Analisi e studi
J-10C vs Rafale: la “Kill Chain” sconfigge i caccia costosi nella guerra moderna?
l presunto abbattimento di un Rafale da parte di un J-10C evidenzia come la “Kill Chain” e l’integrazione dei sistemi siano più cruciali dei singoli aerei da combattimento. Un’analisi esperta sulla moderna guerra aerea e la dottrina cinese.

Nonostante le affermazioni di Cina e Pakistan sulla supremazia del J-10C sui caccia Rafale, la vera lezione da trarre dalla breve guerra di quattro giorni tra India e Pakistan è che investire nella creazione di “Kill Chain”, la catena della distruzione del nemico è più importante che investire in costosi aerei da combattimento, secondo un esperto militare.
Il Pakistan ha affermato di aver abbattuto cinque caccia indiani, tra cui tre Rafale, nella notte del 6 maggio, quando l’India ha lanciato attacchi aerei su diversi obiettivi in Pakistan per vendicare l’attacco terroristico di Pahalgam del 22 aprile.
Sebbene non sia stato verificato, il Pakistan sostiene di aver abbattuto i caccia indiani utilizzando aerei da combattimento cinesi J-10C e missili aria-aria a lungo raggio PL-15.
L’India non ha ancora riconosciuto alcuna perdita, ma ci sono prove indirette dell’abbattimento, sotto forma di rottami, e anche la Francia ha indirettamente confermato la distruzione di almeno un Rafale. La Cina ha accettato la versione pakistana per affermare la supremazia dei suoi aerei da combattimento.
Se le affermazioni pakistane fossero accurate, questa sarebbe la prima perdita di un caccia Rafale in una situazione di combattimento e la prima vittoria in combattimento per il J-10C.
Ovviamente questa vittoria è stata celebrata online dai blogger cinesi, come dimostrazione del loro caccia nazionale su quello francese. Addirittura si è parlato di panico fra chi avrebbe ordinato il caccia francese,
Da allora, diverse notizie non confermate suggeriscono che paesi come l’Indonesia e gli Emirati Arabi Uniti potrebbero riconsiderare i loro ordini di Rafale. Tuttavia, si tratta di speculazioni e non di notizie confermate.
In realtà l’abbattimento del caccia francese, anche se reale, non ha nulla a che fare con la superioritàm del J10C, ma invece ha molto a che fare con la migliore organizzazione informativa e di comunicazione delll’aviazione pachistana rispetto a quella indiana.
In parole povere, una “Kill chain” superiore potrebbe aver abbattuto un Rafale e anche un caccia migliore, con un pilota migliore, avrebbe fatto probabilmente la stessa fine. Questa è la triste conseguenza della guerra aerea moderna.
Una “catena di uccisione” superiore
In un podcast, Michael Dahm, senior fellow presso il Mitchell Institute for Aerospace Studies ed esperto di questioni militari cinesi, ha affermato che l’efficacia della “Kill Chain” potrebbe essere stata più importante delle capacità dei singoli caccia.
L’evento non ci dice “assolutamente nulla” sulla qualità degli aerei, di per se, ha affermato Dahm, aggiungendo che ciò non ha impedito ai media di diffondere la notizia che, poiché il J-10 cinese ha abbattuto un caccia Rafale di fabbricazione francese, deve essere significativamente migliore.
L’esperto ha evidenziato come ormai la visione popolare che il combattimento aereo avvengo. a solo quando si avvista l’aereo nemico è superata, Non ci sono indicazioni precise di quello che è successo, di chi effettivamente abbia abbattuto chi. Non solo, il Rafale potrebbe benissimo aver abbattuto l’aereo avversario con un missile Meteor a lungo raggio, prima di essere abbattut
“Hanno trovato il relitto. Nel relitto è stato trovato un missile a corto raggio [a infrarossi], ma non c’era alcuna indicazione che il Meteor fosse lì. Ora, forse il Rafale aveva un Meteor e lo ha lanciato. Forse non ne aveva affatto. Ma non credo che questo ci dica davvero nulla su quanto sia buono il J-10 rispetto al Rafale, o quanto sia buona la tecnologia cinese rispetto a quella occidentale”.
A questo punto l’esperto ha aggiunto che quando avremo il quadro completo, potremo forse capire qualcosa sulla “integrazione dei sistemi” e su quanto il Pakistan abbia fatto bene in questo campo rispetto all’India.
“L’India ha un’aviazione molto più grande. Ma è un miscuglio di tecnologia occidentale, israeliana e russa, con molta tecnologia indiana prodotta internamente. Quindi l’integrazione dei sistemi da parte indiana è molto più difficile”.
