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Kabul? Cadrà in pochi mesi, lo crede anche il WaPo

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Anche il  Washington Post lo ha capito e  scrive: “L‘amministrazione Biden si sta preparando a far cadere la capitale dell’Afghanistan molto prima di quanto temuto solo poche settimane fa, poiché una rapida disintegrazione della sicurezza ha spinto la revisione di una valutazione già rigida dell’intelligence che prevede che Kabul potrebbe essere occupata entro da sei a 12 mesi della partenza delle forze armate statunitensi, secondo attuali ed ex funzionari statunitensi che hanno familiarità con la questione“. Visto il tempo già trascorso si può scrivere un enorme Game Over

La prospettiva è tale che si dice che i funzionari statunitensi stanno discutendo se mantenere aperta anche l’ambasciata enorme e altamente protetta a Kabul; tuttavia, assicurano che i piani rimangano gli stessi per mantenerlo in funzione con centinaia di personale di sicurezza militare aggiuntivo a guardia. Si prepara un bel mix fra la “Zona verde” di Baghdad e l’ambasciata americana di Teheran del 1979. Incredibile quanto i politici ignorino la storia e abbiano la memoria corta.

Biden ha affermato che gli USA hanno speso 1000 miliardi di dollari ed hanno addestrato 300 mila soldati per venti anni in Afghanistan, il tutto per vedere queste forze sciogliersi più rapidamente di quanto è successo negli anni settanta nel Viet Nam del Sud. Pare che Biden parlerà di “Missione Compiuta” il prossimo 11 settembre. In che senso compiuta?

Gli USA si rendono conto della difficoltà della situazione, ma il pentagono non ha più truppe sul campo. Sosterrà dall’aria le forze governative afgane, ma se queste non ci saranno più, che cosa sosterranno? L’appoggio aereo perde qualsiasi senso senza truppe di terra.

I russi hanno preso atto che il confine con Tagikistan e Uzbekistan è ormai in  mano ai talebani, tanto che la settimana scorsa hanno condotto grandi esercitazioni con le forze armate di questi due paesi proprio per prepararli a respingere eventuali infiltrazioni, il tutto partendo dall’esperienza fatta in Siria.

Nel frattempo, i talebani affermano di non avere alcun interesse nei colloqui per il cessate il fuoco, con il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid che mercoledì ha detto ad Axios: “Non abbiamo mai ceduto a nessuna tattica di pressione straniera prima e non abbiamo nemmeno intenzione di capitolare presto“. Ormai vedono la vittoria a un passo, perché dovrebbero tirarsi indietro ora?


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