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Kazakistan: inizia la repressione, mentre i paesi vicini mandano truppe

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Il GPL, più che la benzina, hanno causato la rivolta il Kazakistan, i fucili riporteranno la tranquillità. Le manifestazioni scoppiate per l’aumento del principale carburante del paese, il GPL, stanno proseguendo.  Nonostante le dimissioni del governo, nonostante la completa estromissione del precedente presidente Nazarbayev, le manifestazioni non sono cessate, anzi hanno portato all’occupazione dell’aeroporto, dell’ex palazzo presidenziale ad Almaty, e di altri uffici pubblici. I rivoltosi si sono armati occupando la principale stazione di polizia cittadina, e vi sono stati anche scontri a fuoco con l’esercito regolare.

Il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha lanciato nella notte una campagna contro i rivoltosi per rioccupare le principali città, dopo aver interrotto internet in tutto il paese  per interrompere le comunicazioni fra i vari gruppi in rivolta. Si parla di dozzine di rivoltosi uccisi negli scontri a fuoco con le truppe regolari, che sono entrate in città utilizzando mezzi blindati, e di centinaia di arresti. Il presidente Tokayev si è rivolto perfino agli alleati della CSTO (Common Security Treaty Organization), l’alleanza fra i paesi dell’ex blocco sovietico che fa capo a Mosca, e questa ha accettato d’inviare oltre 3000 soldati per una missione temporanea e di pace, come l’hanno definita fonti armene.

La situazione è ovviamente molto complessa e non si concluderà bene. Gli USA hanno negato di avere nulla a che fare con queste rivolte e, vista la posizione del Kazakistan sulla mappa geografica, i paesi del CSTO avranno un gioco facile nell’aiutare le forze armate fedeli al presidente  a riprendere il controllo. L’unica incertezza è il prezzo che verrà pagato.

Ci saranno delle ricadute economiche di tutto questo:

  • Il Kazakistan è il più grande produttore mondiale di uranio e un grande produttore di petrolio e gas naturale, per cui ci saranno ricadute in questi settori;
  • Dopo l’estromissione dalla Cina Bitcoin vede nel Kazakistan uno dei suoi maggiori centri minerari. Timori nelle forniture energetiche al mining hanno portato a un calo nelle quotazioni di Bitcoin e delle valute collegate.

Il 2022 in generale non inizia bene.

 


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