Ha citato un articolo apparso su China Space News, una rivista cinese dedicata all’industria della difesa. L’articolo affermava che “l’aeronautica militare pakistana ha schierato il sistema di combattimento ‘Locked by A, Launched by B, and Guided by C’ (identificato da A, lanciato da B e guidato da C)”.
Secondo Dahm, la “catena di uccisione” potrebbe essere iniziata con un radar di terra che ha illuminato l’obiettivo indiano. Poi, il J-10 ha lanciato il suo missile, probabilmente a distanza, e infine un velivolo di allerta precoce ha utilizzato un collegamento dati a metà percorso per aggiornare e guidare il missile verso il caccia indiano.
“Un tiro a lunga distanza, oltre il raggio visivo”.
Quindi l’abbattimento sarebbe il frutto di una migliore integrazione fra i vari sistemi dei pachistani rispetto agli indiani. I primi avrebbero ben integrato i vari sistemi, anche di provenienza diversa, fra radar a terra, radar in volo, caccia e missili a lungo raggio.
Regole d’ingaggio diverse?
Dahm ha anche sottolineato un’altra teoria che suggerisce che le due forze aeree avessero regole di ingaggio diverse.
Secondo questa teoria, il Rafale stava conducendo una missione di bombardamento aria-terra e non aveva la scorta che avrebbe dovuto avere. Potrebbe anche aver mancato di consapevolezza della situazione, poiché era concentrato sulla sua missione di bombardamento, quindi, pur avendo la possibilità di identificare le minacce, si è “Distratto” perché troppo concentrato.
“Alla fine, è stato attaccato da aerei pakistani che hanno lanciato missili a distanza”.
Secondo questa teoria, mentre il Rafale era autorizzato solo per una missione di bombardamento aria-terra, gli aerei pakistani erano autorizzati a ingaggiare gli aerei indiani se avessero compiuto qualsiasi atto ostile. L’errore, in questo caso, è stato non dare una scorta al Rafale, o non addestrare i piloti in modo da avere una maggiore flessibilità operativa.
Un altro elemento possibile potrebbe essere l’uso di contromisure elettroniche.
“Il Pakistan sembra aver recentemente convertito diversi aerei cinesi di allerta e controllo aereo in aerei da guerra elettronica”, ha detto Dahm, aggiungendo che questi aerei potrebbero manipolare l’ambiente elettromagnetico.
“Cosa dice questo della tecnologia cinese rispetto a quella occidentale? Probabilmente non molto, ma probabilmente dice molto di più sui sistemi di sistemi, sull’addestramento, sulle tattiche… su tutte quelle cose difficili da quantificare”, piuttosto che sulle capacità del J-10 rispetto al Rafale, ha detto Dahm.
Rafale abbattuto dalla dottrina di guerra aerea cinese?
Scrivendo per The Telegraph, il corrispondente estero di Islamabad Memphis Barker ha suggerito che il Rafale sia stato abbattuto dalla dottrina di guerra aerea cinese.
Il 6 maggio, i caccia indiani hanno incontrato “caccia cinesi J-10C, eleganti e silenziosi, missili PL-15, che raggiungono i Mach 5 con un raggio di oltre 300 km, radar Erieye, che collegavano ogni tiratore in un unico sistema nervoso letale. Quello che l’India ha visto non erano solo piloti pakistani, ma l’intera dottrina di guerra aerea cinese che si estende da Skardu a Pasni“.
“Non è stato un duello aereo. È stata un’imboscata. L’aviazione pakistana, aiutata dai satelliti di puntamento cinesi e dagli AWACS, ha eseguito un attacco con fusione dei sensori. I Rafale non sono mai riusciti a agganciare il bersaglio, non hanno nemmeno visto il loro avversario. Quando i missili hanno colpito, era già finita”.
Barker ha suggerito che i satelliti cinesi, gli AWACS Saab Erieye che pattugliavano silenziosamente, i caccia J-10C che volavano in modalità passiva, i missili PL-15 e i sensori che li collegavano tutti hanno creato una “catena letale”. “I Rafale non sapevano nemmeno di essere stati presi di mira fino a quando il missile non era a 50 km di distanza”.
“Non è stato un duello aereo… È stato un crollo dottrinale”.
In realtà gli USA e la NATO sono ben chiari di quanto sia importante la rete che collega aerei, radar, satelliti e missili, anzi ne fa una parte essenziale della propria dottrina, pur lasciando ancora una certa libertà ai piloti. Evidentemente questo però non è ancora ben funzionante per gli indiani, che però potrebbero aver ben imparato la lezione.
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