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Iran: prosegue la rivolta popolare, mentre il governo spera nello scongelamento dei fondi

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La situazione non è ancora migliorata in Iran e me manifestazioni si susseguono nelle principali città, oltre che nella capitale Teheran. Ci sono stati anche episodi violenti con caserme della polizia e della milizia religiosa attaccati e dati alle fiamme:

A questo punto le proteste sembrano perfino allargarsi. Sabato, primo giorno della settimana in Iran, sono aumentate anche le proteste nelle università. Apparentemente ci sono stati sit-in in più di cento università, e in alcune ci sono state anche marce di protesta. Gli studenti sono stati una delle forze trainanti della rivoluzione del 1979, ma finora sono stati piuttosto passivi, temendo di perdere il posto all’università. Dopotutto, chiunque si comportasse in modo critico nei confronti del governo nella Repubblica islamica veniva solitamente espulso. Quella paura sembra essere svanita ora. Domenica sono state segnalate nuovamente marce di protesta nelle università.

Le proteste uniscono richieste legate ai diritti e alle libertà civili, soprattutto delle donne, e questioni di carattere economico. Se per il primo punto, come nota Israel National News, il governo ha deciso di ritirare la polizia della moralità dalle strade e perfino dalle caserme, tanto che appare letteralmente scomparsa, per il secondo punto l’agenzia di stampa IRNA diffonde la notizia che sette miliardi di fondi congelati sarebbero di rapida restituzione da parte della Corea del Sud. Una notizia che sarebbe una boccata d’ossigeno per il governo, ma che difficilmente si potrà realizzare senza il consenso degli USA. Nell’emergenza la polizia utilizza minori e ambulanze per reprimere le manifestazioni e spostare uomini e prigionieri.

Intanto però l’Ayatollah Khamenei tace, sembra essere scomparso dalla scena politica. Come mai? Sta preparando una via di uscita o sta guidando la repressione?

 


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