Analisi e studi
Italia: l’industria continua ad andare male, con o senza Trump.
Sempre, continuo, calo della produzione industriale italiana. e qui Trump non c’entra nulla. Sono molto più pesanti la mancanza di capacità d’acquisto, l’incertezza normativa e la delocalizzazione del lusso cattivo

Arriva i dati della produzione industriale italiana,e non c’è nessuna novità positiva , o cambio di trend.
Secondo le stime, a febbraio 2025 la produzione industriale italiana (indice destagionalizzato) dovrebbe diminuire dello 0,9% rispetto al mese precedente, gennaio.
Guardando alla media del trimestre dicembre-febbraio, si registra un calo complessivo della produzione dello 0,7% in confronto ai tre mesi precedenti.
Nel dettaglio mensile (dati destagionalizzati), l’unico settore in crescita è quello dell’energia, con un +4,0%. Al contrario, si osservano flessioni per i beni strumentali (-3,3%), i beni intermedi (-2,0%) e i beni di consumo (-1,9%).
Ecco il dato mensiele, che segue un gennaio positivo:
Se confrontiamo febbraio 2025 con lo stesso mese dell’anno precedente (febbraio 2024), e tenendo conto che ci sono stati meno giorni lavorativi (20 contro 21), l’indice generale mostra un calo del 2,7%. Anche in questa analisi su base annua, l’energia è l’unico comparto a crescere (+7,6%), mentre diminuiscono i beni strumentali (-9,8%), i beni intermedi (-4,6%) e i beni di consumo (-2,0%).
Ecco il grafico su base annua:
Analizzando i singoli settori di attività economica, solo alcuni mostrano un incremento rispetto a febbraio 2024: la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+19,4%), l’industria del legno, della carta e stampa (+3,4%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+1,6%).
Le diminuzioni più significative si registrano invece nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,9%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,0%).
Settori tradizionali chiudono
Qui Trump e i dazi non c’entrano nulla. Appare evidente che settori tradizionali dell’industria italiana stanno andando, letteralmente, in malora. Il settore auto, un tempo treno dell’industria, si sta disfacendo, e anche il settore tessile è moda è in calo più che sensibile.
Da un lato perdita di capacità d’acquisto, normative confuse e non gradite e aumento dei costi limitano la domanda, mentre per il tessile-lusso la crisi è profonda e dovrebbe portare a un ripensamento totale di cosa facciamo e come lo facciamo.
Purtroppo una parte della crisi proviene da Bruxelles, dalle confuse normative sul settore auto che hanno confuso produttori e consumatori, dall’altro dalla crisi di un modello di lusso che, probabilmente, deve essere ripensato da zero.
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