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Difesa

Cielo di Fuoco: la prossima mossa dell’Aviazione Israeliana per dominare i cieli iraniani

Dopo l’Operazione Leone Nascente, l’aviazione israeliana si prepara a un nuovo, drammatico capitolo. Scopri come Israele intende mantenere la superiorità aerea e le prossime azioni contro l’Iran. L’era dell’immunità è finita

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Dopo lo scontro esplosivo culminato nell’Operazione “Leone Nascente” “Rising Lion”, dove l’aviazione israeliana (IAF) ha sferrato un colpo devastante alle capacità nucleari e missilistiche dell’Iran, una domanda bruciante si impone: cosa farà ora l’aviazione israeliana? Come intende Israele mantenere quella “superiorità, superiorità e ancora una volta superiorità” proclamata dal Magg. Gen. Tomer Bar, il comandante dell’IAF?

L’era dell’immunità è finita, come ha tuonato il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz, e il palcoscenico è pronto per il prossimo atto di questo dramma mediorientale.

La Scossa Tellurica di “Operation Rising Lion”

L’Operazione “Leone Nascente” non è stata una semplice scaramuccia. È stata una dimostrazione di forza audace e calcolata, un’azione cinetica che ha squarciato il velo di invulnerabilità che l’Iran credeva di possedere. La distruzione di gran parte dei sistemi missilistici balistici e di difesa aerea iraniani, il presunto grave danneggiamento del programma di armi nucleari e l’assassinio di scienziati nucleari e leader militari di alto rango hanno disegnato un nuovo scenario. L’IAF ha ottenuto una superiorità aerea innegabile, un punto focale cruciale che, come sottolineato da Bar, rappresenta l’elemento decisivo della vittoria: “Aerei su Teheran quando vogliamo noi”.

 

Questo dominio sui cieli iraniani, previsto da esperti come Tyler Rogoway di The War Zone, “consentirà all’IAF di ‘manutenere’ la minaccia nucleare per mesi o anni a venire”. La capacità di operare quasi indisturbati nello spazio aereo iraniano, così come avviene su Libano e Siria, offre a Israele un vantaggio strategico immenso, mantenendo sotto pressione i programmi nucleari e missilistici di Teheran.

La mappa delle nuove minacce e la risposta di Israele

Nonostante l’enormità del colpo subito, l’Iran non è prostrato. Le immagini satellitari ottenute da The War Zone mostrano attività di scavo presso la struttura sotterranea di Fordow, colpita da bombe “bunker buster” Massive Ordnance Penetrator (MOP), indicando tentativi di riparazione e ricostruzione.

Scvi all'entrata di Fordow

Attività di cavo all’entrata del sito di Fordow

Scavi nei pressi dell'antrata successivi all'attacco americano  Fordow

Inoltre, permangono interrogativi sulla reale distruzione dello stock di uranio arricchito iraniano, con visioni contrastanti tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti. La rivelazione di un terzo sito di arricchimento vicino a Natanz, più profondo e protetto di Fordow, aggiunge un ulteriore strato di complessità e urgenza per Israele.

 

Inoltre la conclusione di un accordo di pace con l’Iran può avvenire solo con la precondizione di un arresto totale dell’arricchimento dell’uranio, cosa che non sembre essere fra i desideri dell’Iran, che invece continua ad affermare la prosecuzione della propria attività nucleare, addirittura senza supervisione dell’AIEA, cioè dell’ONU.

 

Di fronte a queste persistenti minacce, la strategia dell’aviazione israeliana si articola su più fronti:

  1. Mantenimento della Superiorità Aerea Attiva: L’IAF continuerà a condurre missioni di ricognizione e sorveglianza sul territorio iraniano per monitorare qualsiasi tentativo di ricostruzione o avanzamento dei programmi nucleari e missilistici. Questa presenza costante è fondamentale per “creare l’impatto che li farà sentire esposti – finiti”, come ha spiegato Bar. Ogni sortita, ogni nuovo dato di intelligence, contribuisce a questa “battaglia prolungata e campagna di superiorità”.
  2. Operazioni Preventivo-Dissuasive (“Enforcement Plan”): Il piano di “applicazione” ordinato dal Ministro Katz non è una minaccia vuota. Include la chiara intenzione di intraprendere azioni cinetiche future per “impedire l’avanzamento nucleare e la produzione di missili, e rispondere all’Iran per il sostegno ad attività terroristiche”. Ciò significa che l’IAF è pronta a colpire nuovamente, con precisione e determinazione, ogni volta che riterrà che Teheran stia varcando una “linea rossa” nella sua corsa agli armamenti. La distruzione degli 80 sistemi missilistici superficie-aria iraniani durante l’Operazione “Leone Nascente” testimonia l’efficacia di questa strategia nell’aprire il cielo.
  3. Adattamento alle Nuove Sfide e Sviluppo Tecnologico: Se l’Iran dovesse cercare l’assistenza di potenze come la Cina per ricostruire le proprie difese aeree, Israele dovrà innovare ulteriormente. Questo richiederà investimenti continui in tecnologia stealth, guerra elettronica, capacità di penetrazione delle difese aeree e sistemi d’arma di precisione. La capacità degli F-35 israeliani di raggiungere l’Iran senza rifornimento e mantenendo le capacità stealth, come emerso da report, è un esempio di questa costante evoluzione.

    F-35 Adir, Israele

  4. Integrazione tra Intelligence e Azione: La capacità di identificare e colpire “posti di controllo principali” e difese aeree “sparse” che “estendono il raggio d’azione di pochi chilometri ogni mattina” richiede una fusione perfetta tra raccolta di intelligence e capacità operative. L’IAF si affiderà sempre più a droni avanzati e sistemi di intelligence basati sull’IA per acquisire informazioni in tempo reale e agire con rapidità fulminea.
  5. Pressione Diplomatica Sostenuta dalla Forza Militare: La richiesta congiunta di Stati Uniti e Israele affinché l’Iran consegni tutto l’uranio arricchito non distrutto negli attacchi recenti, con la minaccia implicita di un’azione militare rinnovata, evidenzia come la superiorità aerea sia un pilastro fondamentale della leva diplomatica. “La forza diplomatica è una funzione del vantaggio operativo precedente,” come notato da analisti.

Il Dramma Continua: Una Scacchiera Complessa

Il rifiuto dell’Iran di proseguire nella collaborazione con l’IAEA e la sua insistenza sulla vitalità delle sue ambizioni nucleari, nonostante i danni subiti, suggeriscono che il confronto è tutt’altro che concluso. La sfida per l’aviazione israeliana non è solo tecnica, ma anche strategica: come mantenere un vantaggio decisivo in un teatro di operazioni in continua evoluzion?

Questo fa pensare che quello a cui abbiamo assistito sia solo il primo capitolo di un confronto più ampio e che durerà nel tempo, da cui la necessità per Israele di mantenere il controllo dello spazio aereo iraniano. Una missione non semplice,  soprattutto nel medio periodo


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