Crisi
La balla del “Miracolo Spagnolo”
Quando un politico eurista va ad un talk show “Da un tanto al chilo”, solitamente gli viene fatto notare il disastro economico e sociale causato dall’euro in Italia. La sua risposta standard, fotocopiata è: “Eh ma noi dobbiamo fare come la Spagna, fare le Riforme, e vedrete che, come a Madrid, tutti i problemi scompariranno, come per incanto. La Spagna cresce con l’Euro ! ”
Spagna, coda non per il bancomat, ma per gli aiuti alimentari a Valencia.
Ora effettivamente dal 2014 il tasso di crescita del PIL spagnolo è tornato positivo di una cifra interessante, anche se non comparabile con quello, ad esempio, degli USA
Praticamente nel 2014 il PIL è tornato a crescere come nel 2005/6, di un bel 1%, Bene, ottimo risultato, gli Spagnoli saranno molto soddisfatti… oppure no ?
Vediamo come va l’occupazione:
Dal 2005 al 2015 la disoccupazione complessiva è praticamente raddoppiata, e, nonostante una debole flessione nell’ultimo anno, si rimane bel al di sopra del 20%, cioè più di uno spagnolo su 5 è a casa senza occupazione. Mi sa che non siano così felici…
Poi se siete giovani proprio NON siete felici: un ragazzo su due è disoccupato, praticamente una generazione che è andata al macello. Un vero successo dell’euro.
Come ha raggiunto comunque questo risultato il governo spagnolo ? Con la famosa “Austerità espansiva” desiderata dalla Germania e che ha visto Monti come suo predicatore in Italia?
BEEEP risposta sbagliata. Il governo Rajoy ha raggiunto questa minima crescita con una politica di sgravi fiscali e spesa pubblica finanziata dal deficit pubblico…
Quindi vedere dei bei sani deficit di bilancio, con cifre anche monstre sopra il 1o%. Un bel metodo “Teutonico” di ottenere la crescita (spero apprezziate l’ironia). Quindi mentre la Germania ammazza di austerità Grecia ed Italia, permette alla Spagna di spendere e spandere, creando un pelo, ma solo un pelo, di crescita. Ricordiamo che il popolare Rajoy è l’alleato politico più stretto della Merkel.
Naturalmente tutto questo non può rimanere senza conseguenze: lo Stato ha un peso sempre maggiore nell’economia del paese, come indica chiaramente il rapporto fra spesa pubblica e PIL.
Il problema della spesa pubblica , quando raggiunge questi livelli, è che può migliorare il PIL nel breve periodo, ma ha la fastidiosa tendenza a zavorrarlo nel lungo, soprattutto quando non è ben allocata. Poi c’è un altro effetto non secondario nel magico mondo della moneta unica, dove tutto il debito è espresso in una moneta straniera, cioè la crescita del rapporto debito/PIL
Dal 36.1 % del PIL nel 2008 siamo arrivati a fine 2014 al 97.7 % nel 2014, un bel 60% in più in 6 anni non è proprio male….
Ricapitoliamo: La Spagna, paese mediterraneo nell’euro, ha avuto una crescita del PIL nel 2014, ma al prezzo di una spesa pubblica elevatissima, e comunque questa crescita ha avuto un effetto minimo sul benessere popolare e sui giovani.
Poteva esserci una evoluzione diversa ? Vediamo l’Ungheria…
Anche l’Ungheria, dopo alti e bassi, ha raggiunto un tasso di sviluppo del PIL positivo a livelli discreti, considerando soprattutto che la UE è in una sorta di guerra continua con il governo “Populista” di Orban.
Ma questa crescita è stata utile ?
oppss…l’Ungheria ha un tasso di disoccupazione che è 1/3 di quello Spagnolo e , soprattutto, è in calo molto molto sensibile.
La crescita e la riduzione della disoccupazione sono state raggiunte con un aumento del debito pubblico ? NO , IL DEBITO PUBBLICO E’ CALATO DAL 82.2 DEL 2010 AL 76.9% del 2014. Quindi abbiamo un paese che :
– Cresce
– Abbatte la disoccupazione
– Riduce il debito pubblico.
Però l’UNGHERIA E’ NELLA UE, MA NON NELL’EURO. Infatti (da xe.com)
Negli ultimi 10 anni il fiorino si è svalutato da 0,004 a 0,003 sull’euro. Ma questo ha salvato bilanci ed occupazione. La svalutazione rende tutte le produzioni nazionali, non solo quelle “capital intensive” più convenienti, e quindi salva l’occupazione, cosa che neppure la spesa pubblica riesce a fare.
Quindi, se si vuole un vera crescita che incrementi l’occupazione non si può seguire la via spagnola, che , tra l’altro, è impossibile per noi, ma si deve, obbligatoriamente,seguire la via ungherese: via dall’euro ed una controllata svalutazione comparata, almeno finchè il sistema produttivo non si è rimesso in sesto.
Ricordatelo, quando sentirete i soliti “Economisti da talk show”. Ricordate che vi mentono.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.