una grande fetta del buco sopra citato arriva proprio dal mercato finanziario più che traballante del 2018, ma ovviamente non è la sola causa, anzi vorrei dire che è proprio il guaio minore.

Ritorniamo quindi alla domanda di cosa si occupa una banca emittente e la risposta è più che ovvia, di moneta; ovvero il pesantissimo Franco Svizzero. Nel 2011, ossia dopo la crisi subprime statunitense, che condusse tutta l’Eurozona nelle acque più che burrascose dei debiti sovrani, il consiglio della BNS alla Confederazione, espressa in una lettera del 6 Settembre 2011, fu quello di una forte e permanente svalutazione del Franco Svizzero, visto che un Franco sovrastimato è un serio rischio per l’economia Svizzera. (Udite, udite!!!) Il cambio fu fissato per l’Euro a 1.20CHF/1.00€ e ogni volta che questo valore veniva superato la banca nazionale comprava valuta estera, quindi Euro in primis. Cosa succede se anche grazie al QE l’Euro viene deprezzato? Sale la valuta rifugio, ossia il CHF e quindi il valore delle valute estere diminuisce, ed è proprio questo uno delle fonti delle perdite  della Schweizerische Nazionalbank. Questo spiega quindi l’annuncio del suo Presidente, Thomas Jordan, di mollare il cambio fisso e di passare al cambio fluttuante. Contemporaneamente il tasso d’interesse fu abbassato a sotto zero, ovvero -0.75%. Ovviamente la borsa di Zurigo ha reagito con un bel meno 9%, Nestlé che dipende dai cambi esteri è andata sotto in chiusura di -6% e così via per tutto il listino. Fiumi d’inchiostro persi su un fantomatico default della Banca Nazionale Svizzera, ma proprio non è come vi dicono!

Senza prenderci in giro, la piazza mercato di Zurigo si riprenderà presto e anche non ci saranno tanti che rinunceranno a Rolex o big pharma, per un po’ di altalena borsistica o per il Superfranco. Questo esempio però ci fa capire 3 cose, primo che se è il MEF a controllare la propria banca centrale, allora ci sono delle regole che non possono essere oltrepassate, la politica monetaria dev’essere ponderata e lungimirante, ma se lo Stato sbaglia ha la possibilità di intervenire in autoregolazione e senza dover mandare i propri ministri con il capello in mano da dei signori con la data di scadenza stampata in fronte a domandare l’indicibile. Poi una rete di banche regionali statali, che provvedono per la giusta liquidità a famiglie ed imprese è indispensabile per gestire la microeconomia, sulla quale si basa la nostra società. Solo queste microbanche hanno il contatto con il territorio e quindi sapranno regolare l’ammontare di liquidità necessaria in un determinato periodo e secondo l’andamento congiunturale. Ed in ultima, ovviamente aver la completa sovranità monetaria, significa essere indipendenti da ragioni sovranazionali, che impediscono di far star bene i propri cittadini!


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